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AVISSI IPER SUPER IMPORTANTE:
Allora sto inziando a fare delle storie che sto amando ma voi dovete dirmi se vi piacciono.

1 voglio fare un Throwback Saschefano, ovvero una storia dove racconto capitolo per capitolo tutte le scene saschefano citando il video in cui l'ho presa, tanto sono queste scene che tengono in vita la saschefano e molti neanche le conoscono.

2 voglio fare "il prof di matematica" in un'altra versione, etero.
Che dite vi piace o devo fare una storia etero diversa?
Fatemelo sapere plis perché ho bisogno di consigli, grazie❤️

Stefano P.O.V.
Molte persone dicono che il mondo dei sogni e la realtà sono la stessa cosa. Non c'è cosa più falsa. A volte serve di più avere i piedi per terra, nella realtà, che la testa fra le nuvole, nei sogni.
È giusto sognare, e credere alle nostre immaginazioni e sperare che diventino realtà, ma tutto bisogna farlo rimanendo incatenati al mondo reale, o si finirà per perdere quello e perdendo ciò si perderanno anche i sogni in cui stavamo credendo.

Tutto per dire che non bisogna illudersi sognando troppo, per poi rimanerci male quando si torna alla realtà e scoprire che tutto non è vero. Vi è mai capitato?
Beh dopo che torni dal mondo dei tuoi pensieri, senti un vuoto dentro, e non è piacevole.

La stessa sensazione l'ho sentita quando sascha, la persona più importante per me, è stato portato via davanti ai miei occhi.
Neanche il tempo di chiedere scusa o abbracciarlo dicendogli che rimedierò allo sbaglio che ho fatto, per poi farmi consolare dicendomi "non è stata colpa tua."

Questo pensiero mi fece forza...
-aspettate!- dissi e tutti si girarono per vedere quello che facevo.
Mi avvicinai al corpo ammanettato, che era sascha.
-sascha ti prego scusami io pensavo di farcela, ma Sabrina ha dato prove che non sapevo io...-
-Stefano, ste, ascoltami, ok? Non importa, ricorda la promessa che ti ho fatto. Non perdere la speranza, Stefano. Ti prego..- detto ciò lo fecero entrare in quella macchina che si trovava dietro di lui, aspettando che il sospettato entrasse.

Vedevo la macchina che se ne andava, sempre più piccola, più lontana. Sbattevo più volte le palpebre per cercare di levare il pizzichio negli occhi che voleva far uscire le lacrime.
Quel giorno pioveva, nonostante fosse il 28 giugno, e sotto la medesima pioggia me ne andai da lì.

Non andai a casa, non andai da Salvatore, andai da l'unica persona che poteva aiutarmi in quel momento.

Arrivai in quel vicolo lercio e buio, ero incappucciato, e camminai fino ad una porta di legno scuro
-nome e perché sei qui.- disse un uomo sulla quarantina aprendo pochissimo la porta solo per farsi ascoltare.
-Stefano Lepri. Fatemi parlare con lui vi prego...- mi fecero entrare in quel appartamento vecchio e sporco.

-Stefano che cazzo ti è successo?- mi disse l'uomo.
-ti ricordi quando ti dissi che tu eri "l'idea" del papà che mi ero fatto? E tu mi risposi con "ci sarò sempre per te, in qualsiasi momento." ecco quel momento è arrivato, puoi aiutarmi vero Giuseppe?- iniziai a lacrimare e le possenti braccia del vero Giuseppe Greco mi avvolsero in un abbraccio.

Vi piace this capitolo?

Ps leggete lo spazio autrice sopra perché I Need help🙈❤️

Il prof di Matematica|| Saschefano [finita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora