Mal che vada, saremo in sei.

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Parte 1

La location era bellissima, un piccolo castello sul mare. Raggiunsi Maya in cima alla torre, insieme a Federica, mentre i due uomini andavano da Ermal.

"Oh Maya. Se ce volevi uccide, bastava dirlo." Parlai entrando in stanza. "C'era l'ascensore." Rispose agitata mentre cercava qualcosa in un baule bianco. "Che cerchi?" Chiese Federica. "Che te frega de che sta a cercà? Per dinci, ce lo volevi dì dell'ascensore?" Chiesi incrociando le braccia. "Nicole... aiutami. Ti prego." Mi guardò sull'orlo delle lacrime. "Che è successo?" Chiesi accarezzandole i capelli. "Ho perso il fermaglio di mia nonna... è un cimelio di famiglia. Ed ha un valore." Farfugliò piangendo. "Fede, cerca ovunque da quella parte." Indicai la postazione del trucco e spostai Maya dal baule. "Ci penso io, rilassati." Le accarezzai la guancia dolcemente e lei sorrise sedendosi sul letto. "Quando arrivano gli altri?" Chiesi cercando di non farla pensare, mentre frugavo nelle sue cose. "Precisi per il matrimonio. Arriveranno un'ora prima, avranno giusto il tempo di indossare i vestiti e poi..." "A che ora se mangia?" Federica si girò verso di noi. Sbottai a ridere. "Scusa, c'ho fame." Rise colpevole. "Ermal è andato con Fabrizio a prenderci la pizza. Fra due ore arrivano i truccatori e... Oh cazzo..." Maya si toccò il naso e poi mi fece vedere la mano insanguinata.

"Se non ti calmi, ti faccio sanguinare per un motivo. Te devi da una calmata." Sbottai prendendo i fazzoletti dalla borsa. Ne bagnai uno sotto l'acqua gelida e lo portai sotto il suo naso. "Ti stai agitando troppo. Calma. Ok?" M'inginocchiai ai suoi piedi accarezzandole la coscia. "Facile per te, non ti sei preoccupata di niente. Hai trovato tutto pronto." Sentenziò. Federica si girò di scatto con gli occhi sgranati, pronta a dividerci. Io sorrisi annuendo. "Vero. Non ho scelto neanche di sposarmi dopo cinque giorni dal parto. E non ho scelto niente. Effettivamente, era proprio così che mi volevo sposare lo sai?" Chiesi sarcastica. "No. Scusa. Non volevo..." Maya mi guardò piena di rimorsi. "Tranquilla. Lo so, c'è tutta l'ansia del mondo. Però, credimi. Domani non sarà cambiato niente. Anzi, lo amerai come se fosse un primo giorno." Sorrisi rassicurandola. Lei annuì sdraiandosi.

Passarono due ore, e dopo il pranzo segregate nella torre, arrivarono i parrucchieri e truccatori. "May, scusa, non mi voglio fare i cazzi tuoi, ma quanti so?" Chiesi perdendo il conto delle persone nella stanza. "Sono anche per voi. E per la mia mamma che è all'altra torre." Rispose sorridendo. Notai il terrore nello sguardo dei ragazzi che avrebbero dovuto rifarsi tutto il tragitto due volte, per raggiungere la madre. "No, tranquilli, ora vi dirà che c'è un'ascensore" risposi provocando l'ilarità generale. "Cretina." Maya mi tirò un fazzoletto usato. "Che schifo." Mi scansai ridendo. "Raccogli valletta." Scherzò Federica. "Oh, a scema. Te faccio chiude nelle segrete." Risi andandole a mezzo centimetro.

"Non date ascolto a 'ste deficienti. Cercate la torre con la scritta "OSPITI." e trovate mia madre." Maya ci spostò per parlare con i ragazzi. "Ok." Risposero in sei. "Cioè sei. Federì. Sei solo pe la madre. Federì, c'ho paura." Scherzai. "Questi altro che cappella sistina, usciamo che siamo Monica Bellucci e Angelina Jolie." Rispose Federica. "Io chi so?" Chiesi ridendo. "Te sei una coscia della Bellucci per ora. Se te metti i tacchi arrivi a esse la coscia e un ginocchio." Mi prese in giro. "Stronza." Mi misi seduta sul letto rubando un cuscino al letto.

I ragazzi cominciarono a truccarci in contemporanea. "Tu cara, sei sposata?" Chiede un truccatore a Federica. "No, ma spero di sposarmi molto presto." Rispose sorridendo. "Io sono stato un po' pazzo, mi sono sposato a Barcellona." Rispose l'altro. Guardai Federica di traverso, per evitare che facesse la figura... "Ma con una donna?" Ecco, l'aveva detto. "Certo." Lui rise divertito. "Federì." Spalancai le braccia. "Oh, guarda che un truccatore etero mica lo trovi ovunque eh." Rispose ovvia. "Ci sta come domanda. Ho avuto anche una bimba." Sorrise felice il ragazzo. "Davvero? Quanto ha?" M'infilai nel discorso. "Eccola, mamma chioccia in azione." Maya mi prese in giro. "Tre mesi, li fa tra due giorni." Il ragazzo staccò gli occhi da Federica per posarli su di me. "Non ci credo. Il 15 maggio?" Chiesi spalancando la bocca. "Sì. Esattamente." Rispose. "Anche la mia è nata il 15 maggio." Parlai con entusiasmo. "Non te l'ha chiesto nessuno... uno... uno..." Maya parlò fingendo l'eco. "Idiota." Risi.

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora