Sembra essere tutto perfetto.

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Lo scorrere delle ore. Dei giorni. Scandivano una sensazione di benessere. Finalmente Fabrizio era a casa con me, certo sempre impegnato. A volte partiva, ma non era mai troppo distante. Ed io adoravo averlo vicino. Si parlava di cose serie, si scherzava, si rideva. Tanto. E aleggiava una felicità delirante. Casa era un via vai. Ermal, Maya. A proposito di questo, sono usciti per qualche giorno... ma a quanto pare non avevano approfondito la conoscenza. Ed io, francamente non ho mai approfondito le loro intenzioni. Novembre era sempre stato un mese un po' strano per me. Era transitorio. Odiavo le situazioni transitorie. Non sono mai riuscita a gestire bene le attese. Quel momento prima di qualcosa. Il minuto prima di scartare un regalo. L'attesa del soffiare le candeline a fine canzone. O semplicemente una risposta dopo aver posto una domanda. Eppure la mia attesa, forse la più grande, la stavo vivendo con estrema tranquillità. Mi piaceva ogni cosa. Compreso svegliarsi la mattina e sentire lo stomaco chiedere pietà o i dolori frequenti.

"Buongiorno" Fabrizio mi apparve dietro mentre ero seduta fuori in balcone a sorseggiare il solito succo di frutta. "Ei" mi tirai in dietro per baciarlo. "Non ti ho sentita alzarti" disse sedendosi anche lui. "Ho fatto piano per non svegliarti" risposi tranquilla. "C'è qualcosa che non va?" chiese avvicinando la sedia a me. "Niente, lo sai com'è... Mi sono svegliata due ore fa e ho già fatto, tranquillo" dissi sorridendo. "Hai dato di stomaco? Ma potevi chiamarmi?" Chiese accarezzandomi il viso. "Per tenerti sveglio a fare cosa? Meglio che ti riposi... e poi avrei svegliato Aurora" risposi posando il bicchiere sul tavolo. "Vieni dentro..." Disse prendendomi la mano. "Tu stai fumando" dissi indicandolo. "Fumo sulla finestra, tu però entra... tira vento" disse accarezzandomi il braccio. "Rimango con te" risposi mettendomi in braccio a lui. "Fa male anche così al bambino" disse sorridendo. "Allora? Mi devo chiudere in casa se devo stare attenta a ogni cosa" risposi posando la testa sulla sua spalla. "Sta prendendo forma" sussurrò accarezzandomi la pancetta. "Eh sì" risposi. "Che ore sono?" chiesi inebriandomi del suo profumo misto al sapore di fumo. "Le otto e mezza" rispose spostandomi i capelli dal viso. Spense la sigaretta stringendomi fra le sue braccia. "Le otto e mezza?" chiesi scandendo. Lui annuì. "Allora abbiamo circa venti minuti di totale solitudine" dissi baciandolo. Lui mi accarezzò il corpo lentamente. "Nicole..." si staccò. "Sì. Entriamo" lo anticipai alzandomi. Mi buttai sul letto. Lui mi baciò la pancia teneramente. "Nicole" Aurora mi chiamò bussando. "Entra" dissi accarezzando i capelli di Fabrizio che si era poggiato sul mio seno con la testa. "Vuoi andare prima tu a farti la doccia?" chiese guardandoci. "Se vuoi andare tu, vai" dissi tranquilla. "Aspetta" disse scattando una foto. "Sì, grazie. Ora vai" dissi ridendo. "Mandamela" urlai mentre lei usciva dalla stanza. "Dicevi di venti minuti?" chiese Fabrizio ridendo. "Non ne abbiamo approfittato in tempo" risposi ridendo. "Mi sarei accontentato anche solo di cinque minuti. Mi sarebbero bastati" rise baciandomi. "Allora? Che ha detto Ermal? Viene?" chiesi curiosa. "Sì, solo per Aurora" rispose serio. "Perché solo per Aurora?" chiesi confusa. "Perché non viene per Maya" rispose scuotendo le spalle. "Capito" risposi facendomi abbracciare. "A che ora dovete stare da Federica?" chiese guardando il cellulare. "Per le dieci" risposi. "Ti devi muovere" disse fissandomi. "Lo so... Devo uscire almeno per le nove e mezza" risposi. "Ho degli impegni fino alle sei di pomeriggio. Ti garantisco che alle sei e mezza sono a casa e alle sette siamo per strada ok?" mi baciò. "Fai quello che devi fare, non abbiamo fretta" risposi sedendomi. Lui annuì alzandosi. Sembrava teso per qualcosa. "Che ti prende?" chiesi alzandomi anche io. "Oggi mi daranno due risposte importanti..." disse rimanendo di spalle. "Andrà bene" risposi posando le labbra sulla sua schiena nuda, e le mani sul suo petto. "Lo spero. Sii il mio portafortuna" scherzò. "Tieni" gli passai il richiamo degli angeli che mi aveva regalato Maya. "Dice che quando suona richiama degli angioletti. E credo che possano servirti più a te. Oggi. Lo proteggo io" mi accarezzai la pancia. "Grazie" mi baciò. "Chi vuole può andare" Urlò Aurora. "Andiamo insieme, così facciamo prima entrambi" dissi tirandolo in bagno.

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora