Se c'è lui io sto a casa.

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Passarono i giorni e Fabrizio tornò ad essere immerso dai pensieri sul concerto. E alle sue prove con la band.

"Buongiorno amore mio" mi abbracciò mettendomi le braccia intorno al collo e lasciandomi un bacio sulla tempia, mentre preparavo la colazione. "Buongiorno" sussurrai. "Charl? Dorme?" Chiese posando il mento sulla mia spalla. "Eh, sì... stanotte ha fatto le prove pure lei per il concerto" risposi sbadigliando. "Davvero?" Si staccò guardandomi con un lo sguardo colpevole. "Eh sì... E tu dovresti dormire... hai le occhiaie sotto i piedi... manca una settimana al concerto... non puoi sta così. Non..." "Oi, davvero, non ti devi preoccupà. So quello che devo fare... Però certo mi dispiace un sacco non averti aiutato stanotte perchè non l'ho sentita piangere..." Sussurrò accarezzandomi il viso. "Non ti preoccupare. Senti, faccio colazione e mi vedo con Michele. Sta a Roma due giorni e..." "Va bene." Rispose guardando il cellulare. "Che ne dici se passo a prendere Kira da mio padre?" "Fico" rispose sedendosi al tavolo con il succo di frutta. "E magari poi vado a casa di Alessandro... eh?" Chiesi posando le mani sulla sedia. "Che?" Alzò lo sguardo finalmente. "Grazie per avermi ascoltata..." dissi andando in bagno. "Dai, vieni qua... facciamo colazione" mi prese per i fianchi tirandomi in cucina. "Sei un deficiente. Un cretino." Borbottai. "Scusa, è che mi hanno appena detto che monto il palco il tredici. Appena smonta Vasco." Si mise seduto di nuovo. "Figo no?" Chiesi sedendomi vicino a lui con il succo di frutta. Charlotte cominciò a piangere. Mi portai le mani nei capelli. "Vado io." Lui si alzò andando in camera da letto. Quando tornò Charlotte era in pace con il mondo tra le sue braccia. "Mi fa malissimo la testa" sussurrai. "Ci credo." Rispose guardando Charlotte. "Che c'è? Che vuoi che mi guardi così?" Lui l'accarezzò dolcemente. "Ah, andiamo bene." Risposi sorridendo.

Andai a farmi la doccia velocemente indossando un pantaloncino di jeans e una canottiera bianca con le converse bianche e andai a preparare anche Charlotte, mentre Fabrizio si faceva la doccia. "Oh, Nì... mi passi l'accappatoio?" Urlò dal bagno. "Due figli c'ho. Mica una. Due." Dissi prendendo in braccio la piccola e passando l'accappatoio a Fabrizio. "Grazie." Lui sorrise afferrandolo dalla doccia. "Andiamo amore di mamma, finiamo di farci belle?" Chiesi dandole un bacino sulla fronte. "Oh, non troppo belle... che già t'ho visto a te." Rise seguendomi in camera da letto. "Che c'ho?" Chiesi indicandomi. "Niente, sei bellissima." Mi baciò andando ad aprire l'armadio. "La porto da mio fratello oggi pomeriggio..." gli ricordai. "Lo so. Andiamo da zio?" Rise Fabrizio facendosi prendere il dito da Charlotte. "Continuo a ribadire di averne due. Non una." Risposi infilando il body a Charlotte. "Schifo?" Chiese indicando un paio di jeans e una maglietta bianca a maniche corte. "No." Risposi guardandolo dallo specchio. "Ma se neanche mi stai guardando." Si lamentò. "C'ho lo specchio, genio." Risi indicando sopra il comodino dove stavo vestendo Charlotte. "Che devi fa Charl? Ci vuole pazienza." Scherzai prendendola in braccio. "Guarda come sei diventata veloce..." mi prese in giro. "Visto?" Sorrisi soddisfatta sedendomi sul letto con lei fra le braccia. "Sì, facciamo colazione." Dissi sorridendo alla sua manina sul mio seno. "Hai visto? Ieri sera ci stavo giocando con il sonaglietto e lei lo guardava..." Ero come ipnotizzata da ogni evento che caratterizzava la sua crescita. "Sì?" Chiese lui sedendosi affianco a me. "Guarda..." Lei lo guardò mentre lui le accarezzava dolcemente la schiena. "Sei proprio bella lo sai?" Chiese Fabrizio rivolto alla piccola. "Grazie, l'ho fatta io..." scherzai. "Io do stavo?" Chiese ridendo. "Stavi facendo un tour ricordi?" Chiesi indicandolo. "Questa è mia... si vede da lontano proprio." S'inginocchiò a guardarla. "Charl, hai già capito come avere gli uomini ai tuoi piedi... Chapeau." Risi. "Sì, perchè invece te dormi vè?" Chiese serio. "Sì. E ancora sto aspettando di sapere per quale motivo Alessandro è sparito dalla circolazione dopo che c'hai discusso e per quale motivo." Risposi seria. "Perchè ha detto che sei... vabbè... ma che te frega de quello?" Chiese alterato. "No, niente... m'interessa di quello che fai te." Risposi scrollando le spalle. "Sì eh... la prima domanda è stata perchè è sparito... proprio de me te frega..." rispose infilandosi la maglietta. "Sei geloso papi?" Chiesi ridendo. "Sì, problemi?" Rise anche lui baciandomi. "Vado. Ti chiamo più tardi." Si staccò da me, e anche Charlotte si girò verso di lui. "C'hai ragione amore, non t'ho salutato." Si piegò a dargli un bacio sulla guanciotta e se ne andò lasciandoci sole. "Bene... Abbiamo fatto tutto piccolè?" Chiesi sistemandomi la maglietta di nuovo.

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora