Ci siamo cambiati a vicenda, no?

779 18 0
                                    




Nella macchina aleggiava tensione. La sua mandibola serrata e il respiro pesante. Il mio fissarlo in attesa di una parola, ed un silenzio ai limiti dell'impossibile. Il suo battito accelerò il respiro quando imboccò la via di casa. Lo vidi respirare a pieni polmoni e buttare fuori l'aria. "Calmati..." sussurrai posando una mano su quella che teneva sul cambio. Lui accennò un sorriso tornando a tendere ogni singolo muscolo. "Mi hai tradito?" chiesi cercando di capire. Lui mi guardò come se avessi detto un'eresia, tornando poi alla strada. "Ti verrà mal di collo" dissi posando una guancia sul palmo della mano. "Hai intenzione di parlare?" Chiesi tranquilla. Lui scosse la testa continuando a guardare avanti. "Hai passato una cinquantina di posti vuoti... mi stai portando in Nigeria?" chiesi seria. Fece di nuovo no con la testa. "Fabrizio, ti prego" posai una mano sulla sua gamba. Lui parcheggiò senza neanche guardarmi. "Devo chiedere a Michela se può ospitarmi?" chiesi incrociando le braccia. Si girò verso di me, si stava torturando le labbra perchè erano rosse fuoco. Il suo sguardo era implorante, come se mi stesse chiedendo solo cinque minuti di tregua. Glieli concessi camminando verso casa. Lui mi prese per il fianco con una mano e mi tenne stretta. Continuava a non parlare, ed io ero sempre più agitata. Non l'avevo mai visto così teso.

In ascensore c'erano anche altri condomini, così non potei rincarare molto la dose. Lui mi spostò i capelli dal viso, come ad esaminare ogni centimetro di me. Sorrisi guardandolo negli occhi, "Ei..." lo baciai delicatamente mentre lasciavano l'ascensore gli ultimi due condomini. Lui contraccambiò dolcemente stringendomi a sè. L'ascensore si aprì di nuovo lasciandoci passare. Entrai in casa seguita da lui che chiuse la porta con il piede. Il silenzio che ci accolse mi sorprese. Quasi mi aspettavo le solite cinquecento persone.

"Rimani lì, e girata" la sua voce mi fece sussultare. Era più roca del solito e tremolante. "Cos.." chiesi spalancando le braccia. "Girati verso di me." Disse dolcemente. Mi girai piano, trovandolo in ginocchio sotto di me. "Garantisco che ci saranno tempi duri, garantisco che a un certo punto uno di noi due o tutti e due vorremmo farla finita, ma garantisco anche che se non ti chiedi di essere mia lo rimpiangerò per tutta la vita, perchè sento nel mio cuore che sei l'unica per me. Ecco... vedi... questa è stata la dichiarazione d'amore che più mi ha segnato dalla prima volta che l'ho sentita. E quando ti ho vista la prima volta, ho subito pensato che tu saresti stata la mia Maggie... una donna che scappa sempre a un centimetro dal sì, mettendo appositamente scarpe basse per scappare più veloce. Solo che io volevo essere il tuo Ike... farti rimanere, e lo so... sono sempre stato convinto da tutte teorie tutte mie per cui essere contrario... e so anche, che tu lo sei anche più di me. Come so, di non essere perfetto, di non essere l'uomo che meriti, perchè io ti trascuro e come dici tu, io non ci sono mai" si fermò. "Sent..." "Fammi parlare, o mi viene un attacco di panico." rise. "vai" sorrisi anche io. "Io e te ci siamo cambiati a vicenda... E mio nonno diceva sempre che con la donna giusta, ogni uomo vuole farlo... considerando che ti metti anche spesso nei guai, ci servirà... e poi se proprio m'hai fatto valutà 'sta cosa... vuol dire proprio che sei te quella giusta no? Ora io ti chiedo solo di rispondere. Non dobbiamo farlo oggi o tra un mese... posso aspettare anche anni. Ma dimmi che succederà davvero. Mi vuoi sposare?" schiuse una scatolina lasciando spazio a un anello brillante con un diamantino all'interno. "Se mi prometti delle cose..." dissi dondolando sui talloni. "Cosa?" chiese lui guardandomi negli occhi. "Mi prometti che non diventiamo quelle coppie che divano e Netflix significa davvero divano e Neflix?" chiesi sorridendo. "Come posso pensare a divano e Netflix sul serio... se è di te che si parla?" si alzò. "E poi devi buttare i jeans blu a sigaretta... sono orribili" dissi ridendo. Lui annuì. "Posso starci" rise. "E poi... mi devi promettere che rimarrà tutto così... in questo piccolo spazio dove tutto è perfetto" dissi sorridendo. "No... un'altra cosa" rise. "Dai..." borbottai. "Ti sposerei... non rinunciare a questa grande conquista" risi guardandolo negli occhi. "Dimmi di sì, e basta" sussurrò prendendomi un fianco e avvicinandomi a sè. "E poi mi prom..." "sarà tutto come vuoi tu... ora fai la seria" rise baciandomi. "Lo voglio" risposi sulle sue labbra. Mi infilò l'anello al dito e poi spostò le mie mani dietro la sua nuca baciandomi. "Divano e Netflix?" chiesi stringendolo a me. "Sì, metti il film... io penso alle pop corn" rispose staccandosi. "Dai..." lo seguii in bagno. "Sei terribile... t'hanno appena detto che non devi fare sforzi..." Lui mi indicò basito. Io imitai Belen con pose provocanti. "Non ho ben capito cosa stai facendo" rise. "Belen... sssei terible" dissi delusa. "No, no... vedi... non possiamo sposarci! Non mi capisci..." dissi ridendo. "No, infatti" rise anche lui mettendomi le mani sui fianchi. "Sì, e non ridi mai alle mie battute" brontolai fingendomi offesa. "Smettila" rise avvicinandosi con il corpo al mio. "Sì... e poi non c'è proprio complicità..." Lo guardai di traverso. Lui trattenne una risata annuendo. "E non ci manchiamo quando sei via... quindi direi che è proprio solo sesso... non voglio nulla d'impegnativo capisci? Scusami" lo spinsi. "Me ne farò una ragione" lui rimase in bagno mentre io andai in salone. Tornai in dietro sporgendomi alla porta. "Fab" lo chiamai mentre si toglieva la maglietta. Lui mi guardò in attesa di una delle mie cavolate. "Però se vuoi possiamo continuare a farlo..." risi. "Sei deficiente" lui mi tirò la maglietta sporca. "Mmmh... eccitante" risi. "E comunque, zero sforzi capitano." Risi andando via dal bagno, mentre tiravo alle mie spalle la sua maglietta prendendolo sul viso. "Eh... ma se mi fai così" allungò le braccia afferrandomi da dietro di me. Mi trascinò fino al letto sdraiandomi sotto di lui. Tese una mano facendola scivolare dal seno alla pancia... fino all'elastico della tuta. La mosse lentamente fino a darmi piacere. Lo imitai su di lui posando la testa sul suo braccio. "Amata solitudine" sussurrai sulle  sue labbra. "Ah... direi proprio di sì" sorrise togliendomi i pantaloni. Glieli sfilai anche io e poi affondai le mani fra i suoi capelli, mentre entrava dentro di me senza preamboli. Lui mi accarezzò il seno dolcemente per poi accarezzare i fianchi e le cosce.

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora