CAPITOLO 63: IL RITROVAMENTO DI UN PADRE

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Malcom era sempre più curioso di conoscere altri particolari su quell'uomo, con la speranza di scoprire qualcosa di utile per poter capire chi fosse veramente quella creatura che sembrava lo avesse attaccato. Trascorse un po' di tempo con lui, dopodiché l'uomo gli disse che doveva svolgere altri impegni. Non appena uscito dalla porta, Malcom sentì un'aria strana e decise di nascondersi intorno alla casa. Vide uscire quell'uomo e lo vide andare verso un bosco vicino, da cui provenivano ciò che sembravano ululati. Attese fino all'alba e notò che quell'uomo rientrava in casa sua fresco come una rosa, ma con delle macchie sugli abiti che la sera prima era sicuro non avesse. Entrò in casa sua, chiuse la porta e Malcom non sentì più alcun rumore. Attese qualche minuto, dopodiché entrò in casa, trovando una stanza segreta ed aprendola ritrovò una bara. Seppur non ci credeva, decise di aprire la bara e vide quell'uomo che vi si era sdraiato dentro. Provò a svegliarlo, ma il suo era un sonno profondo, che non poteva essere interrotto da nulla, se non dallo sparire del sole. Malcom aveva in mente, chissà per quale ragione, tutto ciò che poteva aiutarlo contro un vampiro e si procurò il necessario per tenerlo a bada non appena si sarebbe svegliato. Quel giorno si dimenticò perfino del suo lavoro, una cosa che era nuova per lui, sempre così preciso e puntuale. Non appena il sole calò, quell'uomo cercò di rialzarsi dalla sua bara, che era stata già aperta e lui era tenuto fermo da qualcosa che non riusciva a comprendere. Poi guardò meglio e comprese che si trattava di Malcom, che teneva una croce in mano  e lo aveva incatenato, con la minaccia che se solo si provasse a muovere, sarebbe stato trafitto da un paletto di frassino diritto al cuore. -Gentilmente potresti togliere di mezzo quella croce? Così poi parliamo tranquillamente-. Malcom aveva preso delle precauzioni ed aveva quindi con sé dell'acqua benedetta. Tolse di mezzo la croce, pronto a tirare fuori l'acqua. -Ormai non posso negarti la mia natura. Comunque ti ho detto la verità su ciò che facevo quella notte- rispose l'uomo, dopo essersi ricomposto in seguito all'esposizione alla croce. -Sì, io le credo. Però mi risulta una cosa assurda: lei ha avuto un figlio. Pensavo che i vampiri non potessero averne- chiese Malcom e a questa domanda il vampiro non sapeva proprio cosa rispondere e restava basito dal fatto che non riusciva a leggere nella sua mente e questo non gli permetteva di comprendere chiaramente le sue intenzioni. -Mi scusi, ma quali sono le sue fonti?- chiese, cercando di mantenere un'aria distaccata. -Ho analizzato delle tracce di sangue sulla scena della caccia e sembra che il suo sangue sia molto simile ad una persona che conosco- rispose Malcom, vedendo se fosse propenso a confessare. -In realtà potrebbe essere successo, mentre ancora ero umano. A questo punto, però, vorrei sapere chi è- rispose il vampiro e lui non riuscì a resistere -Probabilmente lei è mio padre-. Il vampiro lo osservò attentamente, cercando di capire se quella fosse la verità. -Vorrei tanto sapere cosa è successo: perché non c'è vostro figlio con voi? Voglio dire, perché mi avresti abbandonato?- chiese Malcom, con un tono agitato ed al contempo commosso. -La storia è piuttosto lunga e forse non sarebbe giusto che sia io a raccontarti. Diciamo solo che dopo la tua nascita, tua madre ha avuto qualche problema e non poteva crescerti. Io non ti avrei mai potuto crescere, data la mia natura e per questo abbiamo pensato a lasciarti all'orfanotrofio, anche se ogni notte io ti osservavo dalla finestra, ti guardavo dormire, nella stessa posizione che assumevo anch'io. Una volta che sei uscito, ci avevo pensato a farmi vivo, ma perché avrei dovuto scombussolare la tua vita? Così come mi ero avvicinato, sono scomparso, ripromettendomi di non avvicinarmi più-. Malcom, per qualche ragione, credeva che stesse dicendo la verità. -Ma cosa è successo alla mamma? Non gli avrai fatto del male?- chiese seriamente preoccupato e lui rispose -La risposta l'avrai già avuto da quei ciuffetti di pelo che avrai sicuramente trovato. Ti sconvolgerà sapere che, beh..quella strana figura era tua madre. Queste due notti le ho dato la caccia, o meglio l'ho fatto per proteggere te. Questa notte è la terza notte di luna piena e domani sarà l'ultimo plenilunio del mese. Il primo giorno è quello più pericoloso e si viene attratti dall'odore del proprio consanguineo, dal suo sangue e dalla sua essenza-. Malcom non riusciva a capire il motivo per cui se avvenisse ciò, non ne aveva mai sentito parlare ed in più, dalle leggende, sapeva che quella natura venisse trasmessa ai figli. Lui però non si era mai trasformato. Quando però aveva espresso i suoi dubbi, lui disse -Non ti posso aiutare, perché solitamente gli esseri soprannaturali non devono mai rivelare le proprie caratteristiche ad altri che non sono della stessa specie e lei non mi ha detto come stanno effettivamente le cose-. Malcom voleva incontrare sua madre, ma quell'uomo gli rispose -No, non credo sia il momento più opportuno: tanto per cominciare, dovremmo andare di notte e ci conviene attendere che passi questa notte e domani notte. Poi ci sono alcune cose che devi sapere. Vedi, io non vorrei che tu pensassi male di tua madre. Lei ha portato avanti la gravidanza per circa 7 mesi e dopo tutto questo tempo, senza trasformarsi, aveva accumulato tanto potere dentro di sé e con il primo plenilunio del mese successivo, divenne una vera e propria bestia, anche senza trasformarsi. Io ero appeno uscito dalla mia bara e ho ritrovato tua madre che aveva ormai dilaniato il corpo di tua sorella e parte del suo sangue era entrato dentro di lei. Credo che per questa ragione ci sia stato sempre il fantasma di tua sorella con te. Io poi ho cercata di fermarla per la prima volta e l'ho morsa. Lei però allo stesso tempo ha morso me, quindi ha ingurgitato anche il mio sangue. Questo, beh, non so di preciso se ha avuto conseguenze su di te, ma su tua madre di sicuro. Comprese solo la mattina seguente ciò che aveva fatto contro Rose, ma per superare tutto ciò si ritrovò sola: io ero dovuto andare nel mio torpore giornaliero e non ho potuto fare altro. Quando mi sono risvegliato lei aveva ancora una mente poco lucida e così per le successive due notti. Ho dovuto fare molta attenzione che non ti attaccasse di nuovo. Dopo tutto questo, lei pianse sulle mie spalle e mi disse "Questo bambino non posso crescerlo: se io non dovessi riuscire a controllarmi? E poi tu, nella tua condizione, come potresti crescerlo?". Io volevo tanto averti al mio fianco, perché ti ho amato dal primo momento in cui lei mi ha detto di aspettare un altro figlio. Io, se solo non fossi stato un vampiro lo avrei fatto, ti avrei cresciuto, ma non ho potuto fare altro, così ti ho lasciato davanti all'orfanotrofio-. Malcom dovette prendersi un po' di tempo per accettare tutte queste informazioni. -Ad ogni modo, io non so neanche ancora quali siano i vostri nomi- disse Malcom e lui disse -Ah, sì, giusto. Io mi chiamo Mirko e tua madre si chiama Elizabeth. Ora scusami, ma devo assicurarmi che non commetta qualche altra pazzia-. Così Mirko si allontanò e lasciò Malcom titubante, seduto sul divano.

LICANTROPO IGNARODove le storie prendono vita. Scoprilo ora