Merito molto meno, di ciò che mi dai!

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"Fabrì." Lo chiamai scendendo le scale. "Ei, amore." Rispose affacciandosi da sopra il divano. "Hai da fare?" Chiesi insonnolita. "Sono le tre, sto vedendo un programma imbarazzante in televisione, e mi chiedi se ho da fare?" Chiese aprendo il braccio per farmi segno di andare vicino a lui. "Sta piovendo fortissimo, ed io non mi sento bene." Mi misi seduta affianco a lui. "Che hai?" Chiese abbracciandomi. "Ho freddo, e mi sento la febbre." Risposi guardando le persiane delle finestre ancora aperte. S'illuminavano e subito dopo arrivavano dei tuoni fortissimi. "Vieni qua." Mi strinse al suo petto dandomi un bacio sulla fronte, per sentire la temperatura. "Dillo che sei una paraculetta, e volevi essere coccolata." Sorrise guardandomi negli occhi. "No. Se vuoi farlo però, non ti fermo." Sorrisi dandogli un bacio.

La pioggia era fortissima, e i tuoni un sottofondo perfetto per delle tenere effusioni. "Aspetta. Spengo la televisione." Si staccò di poco da me, spostando il peso verso il tavolinetto senza smettere di guardarmi. Tornò a baciarmi dolcemente. Mi prese per mano portandomi di sopra. "Charlotte dorme?" Sussurrò entrando in camera da letto. "Sì, è nella sua stanza." Annuii entrando in camera da letto.

Lui mi baciò alzandomi da terra prendendomi sotto i glutei. Mi sdraiò sotto di sé sul letto continuando a baciarmi. "C'era qualcosa in sospeso?" Chiese accarezzandomi i fianchi con entrambi i palmi sulla mia pelle. Inarcai la schiena e lui ci passò la mano accarezzandola. "Sì, penso proprio di sì." Risposi accarezzandogli i fianchi. "Queste labbra..." Le accarezzai con il pollice mentre gli toccavo la barba. Lui mi baciò il pollice facendo schioccare le labbra. I suoi occhi nei miei occhi. Era ciò di cui avevo bisogno, il suo tocco. Il suo bellissimo modo di guardarmi. Il fuoco ardente che avevo nelle vene ogni volta che mi sfiorava. Mi tirò sulle sue gambe da seduto e mi girò mettendomi di spalle.

"Fab..." La voce ormai roca uscì in un sussurro quasi impercettibile. "Dimmi." Rispose lasciandomi una scia di baci dal collo alla schiena. Sentii il bisogno di lui più forte di tutto. "Fallo." Ansimai. "Cosa devo fare?" Chiese allungando una mano tra le mie gambe. "Oh, avanti... non farmelo dire." Sorrisi imbarazzata. "Fin quando non lo dici, non faccio proprio niente." Rispose lasciando baci sulla mia spalla. Gli abbassai i pantaloncini alzando di poco il mio corpo dal suo. "Non se ne parla." Mi bloccò le braccia con un braccio le tenne ferme. "Che hai intenzione di fare?" Chiesi ansimante.

Lui posò una mano sul mio pantaloncino facendolo scivolare insieme alle mutande. La mia pelle contro la sua. Lo sentii muoversi sotto di me, e poi entrare piano. "Aah." Mi uscì sorridendo. "Ora va bene?" Sorrise anche lui tenendomi le braccia in un abbraccio. "Molto bene." Ansimai muovendomi sulle sue gambe. Posai le mani sulle sue ginocchia e spostai tutto il peso in avanti.

Avevo bisogno di lui. In tutto ciò che poteva darmi. Ci lasciammo andare al piacere.

Mi buttai sdraiata sul letto, ormai senza forze. Lui posò la testa sulla mia schiena dandomi un bacio. "Sei bellissima." Sussurrò. "Cane che alliscia, vuole qualcosa." Risposi guardandolo. "Come se non te lo dico mai." Sorrise abbracciandomi. Alzai le coperte e ci infilammo dentro. Lui mi abbracciò stringendomi al suo petto. "Ho bisogno di te." Sussurrai posando la testa tra l'incavo del collo e la spalla. "Sono qui." Rispose spostandomi i capelli dal viso. "Voglio andare lontano. Solo io, te e la piccola." Gli accarezzai l'addome dolcemente. "Lo faremo." Promise dandomi un bacio.

Mi addormentai tra le sue braccia, cullata dal suono del temporale.

La mattina seguente mi alzai dal letto, spostando il braccio di Fabrizio intorno al mio seno. "Mmmmh." Si lamentò afferrandomi di nuovo. "Fabrì, dai." Risi spostando le sue mani. "Tu non mi meriti. Sai quante donne non sposterebbero le mie mani?" Farfugliò insonnolito. "Ma finiscila." Risi.

"Ti lascio solo ed unicamente se stai andando a prendere Charlotte per portarla qua." Mi guardò sorridendo. "Va bene, prendo Charlotte, te la porto qua e vado a prepararle la colazione e torno." Risposi lasciandogli un bacio sulle labbra. "Va bene. Non glielo cambià il pannolino. Ce penso io. Come sempre." Borbottò. "Mo sta' a vedè che sei te che fai tutto." Incrociai le braccia. "Quando fa i bisogni ammettilo, che pulisco sempre io." Rise. "Certo. Che pensavi? Che te prendevi solo la parte più bella?" Chiesi ridendo. "Quella me la prendevo pure se usavo il preservativo. Non serviva per forza fa una figlia. Evidentemente la volevo." Si finse snob. "Gni gni gni." Lo canzonai. "Mamma mia. T'ammazzo." Mi afferrò per la pancia tirandomi sul letto. "A scemo." Risi lanciandogli un calcio. "L'hai voluto tu." Mi afferrò per le braccia e chiuse le mie gambe contro le braccia. "Io ti odio. Davvero." Mi lamentai ridendo. "Gni gni gni... com'è che non lo fai più?" Chiese sfidandomi. "Sta piangendo Charlotte." Indicai l'altra stanza con l'unico dito libero. "Solo perchè dici che è mia te lascio." Rise lasciandomi sia le mani che le gambe. "T'ha staccato la faccia. Sta zitto." Risposi ridendo mentre raggiungevo le scale mentre lui andava a prenderla. "Oggi te meno." Mi minacciò ridendo. "Non essere violento." Gli mandai un bacio correndo in cucina.

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora