-Scusa ma per la caccia c'è un'intera foresta che offre sicuramente animali di diversi tipi, quindi perché siamo qui?- chiese Alexander, dopo la risposta che per lui era già chiara, ma che ancora non riusciva ad accettare. -Dai, segui l'istinto: gli animali non sono il nostro bottino, non sono buoni come gli umani-. Adrien per un attimo avvertì dei conati di vomito, ma questi vennero sostituiti dal desiderio per quel sangue, che ora sentiva fuoriuscire dalla ferita di qualcuno. -Un bambino si deve essere ferito mentre giocava ed ora so che puoi sentirlo. Però non devi lasciarti andare, perché con lui ci sono i genitori. Sei fortunato che nel giro di una sola notte ti mostro un altro trucchetto per ottenere una cosa. Sono certo che ti piacerà- e così dicendo iniziò a concentrarsi sulla casa. -Ora voi andrete a dormire- quasi sussurrò e Alexander riuscì a sentire che i genitori si allontanavano dal bambino. -Ora prova tu, ma sempre con concentrazione. Devi solo visualizzare la vittima e la immagini nella mente. Gli dai un ordine, ma con un tono non imperativo, al contrario quasi comprensivo, come se fossi il suo migliore amico con cui può parlare liberamente e tu gli darai il suggerimento di uscire fuori-. Alexander non sapeva se ci fosse qualche effetto collaterale anche questa volta, ma non era per nulla desideroso di scoprirlo. Si concentrò e poi disse con la sua mente ciò che aveva suggerito Oliver. Il gioco durò per un po', ma alla fine riuscì a convincerlo ad uscire fuori dalla casa e ad andare verso di loro. -Senti l'odore del suo sangue? Riesci a sentire come pulsa il suo cuore?- chiese Oliver e Alexander non ebbe bisogno di rispondere, perché la sua espressione divenne famelica ed il desiderio aveva fatto sviluppare i suoi canini, che fuoriuscirono, pronti a incidersi nel suo collo delicato per prelevare il suo sangue e nutrirsene. Non attese di avere il permesso di Oliver, che mise la sua mano sul bambino ed iniziò a berne il sangue. -Ora basta!- disse Oliver, ma Alexander non lo ascoltava e non si fermava. Oliver non ne fu per niente sorpreso, anzi lo sarebbe stato se si fosse fermato, ma proprio quando stava per intervenire per fermarlo, lo fece da solo. Oliver fu sbalordito: aveva preso una quantità sufficiente per far sopravvivere il ragazzo e con un po' di riposo sarebbe tornato in forma, anche se fosse stato più debole del solito. -Ora tu ritornerai in casa, non ricorderai niente di quanto è successo e riprenderai la tua vita- disse Oliver, fissandolo negli occhi. Il bambino assentì e si diresse verso la sua casa, senza gridare e senza avvertire i suoi genitori, così come chiunque avrebbe fatto. -Sei stato veramente bravo, te lo devo riconoscere!- esclamò Oliver, guardando negli occhi Alexander. -Nessun vampiro appena trasformato riesce solitamente a fermarsi, ma tu sì. La prossima volta però, cerca di fermarti ancora un po' prima-. Alexander lo aveva sentito, eppure sembrava che pensasse ad altro: l'ossessione per quel sangue che aveva già bevuto e per quello che ancora era in quella casa, lo tentava molto. -Visto che sei mio ospite scegli: vuoi l' uomo o la donna?-. Alexander sentiva che pulsava più sangue nell'uomo, ma la donna aveva un odore più esotico e molto attraente. "Chissà quanto deve essere buona!" pensò, dopodiché disse -Preferisco la donna-. Oliver accettò ed entrambi richiamarono con la mente il pensiero. L'uomo andò quasi immediatamente da Oliver, che si abbeverò di lui in pochi secondi, mentre per Alexander ci volle più tempo per convincere la donna. Una volta arrivata, sentì il suo sangue, come fosse un richiamo e non perse troppo tempo nell'addentarla. Anche questa volta riuscì a fermarsi: aveva un autocontrollo davvero eccezionale e fuori dal comune. -Ora convincila che non è successo nulla e donale la pace, facendola ritornare nella sua camera- disse Oliver, che voleva mettere alla prova la sua capacità di apprendimento. Alexander fissò negli occhi la donna e le parlò con un tono piuttosto dolce, molto distinto da ciò che le aveva appena fatto. Aveva seguito alla perfezione tutto ciò che aveva fatto Oliver e sembrava che fosse riuscito. -Sai, credo che riuscirai ad avanzare velocemente di livello- gli disse e si allontanarono dalla casa, camminando. In realtà ad occhio umano non sarebbe sembrato che camminassero, bensì che corressero. Dopo un po', si fermarono ed Oliver notò che Alexander osservava con insistenza le mani, sporche di sangue. Sembrava provasse della repulsione per ciò che aveva fatto ed addirittura sensi di colpa. -Non credere che quello che hai fatto sia tanto esecrabile: in fondo non hai tolto la vita a nessuno. Domani si sveglieranno un po' più deboli del solito e forse non riusciranno a fare alcune cose, ma alla fine si riprenderanno-. Alexander cercava di calmarsi, ma ora doveva ammettere che quello non era ciò che desiderava: essere un parassita che vive alle spese degli altri. -Ci vorrà ancora un po' per abituarti a questa nuova vita, lo so, ma c'è un modo per fare più velocemente: dovrai uccidere-. Alexander non riusciva a capire come questo potesse causare sollievo, dato che si trattava di una cosa ancora più esecrante. Oliver lesse i suoi pensieri e in quell'istante si fermò del tutto. -Guardami!- gli ordinò e lui lo osservò dal capo ai piedi, senza trovare alcuna stranezza. -Io ho ucciso così tante persone che ormai quel po' di sentimento propriamente umano che restava in me, non esiste più. Potrei tornare indietro, uccidere tutti e tre e non mi sentirei in colpa. Prendere solo del sangue da loro, per me equivale già a graziarli. Se voglio fargli un dono, io li trasformo. Per questo esistono dei livelli e solitamente chi si ritrova al livello inferiore, quindi l'ottavo, ha ancora un legame più o meno forte con il mondo degli umani. Progredendo di livello, si lascia alle spalle qualsiasi tipo di ricordo umano, qualsiasi tipo di rimpianto ed uccidere diventa un piacere, alcune volte addirittura è uno sport. Nessun dolore, eterna giovinezza, immortalità e la possibilità di acquisire grande conoscenza, in cambio di una sola piccola anima. Non credi che il prezzo sia giusto?-. Alexander non sapeva cosa rispondere, ma certamente in quel momento non si sentiva propriamente felice e questo lo induceva a credere che tutto ciò non valesse la pena. Oliver chiuse per un momento gli occhi e si concentrò -Per oggi hai appreso molto. Ora ritorna a casa- e così dicendo indicò con la mano un altro vampiro, che lui riconobbe: era Carmelo. -Tu! Sei tu che mi hai trasformato in ciò che sono-. Carmelo annuì e disse -Ed ora sono io che ti riporterò a casa, ma con lo scopo di farti sopravvivere-. Alexander comprese che per il momento doveva fare ciò che gli avevano detto, altrimenti non sarebbe sopravvissuto. Evocò la nebbia e si ritrasformò rapidamente in pipistrello, dopodiché si allontanò seguendo Carmelo. Quella notte si concludeva così per Alexander, che si stese nella sua bara e non appena giunsero i primi raggi del sole cadde in uno stato di sonno profondo
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LICANTROPO IGNARO
ParanormalMalcom esce dall'orfanotrofio e viene accolto in casa da un amico James e suo padre Alexander. Insieme ad una ragazza, Nancy, vivrà delle avventure surreali, fin quando non scoprirà la verità: lui è un licantropo. Dopo questa scoperta che lo sconvol...