I giorni passarono veloci. Charlotte cresceva e insieme a lei, le paure dei suoi due genitori. Insieme cercavamo di fingere che tutto fosse normale, che tutto fosse tranquillo e che lei fosse al sicuro. Da soli si crollava.
Sorpresi Fabrizio, nel suo studio, intento a cercare un piano per proteggerla. Dare cazzotti alle pareti. Notti a fissarla dormire accarezzandole il viso, con la dolcezza di un padre innamorato follemente.
Le mie cronologie di ricerca erano tutte su allarmi ultra tecnologici e protezioni antiscasso. Le mie notti erano lacrime soffocate nel cuscino. Ed io ormai ero un mantra vivente. "Vedrai, amore mio. Non le succederà niente." Mentre in me, c'era un filo sottilissimo che si scuciva ad ogni rumore non consueto. Le poche ore di sonno erano annebbiate dall'incubo del passato. Di Kira nel sangue. Il bambolotto impiccato. Le minacce. L'odore acre del mio sangue, misto al dolore al fianco. Ed era sempre svegliarsi col sudore nonostante i brividi di freddo, gentilmente offerti dalla sensazione della pistola sulla pelle nuda.
Ogni notte c'era un uomo della vigilanza di mio padre fuori casa. Ogni giorno, Charlotte non era mai nello stesso posto. Con le stesse persone. Questo ci concedeva il minimo vantaggio che dall'ultima foto che ci aveva mostrato, Charlotte era cresciuta. Non era mai insieme a volti riconducibili a noi. Non in pubblico.
Il rapporto con Fabrizio subiva i silenzi. I turbamenti e le voragini nel cuore. Lentamente si stava sbiadendo la dolcezza, e la serenità che solo fra di noi riuscivamo ad avere. Non si avevano più argomenti di dialogo. Non si riusciva più ad aprirci. Ed io, io mi sentivo dannatamente in dovere di dare la mia vita, per poterli sapere sereni, entrambi.
"Nicole, sei tornata." Lui si girò vedendomi entrare dalla porta di casa. "Come sempre a quest'ora." Bofonchiai spostandomi i capelli dal viso. "Credo che dovremmo parlare." Si alzò dal divano mentre Charlie giocherellava con dei pupazzi sul tappeto.
"Di cosa?" Chiesi con il cuore in gola. "Di noi." Mi seguì in cucina con un certo timore. "Charlotte è in salone da sola." Farfugliai volendo scappare lontano da quella conversazione. "Smettiamola di annullarci per un minuto. Uno solo." Mi prese la mano ed io sentii il groppo in gola. Era stanco di quella situazione, come lo ero io. "Dimmi." Guardai la sua mano tenere la mia, e sorrisi dolcemente al ricordo di quando era semplice quotidianità quel gesto. Era passato poco tempo, ma sembravano mille anni.
"Nicole, io e te così non possiamo andare avanti. Me ne vado di casa. Porterò Charlotte lontano da qui. Tu puoi tenere casa. Quando si saranno calmate le acque, la riporterò da te." Sussurrò senza guardarmi. "E tu?" Chiesi con il terrore che mi stringeva le membra. "Io... Io andrò avanti. Lo farai anche tu." Si staccò tornando da Charlotte.
"Scusa. Fabrizio." Lo seguii prendendogli la manica del maglione. "Mi stai lasciando? Sii chiaro." Trattenni le lacrime. "Ci siamo lasciati da un bel pezzo. Dì, da quanto non fai l'amore con me? Da quanto non dormiamo insieme? Da quanto non ci diamo il buongiorno o la buonanotte? Da quanto io e te non abbiamo che Charlotte in comune?" Chiese con gli occhi bagnati. "Mi sembra una vita." Risposi cadendo come in trance sulla sedia. Posai le mani sulle gambe per reggermi. Era finita e non me ne rendevo conto.
"Portala via. Difendila Fabri. Hai ragione. È solo colpa mia. Parlale di me. Cercherò un modo per essere presente. Lo giuro." Mi alzai dalla sedia, e cercai di salire le scale. "Dimmi se hai altre soluzioni per noi. Sono pronto a rimediare." Ammise da sotto le scale.
"Non ne ho. Sono troppo stanca di lottare. Io amo Charlie. Io amo te. Giustamente, però, non posso essere egoista e tenervi in questa vita di merda. Perciò, prepara ogni cosa. Io vado a letto." Liberai le lacrime, salendo gli ultimi scalini. Lui rimase attonito al piano di sotto. Non capiva cosa mi fosse successo, o forse era semplicemente stupito dalla mia ammissione d'amore nei suoi confronti.
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Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-
FanficAl destino non si riesce mai a scappare. Neanche Nicole c'è riuscita. La storia di un amore travolgente. Lei ha vent'anni è piena di sogni. Ballare per Vasco era sempre stato un sogno per lei. Uno di quelli per cui valeva rischiare tutto. Ce n'er...