Se guardi in alto c'è ancora la luna.

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Fabrizio's Pov.

"Pronto"risposi al telefono, "Fabrizio, sono Maya, Nicole è con te? La stiamoaspettando al bar... Che è Fè?" chiese Maya, "in mezzo alla strada,Maya... è il s-s-s-uo t-t-e-e-lefono" balbettò, "dove siete?" chiesi in preda al panico, "al bar a Ponte Milvio" rispose. Mi vestii con le prime cose, poi corsi da loro. "Ha visto questa ragazza?" chiese Maya a un signore, la raggiunsi, "Federica?" chiesi, "come hai fatto a riconoscermi? Non ci siamo mai visti" Maya arretrò, "Nicole mi ha fatto vedere un po' di foto, e tu come facevi a sapere che era a casa mia?"chiesi fissandola, "perchè Nicole ha un pessimo rapporto con il padre,ed è molto innamorata di te. Il tuo numero gliel'ho rubato un po' di tempo fa, quando credevo che lei fosse in pericolo" rispose sedendosi su una sedia, "Federica è lì, sta cercando di riprendere il cellulare,fra poco arriva Franco, il padre di Nicole, e abbiamo già chiamato la polizia. Fabrizio, se le è successo qualcosa..." crollò in un pianto disperato, "lo so, non me lo perdonerete mai" risposi scuotendo la testa, "non a te, a tutti noi, lei è così... indifesa... Franco" si alzò di scatto guardando dietro di me, "Maya" la abbracciò, "e lei è?"chiese guardando verso di me, "Fabrizio" gli strinsi la mano, avrà avuto una cinquantina d'anni, "non è un po' troppo piccola per te Maya?" chiese con aria schifata, "oh no, non sta con me" rispose Maya ridendo, scossi la testa, "ciao Fabrì" mi salutò Federica, "ciao"risposi, mi guardai intorno concentrandomi su una Opel Adam bianca conun graffio sulla fiancata, "la macchina di Nicole" corsi, "come... come l'ha riconosciuta?" chiese Franco seguendomi, "una persona non può sparire di punto in bianco" sbottò Federica. "Buongiorno, polizia" si presentarono due ragazzi interrompendo i nostri discorsi."Andrea,ne sono sicura, Fabrì, sono sicura. Lei è..." Maya sembrava scossa,"potrebbe essere..." Federica lasciò le lacrime, "non lo dire neanche per scherzo, lei è forte" sbottai. Dentro di me sapevo quanto quell'ipotesi potesse essere reale. Il messaggio che mi era arrivato,la paura di non vederla nel letto, sapevo di non doverla mandare da sola. Cazzo, Fabrì, una cosa dovevi fa' manco quella! E se ora fosse morta? Se l'ha uccisa? Sentii il bisogno impellente di spaccare tutto, diedi un calcio a una macchina, "dove sta mia figlia" il padre sembrava impazzire, provai a immaginare il dolore della perdita di una figlia. Preferii non pensare.

"C'è arrivata la segnalazione di un corpo femminile bionda, sui vent'anni" disse uno di loro, mi crollò il mondo addosso, Nicole era biondo cenere, ma era bionda, l'aveva uccisa. "Dicono che ha molto sangue intorno a lei, rimanete qui voi donne" disse uno di loro, "Nicole è come una sorella per me" rispose Maya scendendo le scale di corsa, ci ritrovammo alle sponde del Tevere, mi si gelò il sangue, era Nicole, aveva gli occhi chiusi, non si muoveva, c'era un mare di sangue intorno a lei, corsi da lei, "Nicole" la afferrai delicatamente poggiandola con la schiena su di me,"sta inquinando le prove" disse il poliziotto, "Nicole" sussurrai, "Nicole" la strinsi. Guardai Maya, Federica e Franco immobili. Maya cadde a terra con le ginocchia, Federica rimase ferma e tremante, Franco urlava "è la mia bambina, è la mia bambina" in ripetizione.

Amore mio, respira, respira. Ti prego. Ti prego. Non puoi essere morta. Non puoi. Capito? Io e te dovevamo fare troppe cose. Dovevo assaggiare come cucinavi stasera. Dovevo stringerti tra le mie braccia mentre vedevamo un film di scarsa qualità. Dovevi farmi ascoltare qualche canzone ridendo, dovevi semplicemente stare con me. Te l'avevo detto che dovevi rimanere con me. Perchè cazzo sei testarda? Perchè? Ascoltami, torna da me. Torna da me. Vivremo insieme. Giuro che ti chiederò di trasferirti da me, sarai la regina di casa, almeno finchè non ci sarà mia figlia. Ti prego. Ti prego. Rimani con me. Rimani. Ti prego. Rimani qui. Lotta. Lo so che tu sei una guerriera. Combatti.

La sentii, un suono minimo, ma respirò, le controllai i battiti, "respira, chiamate un ambulanza, respira" urlai stringendola, "forza, lo so che sei forte. Forza" le presi la mano delicatamente, era fredda, poi arrivò l'ambulanza che la portò via. "Se vuole venire con noi qualcuno" disse il paramedico, tutti fecero cenno su di me, salii tenendole la mano.

"Queste sedie sono scomode. Perchè non ce la fanno vedere?" chiese Maya, "ha perso troppo sangue" Federica scosse la testa, "dov'è stata ferita?" chiese Franco, "aveva una ferita all'addome e una al braccio, all'addome potrebbe aver compromesso la milza" spiegai, "ma è un'ora che è lì dentro" borbottò Maya, "ssh, un dottore" mi alzai mentre lui si avvicinava, si tolse la mascherina con aria grave, "la ragazza è..." se era una di quelle cazzate che poi sorridono dicendo che è tutto apposto lo gonfio, "è dormiente, può rimanere uno solo alla volta, e servirà qualcuno che rimanga per la notte. Per il resto è tutto stabile. Potete chiamarla roccia" il dottore sorrise, sentii la mano chiudersi, "certo" mi misi seduto, "ho capito tu chi sei, ed anche se mia figlia ti ama, sarai l'ennesimo errore della sua vita" entrò nella sua stanza, guardai entrare nella stanza senza dire nulla, "faccio io la notte, andate prima voi" sussurrai stringendo i pugni, mi guardai i vestiti, erano pieni del sangue di Nicole, "Se mi dai le chiavi di casa tua ti vado a prendere il cambio e te lo porto" disse Federica, "tieni" gli scrissi anche la via su un fogliettino, "perfetto. Allora entro a vedere come sta e vado" sospirò.

Infilai il mazzo di rose nel vaso sul tavolino sotto alla finestra, presi la sedia e la portai affianco a lei, aprii leggermente le finestre facendo entrare l'aria estiva, poi mi misi seduto affianco a lei, senza parlare, le strinsi la mano delicamente, le spostai i capelli dal viso, erano ormai ore che stava dormendo. Sbloccai il telefono aprendo le notizie. Quasi tutti parlavano di lei, "hai visto Ole? Non sono l'unico che ti ama" sussurrai vedendo i messaggi sui suoi social, mi affacciai alla finestra, era pieno di persone.


"Questa sera, questa sera, questa sera, non lo so, c'è qualcosa nell'aria stasera, che non si può, non si può, non si può spiegare a meno che, non ritorni per forza a parlare ancora di te. Se tu fossi buona, buona con me, ti porterei, ti porterei la luna, a letto con te... e se non ci fosse luna, allora beh, ne inventerei, ne inventerei subito una. L'una per te. La fortuna, la fortuna, la fortuna quando c'è, aiuta sempre comunque gli audaci e mica me. Io che c'ho paura, perfino che, che un giorno in testa mi caschi la luna, o di perdere te. Io non sto piangendo, adesso no, sto soltanto, sto soltanto dicendo, che ti amo. E non ho paura, adesso che se guardo in alto c'è ancora la luna, se guardo in alto c'è ancora la luna, se guardo in alto c'è ancora la luna, e qui vicino ho te. Io non sto piangendo, adesso no. Sto soltanto, sto soltanto dicendo, che ti amo. E non ho paura adesso che se guardo in alto c'è ancora la luna, se guardo in alto c'è ancora la luna, se guardo in alto c'è ancora la luna... e qui vicino ho te... e qui vicino ho te...e qui vicino ho te. Se guardo in alto c'è ancora la luna... e qui vicino ho te... e qui vicino ho te... e qui vicino ho te... se guardo in alto c'è ancora la luna, l'una per te... e qui vicino ho te... e qui vicino ho te... se guardo in alto c'è ancora la luna... e qui vicino ho te... e qui vicino ho te... e qui vicino ho te. Se guardo in alto c'è ancora la luna! L'una per te!" Da fuori alla finestra si alzò un coro delicato, sorrisi guardando i tanti volti rivolti verso l'alto.

"Chi è che canta?" una vocina roca mi fece girare di scatto, "ei" sorrisi vedendola sbattere le palpebre, "tuoi fan" risposi accarezzandole i capelli, "tu sapevi cosa mi stava per succedere vero?" chiese afferrandomi la mano, io annuii, "avrei dovuto darti ascolto, avrei dovuto... già, ma lo sai che non sono fatta per le cose giuste" sorrise accarezzandomi la guancia, "tu non immagini la paura" sussurrai lasciando le lacrime, "hai conosciuto mio padre? O non si è fatto vedere?" chiese toccandosi il fianco con una smorfia di dolore, "ferma, ferma..." la tirai su di poco, "allora?" chiese fissandomi, "dobbiamo parlarne ora? Senti, stanno cantando ancora" mi misi seduto affianco a lei, "sti cazzi Fabrì, ti ho fatto una domanda" si guardò la fasciatura, "sì è venuto, è tutto a posto" risposi mentendo, "non dirmi bugie, si vede da qui a Marte che menti" disse fissandomi, "non ne parlerò ora, perciò a meno che non vuoi sentire cazzate, non fare domande ok? A proposito, Andrea è stato arrestato, si è costituito due ore fa alla polizia" dissi mettendomi seduto meglio, "che ore sono?" chiese stropicciandosi gli occhi, "le dieci e mezza" risposi guardando il cellulare sul comodino, " hai mangiato?" chiese sofferente, "certo" mentii, "di nuovo? Ancora non hai finito de dì cazzate?" chiese trattenendo un sorriso, "so che vuoi ridere" risi anche io, "seriamente, mangia" sembrava stesse soffrendo tutte le pene del mondo, "che hai?" chiesi alzandomi, "mi tira la pelle, mi hanno messo i punti?" chiese tranquilla, "sì" risposi sedendomi di nuovo, "mangi per favore?" chiese accarezzandomi la guancia, "ma sei matta? Te la mangi tu sta schifezza" dissi ridendo, posai la testa sulle sue gambe, era qui con me, allungò una mano accarezzandomi i capelli, sorrisi baciandogliela. Finalmente potevo rilassare i muscoli, che stavano facendo male per quanto erano contratti. 

Un amore è reale quando torna. -Fabrizio Moro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora