Non ho distrutto nulla!

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La mattina mi svegliai alle 5.45 con un idea fissa in mente: Andare da lui.

Scrissi un post-it a Fabrizio:

"Spero mi perdonerai. Ti amo."

Gli lasciai il mio bracciale di cuoio sul post-it andando in camera da letto.

Greta aveva la manina posata sul viso di mia sorella e lei la stringeva forte.

Cercai di fare piano per non farle svegliare. Presi un jeans nero attillato e una felpa nera, scelsi una maglietta bianca a maniche corte e corsi in bagno buttandomi sotto la doccia per una doccia veloce. Optai per una coda perfetta, mi vestii velocemente indossando le vans nere e andai in salone. Dove quel magnifico uomo stava dormendo tranquillo, ignaro che stava per avere un risveglio brusco. Sarebbe stata questione di ore, e si sarebbe reso conto della mia missione suicida.

"Lo sto facendo per te" sussurrai sedendomi ai piedi del divano. "Ti prometto che tornerò. Torneremo." Sussurrai sulle sue labbra. Gli lasciai un bacio pieno di terrore e disperazione sulle labbra morbide. "Scusa" sussurrai facendo cadere una lacrima sul suo viso. Andai a prendere le chiavi della macchina chiudendomi la porta alle spalle. Senza guardare in dietro, senza rimorsi. Doveva vedersela con me.

H: 6.45

Ero esasperata dagli eventi. Ero stanca di rimanere a guardare mentre terrorizzava la mia vita. Non potevo rimanere inerme. Sopratutto se in ballo c'era Fabrizio e mio figlio. Kira... Kira stava morendo per colpa mia. Come potevo essermi impelagata in quell'incubo? E cosa avevo fatto per meritare simile follia? Non importava.

Avrei avuto tutte le risposte appena l'avrei visto.

Guidai senza neanche guardare la strada, andai a ruota libera, come se il corpo si muovesse solo. Come se fossi un robot, senza emozioni.

"Dai, avanti papà... per favore rispondi" dissi all'ennesima chiamata senza risposta.

"Nicole" la sua voce insonnolita mi fece capire che non avrebbe lavorato.

"Papà... ascoltami ok?" cercai di mantenere le lacrime. "Sì, ti sto ascoltando" rispose riprendendosi subito dalla sensazione di torpore.

"Scusa, sono stata una pessima figlia. Non ho mai dato una soddisfazione, non ho mai ascoltato neanche una tua parola, ero convinta che fosse tutto giusto quello che facevo. Ho distrutto troppe vite per rimanere ferma. Volevo solo dirti che ti voglio un bene pazzesco, che comunque andrà io sono fiera di essere stata tua figlia, e ti ringrazio per aver accettato me, così com'ero. Grazie per avermi capita. E scusa ancora..." le lacrime scesero facendo cadere con loro il silenzio.

"Scusa se per l'ennesima volta dovrai pagare per un casino che ho combinato io. Non avere paura papà. Sarai fiero di me. Ovunque sarò e comunque andrà. Dì a Fabrizio che, quella discoteca era bellissima, e che avrei voluto portarlo di sotto. Dove tutto aveva senso." Attaccai lasciando le lacrime.

Accesi la localizzazione del cellulare e lasciai la macchina in un parcheggio distante dalla mia destinazione. Lasciai sotto il tappetino un vecchio cellulare con la localizzazione accesa.

Camminai a lungo. Determinata e incazzata.

Scrissi un messaggio a Maya. "Se dovesse succedermi qualcosa, non ti preoccupare. So che di te mi posso fidare. Saprai cosa fare, sempre. E se ti perderai, pensa a quanto ci siamo divertite in tutti questi anni. Ti voglio bene." Lo mandai togliendo la suoneria.

H:7.10

Un portone rosso e nero m'indicò che era arrivato il momento. Ero proprio da lui. Mi arrivò una foto di Kira, stesa a terra con gli occhi sofferenti. Trattenni il respiro per poi lasciarlo andare.

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora