La felicità è dove si rifugia l'ultimo pensiero del giorno.

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Dopo il gioco a coppie, come ogni matrimonio degno di nota, arrivò il momento karaoke.

"Ho un'idea. Una proposta. I vincitori di Sanremo, al femminile." Maya mi tirò al centro della pista, passandomi uno dei due microfoni. Fece cenno di posare il microfono sull'asta.

"Scusa, se devo farlo, lo faccio bene. Amore, dammi la giacca." Mi avvicinai a Fabrizio che scosse la testa ridendo. "Brava. Ottima idea." Maya mi imitò e poi insieme posammo i microfoni sulle aste. Tirai su le maniche con lo stile di Fabrizio e sorrisi facendo l'occhiolino.

"Al Cairo non lo sanno, che ore sono adesso. E il sole sulla rambla oggi non è lo stesso. In francia c'è un concerto, qualcuno canta forte, qualcuno grida a morte." Guardai Maya cantare e accennai un sorriso. Mi incantai a guardarla, e lei mi fece cenno di cantare. Mi agganciai subito. "E questo corpo enorme, che noi chiamiamo terra. Ferito nei suoi organi, dall'Asia all'Inghilterra. Galassie di persone disperse nello spazio, ma quello più importante è lo spazio di un abbraccio. Di madri senza figli, di figli senza padri. Di volti illuminati, come muri senza quadri. Minuti di silenzio, spezzati da una voce. Non mi avete fatto niente." Lo imitai il più fedele possibile, incrociai il suo sguardo era davvero divertito mentre mi faceva il video. Maya fece i stessi movimenti di Ermal, non riuscii a trattenere una risata. Per tutta la canzone, eravamo le fotocopie dei nostri mariti. Con somma fierezza, e a testa alta. Pronte ad urlare al mondo, che proprio quei due, i due "sopravvissuti." I due amici che non avevano scritto solo una canzone contro il terrorismo, ma proprio per chi nella vita, combatte e si rialza. Gridando "NON MI AVETE FATTO NIENTE." E non potevamo proprio, per niente al mondo, estranearci dall'urlarlo insieme a loro.

Maya mise una canzone, e poi passò il microfono a Fabrizio. "Perchè ogni volta ai Karaoke cantamo io e te?" Chiese raggiungendomi. "Albano e Romina?" Chiesi ridendo. "Oddio, non me ritengo proprio genere..." Scherzò posandomi una mano sul fianco. Partì la musica. Ed io sorrisi. Quella canzone quando eravamo semplicemente amici, la cantammo di ritorno a una serata. "Che confusione, sarà perchè ti amo, è un'emozione, che cresce piano piano. Stringimi forte, e stammi più vicino. Se ci sto bene, sarà perché ti amo." Cantai avvicinandomi a lui. "Io canto a ritmo, del dolce tuo respiro, è primavera, sarà perché ti amo. Cade una stella, ma dimmi dove siamo?" Cantò anche lui sorridendomi. "Che te ne frega? Sarà perché ti amo. E vola vola si sa, sempre più in alto si va. E vola vola con me, il mondo è matto perché...E se l'amore non c'è, basta una sola canzone, per far confusione fuori e dentro di te. E vola vola si va..." Mi fece girare su me stessa facendomi ritrovare con la schiena contro il suo petto. "Ma dopotutto, che cosa c'è di strano, è una canzone, sarà perché ti amo. Se cade il mondo, allora ci spostiamo. Se cade il mondo, sarà perché ti amo." Lo guardai e lui mi strinse di più a sé. "Stringimi forte e stammi più vicino, è così bello che non mi sembra vero. Se il mondo è matto, che cosa c'è di strano? Matto per matto, almeno noi ci amiamo." Mi posò le labbra sulle mie sorridendo. "E vola vola si sa, sempre più in alto si va..." Cantammo in coro sotto gli applausi dei presenti.

"Nicole, ferma là. Che ore sono?" Chiese Maya prendendomi in giro. "Non farlo." Risposi ridendo. "Devi cantare la ninna nanna a Charlie?" Chiese ridendo. "Sì." Risposi mettendomi una mano sulla fronte. "L'unica canzone che riesce a cantare alla figlia è una canzone del marito. L'unica che la fa dormire." Fabrizio annuì alle parole di Maya. Era fiero e compiaciuto che sua figlia, già dai primi momenti nella mia pancia, sia stata praticamente a contatto solo con la voce paterna.

Maya mise due sedute al centro della sala, e una chitarra. Sapendo benissimo, che la sera, per farla addormentare, Fabrizio o suonava la chitarra o il pianoforte, altrimenti non c'erano altre soluzioni. "Chiudete gli occhi, e immaginateli in casa, così. Sul letto, e capirete, perché io su questa coppia metto la mano sul fuoco che sia amore vero." Maya ci indicò. Charlotte si accoccolò sul mio seno, guardando il suo papà. La sua manina si muoveva lenta sulla mia pelle, in una tenera carezza, mentre Fabrizio muoveva piano le dita sulle corde tese della sua chitarra.

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora