54-ANDREA

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Il giorno seguente al matrimonio, non feci altro che dormire.

Non volevo pensare a niente e a nessuno. Soprattutto non volevo che i miei pensieri si indirizzassero su Tessa. Oppure avrei dovuto chiamarla Teresa? Non lo sapevo e non mi importava.

Mi aveva spezzato il cuore in un modo che non potevo credere possibile. Perché a me? Cos'avevo che non andava?

Perché tutte le ragazze si divertivano a ferirmi, a spezzarmi?

Continuavo a ripensare al suo volto, alle sue labbra sulle mia, ai nostri corpi fusi in uno solo. La odiavo e la amavo allo stesso tempo.

Erano le due di pomeriggio quando Elisa bussò alla mia porta.

«Ehi, come stai?», mi chiese sedendosi al mio fianco.

Non le risposi, non volevo che mi vedesse con gli occhi lucidi e rossi a causa delle lacrime che avevo versato.

«Male», risposi solamente. Non riuscendo più a trattenermi, scoppiai in lacrime davanti a lei.

Elisa si sdraiò al mio fianco e mi abbracciò, sussurrandomi parole dolci mentre mi accarezzava i capelli.

Non le avevo detto di preciso cosa fosse accaduto, ma mia sorella non era certamente una stupida.

Dopo l'ora di cena mi decisi ad alzarmi.

Appena scesi le scale mi diressi in cucina, dove Elisa stava lavando i piatti. Sentendo i miei passi, si voltò verso di me con un sorriso timido sul volto. Spostai gli occhi sul tavolo dove vi trovai Yuri e Davide intenti a sbucciare una pesca.

«Era ora che ti facessi vivo», disse quest'ultimo.

Sgranai gli occhi. «Voi... cosa ci fate qui?», domandai sedendomi accanto ai miei più cari amici.

Elisa mi sistemò davanti un piatto di prosciutto e melone. Nonostante non avessi ancora toccato cibo, mangiare era l'ultima cosa che volevo fare.

Yuri, il quale stava mangiando dello yogurt bianco, mi puntò addosso il cucchiaino. «Ti conviene mangiare, almeno un po'.»

Spostai lo sguardo sul mio piatto e mi costrinsi a mandare giù un boccone.

«Allora, si può sapere che diavolo è successo?», mi domandò Davide addentando uno spicchio di pesca.

Spostai lo sguardo di lato prima di riportarlo sui miei amici.

Sospirai. «Tessa in realtà è Teresa Minelli. Mi ha mentito, preso in giro per tutto questo tempo, è la ex di Neal Ricci, alias marito della mia vecchia fiamma, e lo sono venuto a sapere dalle amiche di Stefania!»

Elisa sbatté le ciglia un paio di volte. «E lei che ti ha detto?»

Chiusi gli occhi.


Ti supplico, ho sbagliato lo so! Ma ti prego non dire che è finita tra noi e che non esisto più per te. Te lo giuro, io ti amo!


Quando li riaprii notai gli occhi di tutti puntati su di me.

Scossi la testa. «Non ha detto nulla, nulla di cui mi fidi, nulla che abbia più importanza.»

Yuri afferrò la mia mano. «Qualunque cosa tu decida di fare, sai che siamo con te», sorrise e io ricambiai.

Dopo che i miei amici se ne andarono, Elisa mi propose una serata davanti alla tv. Mia sorella decise di vedere Harry Potter, l'unico film senza un briciolo di romanticismo e io non potei se non sorridere davanti a quella scelta.

«Ti ho portato un po' di gelato. Sai alle ragazze aiuta molto», mi spiegò porgendomi la vaschetta alla stracciatella e nocciola con due cucchiai enormi infilati nella crema soffice.

Alzai un sopracciglio perplesso. «Ti sembro forse una femmina?»

Elisa alzò gli occhi al cielo. «Ma quanto sei idiota! I dolci aiutando a ridare un po' di gioia nella vita. È per questo che viviamo in un mondo di gente grassa, Andre», borbottò. «La maggior parte della gente non è felice, finge solo di esserlo. Perché se sei felice, le persone non ti chiedono nulla e se sei sincero e dici di non esserlo a loro non importa perché sono troppo presi dalle loro vite per rendersi conto di quelle degli altri. Perciò se mangiare un po' di gelato può esserti d'aiuto allora tanto vale approfittarne, no?», sorrise avvinando il suo cucchiaio alla bocca.

«Ok, io sto male per amore, la tua scusa qual è?», la presi in giro.

«Che almeno sarò certa che non diventerai ciccione come un lottatore di sumo perché metà me lo sarò spazzolato io!», esclamò facendo l'occhiolino.

Elisa fece partire il film e ci rilassammo davanti a magie e complotti.

A circa metà film, sentimmo qualcuno bussare alla porta.

«Vado io!», disse Elisa e la vidi sparire dietro al muro dell'anticamera. Non vedendola tornare, mi decisi a seguirla, quando una voce mi fece fermare dov'ero, nascosto dietro alla parete.

«Elisa ti prego, devo vederlo, parlargli, spiegargli come sono andate le cose», la supplicò Tessa, ma mia sorella non si fece impietosire.

«Teresa, mio fratello non vuole vederti, non ora comunque. Gli dirò che sei passata, ma ti prego lascialo in pace, almeno per ora. Ha già sofferto abbastanza, non mettertici pure tu.»

«Va bene, ho capito. Solo... ti prego digli che mi dispiace», l'implorò.

Elisa annuì. «Certo, lo farò.»


Come il Faro nella Notte (5- The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora