Il 2017 lasciò lo spazio a un 2018 pieno di aspettative. Eravamo entrambi spaesati da grandi novità; ma sembrava andar bene. E mentre Gennaio lasciava lo spazio a Febbraio e la mia pancia cresceva fortemente, lui dormiva sempre meno per accertarsi che fosse tutto perfetto. Lo sentivo urlare in piena notte contro il muro, avrei voluto davvero aiutarlo. Anche se sapevo che qualsiasi cosa avessi detto o fatto, sarebbe stato del tutto momentaneo. Lui era agitato per i suoi grandi risvolti lavorativi; ed io non potevo che ripetere quanto fosse amato, e che quello che faceva non aveva eguali.
Quella mattina era diverso, quella mattina lui si svegliò a letto con me. Tenendomi stretta. Nessuno dei due voleva lasciare le mani dell'altro. "Se fingiamo di dormire, non dobbiamo alzarci" sussurrò assonnato. "Amore... Puoi dormire ancora un po'" sussurrai mentre posava la testa sul mio seno. "Tipo?" Chiese socchiudendo gli occhi. "Un'ora" risposi guardando l'orologio. Lui sorrise abbracciandomi. "Beh? Che facciamo?" Chiesi mentre mi guardava. "Rimaniamo così... quaranta minuti" disse sbadigliando. "Gli altri venti?" Chiesi ridendo. "Facciamo l'amore" si alzò sulle braccia lasciandomi un bacio sulle labbra. "Sei ottimista" scherzai. "Ti faccio vedere io..." sussurrò tenendomi sotto di lui. Mi baciò di nuovo e ci lasciammo andare ad un momento di passione.
"Hai preso tutto?" Chiesi specchiandomi. Forse non mi piaceva il jeans con gli strappi e la felpa grigia. Però avrei avuto il giubotto. Legai i capelli velocemente. "Sì... allora sei sicura che non vuoi venire già da oggi? Vola una settimana." Disse prendendo la sua valigia. "Sono sicura" risposi mentre prendevo le chiavi della macchina e Kira. "Va bene..." sembrava non voler proprio ribattere. Quando salì in macchina era silenzioso; cercai più volte di spezzare quell'aria tesa. "Dov'è il binario 1?" Chiese guardandosi intorno. "1?" Chiesi sorridendo, lui mi guardò confuso. "Il binario 1... quello del treno che abbiamo preso insieme la prima volta, da Modena." Dissi smorsando il sorriso. "Già, ma stavolta non ci sei." Disse spostandomi i capelli dal viso. Ermal e Maya gli arrivarono alle spalle. "Pronto?" Chiese Ermal indicando il binario proprio davanti a noi. Lui annuì prendendomi per mano camminando verso il treno fermo.
"Fai il bravo, stai attento e divertiti" dissi abbracciandolo. "Tu stai attenta, e qualsiasi cosa chiamami ok?" Chiese accarezzandomi il viso con entrambe le mani. "Sì, amore... stai tranquillo starò con mio padre..." sussurrai. "Ti chiamo appena posso, ok?" chiese baciandomi. "Mi mancherai da morire" sussurrai sulle sue labbra. "Anche tu a me. Però ora devo andare o mi lasciano qua" rise andando via. Tornò indietro a lasciarmi un bacio e poi salì sul treno. Maya ed io ci guardammo per un brevissimo istante nel momento in cui il treno stava lasciando la stazione. Sapevo benissimo che ci saremmo rivisti, eppure proprio non riuscivo a credere di non sentirlo vicino. Maya mi posò un braccio intorno al collo e mi fece girare portandomi in un bar. "Posso sapere per quale motivo siete insieme se a dicembre vi siete lasciati?" Chiesi sedendomi al tavolo. "Siamo tornati insieme due settimane fa, ma lo volevamo tenere nascosto... io non so stare senza di lui, e sembra avermi capita" sorrise chiamando il cameriere. "Buongiorno, prego" il ragazzo ci sorrise. "Un cappuccino con caffè corto e molta schiuma" ordinò lei. "Un thè caldo e due cornetti semplici" ordinai io. "Due?" Chiese Maya ridendo. "Uno è per te" risi. "Ah..." rispose lei sorridendo. "Beh... mi racconti?" Chiesi curiosa. "Praticamente due settimane fa sono andata a ballare con Lorenzo e Federica... A proposito... no te lo dico dopo." si fermò. "E niente, sono andata a ballare con loro e... mi sono ubriacata come una deficiente... e l'ho chiamato. La mia fortuna era che fosse a Roma a fare interviste... e praticamente, niente... ho detto tante cose, e lui il giorno dopo è venuto da me a parlare... ed io ero praticamente ignara di tutto ciò che avevo detto... lui ha ascoltato tutta la mia storia senza giudicare. E Nicks, sto bene. Lui è per me, lo so che è per me... Perchè fino a poco tempo fa se mi ubriacavo mi veniva di chiamare mio padre e dirgli tutta la verità, invece lui mi ha..." sorrise guardando il cappuccino. "Salvata" conclusi capendo alla perfezione cosa stesse provando. "Fino a un po' di tempo fa, io non capivo cosa ti legasse a Fabrizio, cosa ti rendesse così... diversa. Insomma... hai detto di sì, e hai rinuciato a tutto. Guardati, sei al quinto mese di gravidanza... e sei felice..." m'indicò con gli occhi lucidi. "Quarto... al quinto ci entro fra due settimane" precisai. "Vorrei anche io sai?" Chiese incupendosi. "L'avrai" risposi aspettando che il mio thè si freddasse un po'. "Kira?" Chiese lei. "Sta in macchina... tanto lei basta che dorme" sorrisi. "Allora... posso venire da te a vedere Sanremo?" Chiese Maya. "Sì, mio padre non ha fatto problemi, tanto viene anche Fede perchè dorme con Lorenzo... Ha dovuto lasciare casa per una settimana... te l'ha detto?" Chiesi sorseggiando il thè. "No... perchè?" Chiese lei. "Perchè devono fare dei controlli... pensano non sia a norma il palazzo" risposi. "Ah, capisco... quindi tutta festa" rise lei. "Uh... non sai..." risi. "Senti, posso farti una domanda?" Chiese avvicinandosi. "Vai" risi. "Ti pesa la pancia?" Chiese curiosa. "Che caspita di domande fai? No..." risi. "Che ne so, ce l'hai bella piena... sei sicura che sia uno?" Chiese ridendo. "Deve essere uno, già so esaurita così... mi ci mancano pure i gemelli" risi mordendo il cornetto. "Pensi che possano vincere?" Chiese lei spezzando il cornetto. "Sì, cioè insomma... Hanno tutte le carte in regola" risposi guardandomi intorno. "Che c'è?" Chiese preoccupata. "No, niente... vedi quel gruppo di ragazze lì?" Chiesi indicandole dietro di me, lei annuì. "Stanno parlando di me, non sapendo che sono proprio ad un passo da loro." Risi. "E che dicono? Io so mezza sorda" rise anche lei. "Niente, stanno solo dicendo della ragazza che sta con Fabrizio Moro..." risposi scrollando le spalle. Lei mi guardò e poi guardò loro. "Sfodera il tuo sorriso più bello." Disse lei. "Nicole" urlò guardandomi. "No..." mi portai la mano sulla fronte. Le ragazze non ci misero molto ad avvicinarsi. "Scusa, non ti vogliamo disturbare... ma sei Nicole Mancini?" Chiese una di loro. "Sì" sorrisi. "Possiamo chiederti di fare una foto?" Chiese lei. "Certo... Maya ce la scatti?" Chiesi alzandomi. Lei annuì.
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Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-
FanfictionAl destino non si riesce mai a scappare. Neanche Nicole c'è riuscita. La storia di un amore travolgente. Lei ha vent'anni è piena di sogni. Ballare per Vasco era sempre stato un sogno per lei. Uno di quelli per cui valeva rischiare tutto. Ce n'er...