Io e Sascha eravamo nella mia stanza, i miei non c'erano, avevamo casa libera; lui era... nervoso.
Ma ci stavamo divertendo lo stesso, tirando fuori certe cazzate, che neanche Salvatore poteva dire.Ridevamo, scherzavamo come due ragazzi qualsiasi, come se tra noi non fosse mai successo niente.
-non ti ho ancora dato il regalo!- disse alzandosi dal divano e frugando nella tasca del suo giacchetto.
-ecco... io... è complicato da spiegare...- mi alzai dal divano e barcollando lo raggiunsi.-l'ho pagata un botto... ecco ti va di metterti con me?- mi mostró una collanina bellissima, ci misi un po' per realizzare quello che aveva detto.
Lui mi guardava preoccupato, forse per un mio rifiuto che ovviamente non diedi:-oh cazzo si!- gli saltai addosso e per poco perse l'equilibrio, ma per fortuna c'era il muro.
Iniziai a baciarlo senza lasciargli fiato, non avevo mai messo cosí tanta foga per un bacio.-non so niente di te, ma chi se ne frega... ti amo.- mi disse nei pochi secondi in cui riprendemmo fiato.
-dai Ste dillo... ti prego! Voglio sentirtelo dire.- io odiavo ammettere qualcosa che non volevo, non mi sentivo più il "capo."-al diavolo la dignità, ti amo anch'io...- ridemmo insieme poi mi girai per farmi mettere la collana dal mio fidanzato, finalmente potevo dirlo, o almeno... pensarlo.
-non è illegale tutto ció? Io ho comunque 16 anni, tu ne hai 27... sono 11 anni di differenza!- io ero sdraiato sul divano, con la testa appoggiata sulle gambe di Sascha che, al mio contrario, era seduto a guardare la televisione, mentre mi accarezzava i capelli.
-sei bravo con i conti, comunque si lo è, e vedi di dire al tuo amico di non fare la spia dalla polizia.-Quando disse quella frase mi tornò in mente Salvatore e mi rattristai, mi mancava.
-hey... scusa non volevo ricordarti di Sal... le cose si sistemeranno okay? Te lo prometto.- mi bació sulla fronte e io chiusi gli occhi godendomi il momento.La mattina dopo mi svegliai ma Sascha non c'era. Iniziai a dubitare e subito mi toccai il collo per vedere se davvero c'era la collana, e per fortuna era lì senza un graffio.
-non preoccuparti non è un sogno.- guardai la fonte della voce e vidi Sascha con due tazze in mano, di cui me la passó una. (La mia grammatica😂)
-oggi ho detto che non vengo a scuola, e non ci vai nemmeno te, sono le 10, non puoi piú entrare.- ero mezzo assonnato e capii la metà delle cose che mi aveva detto. Mi massaggiai la tempia, avevo un mal di testa atroce, e pure la sera prima non avevano fatto niente.-che cos'hai, sembri fatto!- disse in una risata, sedendosi vicino a me.
Lo guardai con un sorriso perverso e mi avvicinai al suo orecchio sussurrando; -non sono fatto, ma vorrei farmi te...- mi leccai le labbra e lui, dopo aver posato la tazza, mi fece sdraiare e lui si mise sopra di me reggendosi per le braccia vicino al mio collo, anche se il divano era piccolo.-ti piacerebbe, ma no sono io che ti faccio.- Risi e lo baciai con le mani sul suo petto, mentre entrambi sorridevamo, lui fece intrecciare le nostre dita.
Il suo telefono squilló e rovinó quel fantastico momento, e lui imbarazzato prese in mano il telefono e guardó il messaggio che gli arrivó.
-cazzo no!- chiesi subito cosa era successo e lui mi fece leggere il messaggio.
-la mia ex è a casa.- lo guardai preoccupato e subito mi disse di andare a casa sua. Ci vestimmo in fretta e in macchina, iniziai a pensare a cosa poteva succedere e cosa aveva in mente Sascha...Ho cosí tanto capitoli giá scritti che mi sto dimenticando a che punto sono con la storia aiut :)
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Il prof di Matematica|| Saschefano [finita]
Ficção GeralStefano lepri é un ragazzo di 16 anni, libero e, senza preoccuparsi dei genitori, fa tutto quello che quest'ultimi gli proibiscono: fuma, si droga, guarda i porno... e con questo è uno dei ragazzi piú ambiti della scuola. L'unico che riuscirá a farl...