L'arrivo di Babbo Natale

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24 dicembre 2017

h 18.00

"Dove sta il..." "lì" indicai il suo telefono, "Kira, la prendo io." Dissi prendendo il guinsaglio. "Aspetta un attimo" mi prese la mano togliendomi il guinsaglio di Kira dalle mani. "Siamo in anticipo" sussurrò sul mio collo. "Sì?" Chiesi posando le mani sulle sue spalle. "Sì" mi baciò accarezzando le mie gambe tirando su il vesito. Il cellulare prese a squillare. "Mio padre" alzai gli occhi al cielo e lui sorrise sdraiandomi sul letto. Risposi al cellulare ancora sotto al suo tocco delicato sulla pelle. "Pà" forzai la voce facendola uscire più naturale possibile. "Sei partita?" Chiese, "fra mezz'ora parto. Ora devo sbrigarmi che sono uscita adesso dalla doccia" attaccai senza neanche ascoltare la risposta. Fabrizio mi baciò tirandomi sopra di lui. Sbottonai i suoi jeans tirandoli giù, e lui tirò ancora più su il mio vestito. Posò le mani sui miei fianchi e cominciò a muoversi.

"Dai, ora stiamo in ritardo" Dissi guardando l'orologio. "Dai, questa è Roma amore, il traffico lo trovi anche in ascensore" rise alzandosi dal letto. "Dicevamo, Kira la prendo io..." Dissi tirando giù di nuovo il vestito. Mi guardai allo specchio, un tubino blu a maniche corte e corto fino al ginocchio, tacchi alti e un trucco leggero giusto per dar luce. Capelli raccolti in una coda mossa e una pancia che proprio mi piaceva. Anche se stava diventando un problema mettere dei vestiti che non stringessero. "Sei bellissima, ma dobbiamo andare" mi prese per mano tirandomi via dallo specchio. "Aspetta" spruzzai il profumo sul collo e uscii dalla camera. "Kira, andiamo" la chiamai. In un minuto era davanti a me, seduta che mi dava la zampa. "L'addestramento le sta facendo bene" guardai Fab che l'accarezzò sulla testa. Ci guardò mentre ci prevaravamo ad andare via. "Perchè ci guardi così?" Chiesi tirandomi su, "Perché mi piace guardarti mentre ti prendi cura di qualcuno..." mi accarezzò la guancia dolcemente. "Che faccio mi metto il papi..." "dì" scherzai vedendolo in difficoltà, "papillon" rise lui. "Il frac" risi anche io. "Vado" mi baciò. "Sì, scendo anche io tra un minuto. Mandami un messaggio quando arrivi... e ricordati tutto" Dissi sulla porta. "Sì, ho preso tutto... ti chiamo dopo" mi baciò chiudendosi la porta alle spalle.

Dieci minuti dopo iniziò la sfida complessa di portare Kira a fare i bisogni con i tacchi e il vestito. "Dai, Kira... non tirare e fai quello che devi fare" dissi tenendola. "Ciao, sei bellissima" un ragazzo l'accarezzò sul muso. "Amstaff ve?" Chiese a me, annuii. "Bellissima, quanto ha?" Chiese curioso. Sembrava non volesse mollare. "Sei mesi" risposi sperando mi tirasse alla ricerca di qualche odore. Invece si sdraiò a terra. "Ma quanto sei bella... Sei proprio bella!" Il ragazzo si accucciò a terra accarezzandola. Sentii il cellulare squillare dentro la borsa. "Amore" risposi, "Sei partita?" Chiese lui tranquillo. "S...no... Kira è intenta a farsi accarezzare da un ragazzo" dissi tranquilla. "Falla mordere" rise lui. "Quanto sei cretino..." risi anche io. "Com'è? Caruccio?" Lo sentii chiudere lo sportello della macchina, "direi di no..." risposi. "Vieni con me?" Chiese lui ridendo. "Sei matto? Ok quieto vivere... ma così è eccessivo" risi. Kira continuava a rimanere sdraiata. "Andiamo Kira" la tirai. "Ciao... spero di rivederti" il ragazzo mi salutò. "Ciao" lo salutai ricominciando a camminare. "A me questo già m'ha dato fastidio" borbottò Fab. "Scialla... tu sei arrivato?" Chiesi aprendo lo sportello della macchina per far entrare Kira. "Sì, sto qui fuori a cercare di prendere i regali senza farmi vedere" rise. "Ah, quest'anno non hai neanche bisogno della pancia finta" scherzai chiudendo lo sportello. "Guarda che sei veramente simpatica... aspetta che rido" rise. "Oddio non mi va di andare" borbottai salendo in macchina. "Dai, è un ambiente leggero con tuo padre... fa sempre cose per pochi intimi" rise prendendomi in giro. "Sì vero?" Chiesi girando la chiave, la macchina fece un accenno d'accensione e poi si spense. Kira mi guardò con la testa piegata di lato. "Abbiamo un problema, Kira" dissi ridendo. "Che devo fa se non parte la macchina?" Chiesi a Fabrizio. "Fa scende Kira... che lei sicuramente è più brava di te" scherzò. "Dai" risi. "Riprova a folle" rispose tranquillo. "Sta a folle" risposi seria. "Ti si è scaricata la batteria... prova a chiedere a Mauro, tanto sta a casa" sentii il cofano chiudersi. "Sì... chi è?" Chiesi ridendo. "Dai... sono settecento anni che abiti là, e non conosci il tuo vicino?" Chiese ridendo. "Non sapevo si chiamasse Mauro... perdonami. Che gli dico?" Chiesi ridendo. "Vabbè, aspetta in macchina. Lo chiamo io." Il rumore metallico di un cancello mi fece capire che stava andando dai figli. "Ok. Fammi sapere." Attaccai. "Kira... amore mio, siamo bloccate qui." Dissi ridendo. Lei cominciò ad abbaiare. "Nicole" mi salutò un uomo, "suppongo tu sia Mauro" dissi ridendo. "Sì" rise lui. "Fammi vedere un attimo" Si mise al mio posto e provò ad accendere. "Ti faccio partire subito" disse scendendo dalla macchina. Guardai Kira facendo una faccia confusa. "Sembra essere la batteria, aspetta qua... e lascia il cofano aperto" disse andando via. "Come si apre?" Chiesi in imbarazzo. Lui rise, "donne" scosse la testa spingendo un pulsante nella macchina. Si aprì. Io incrociai le braccia guardando il cellulare. "Arrivato?" Fab. "Sì. Già fatta la prima figura..." risi scrivendolo. Lui mandò la faccina che rideva ed io risposi con la donna che si mette la mano sulla fronte. "Attacco i cavi eh" il mio vicino tornò con la macchina parcheggiata di lato alla mia. Annuii. E poco dopo la macchina partì. "Grazie, scusa il disturbo" dissi entrando in macchina. "E di che... buone feste" mi salutò. "Anche a te" lo salutai andando via.

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora