Sentivo qualcosa che accarezzava i miei capelli; contro voglia, aprii gli occhi ritrovandomi il viso di Sascha a pochi centimetri dal mio.
-Stefano devo andare a scuola, dai alzati su.- mi lamentai come un bambino di sei anni, provocando al mio ragazzo una risatina che adorai tantissimo.
-ti prego, oggi non ho vogli di andare, fammi rimanere qui.- dissi come se lui fosse mio padre. Ma per me lo era veramente, lui per me era tutto.-e daii! Solo oggi, abbiamo gli scrutini ricordi?- mi disse a qualche centimetro di distanza. Inizió a mordere la pelle del mio collo e dopo un po' ci soffió sopra, segno che mi aveva fatto un succhiotto.
Mi alzai così per andare un'altro giorno a scuola con il sedere dolorante per la sera prima. Mi preparai con una felpa che Sascha non metteva e mi avviai a scuola dove Salvatore mi aspettava con Lorenzo che dopo poco se ne andò.
-allora? te lo sei portato a letto?- chiesi curioso, ghignando dopo che vidi le sue guance arrossirsi. MA QUANDO LO VEDO SAL IMBARAZZATO OH!
-hem.. si..- sorrisi involontariamente e lo circondai con un braccio; -e bravo il mio cinquegrana- ridemmo insieme ed entrammo in classe; prima ora: italiano.
Sfruttai l'ora per parlargli dell'idea che avevamo per allontanare Sabrina, avevamo la costante paura di essere scoperti dalla polizia. Quel giorno non avevamo lezione con Sascha, e iniziai a pensare un po' a quello che stava succedendo.
La mia vita prima di conoscerlo era completamente diversa, non sapevo cosa volesse dire amare una persona per me esisteva solo il sesso e la droga, ogni tanto anche l'alcool; con i miei genitori che scopavano da mattina a sera e non si preoccupavano ne di mia sorella ne di me. Poi c'è stata la partenza di Elisa e fu lì che iniziai a stare male e l'unica cosa che mi tirava su era il sesso.
Iniziai a pensare solo a me stesso, comprando vestiti di marca con i soldi rubati a mio padre, un nuovo taglio ai capelli, nuovi amici, diventando così il più popolare della scuola. Ogni ragazza sbavava quando passavo e io me le andavo a scegliere per la sera. Non mi perdevo un festa e io non perdevo un'occasione per crearla, tanto non servivano gli inviti.
Comunque, ogni occasione era buona per prendere una cartina dalla scrivania in disordine della mia camera, mi sentivo bene; non potevo farne a meno.
Poi è arrivato un professore, non so se chiamarlo così. Era infantile e usava il linguaggio di tutti i giorni per insegnarci matematica facendosi adorare. Tutto iniziò per farmi disintossicare dalla droga, ma finii per amarlo e lui per amare me.
Mi toccai al lato del collo dove sentii la catenella della collana che mia aveva regalato Sascha per il nostro fidanzamento, poi salii con la mano sentendo in dolore insopportabile.
-cazzo Sal cos'ho qui?- sussurrai. lui si sporse per vedermi il collo. -cretino hai un succhiotto.- spalancai gli occhi e mi coprii con il colletto della felpa.
Scoppiammo a ridere, cercando di fare silenzio, ma le risate non cessavano e le lacrime scendevano. -Lepri, Cinquegrana cosa avete da ridere?- urlò la strega dalla cattedra. -nulla.-disse salvatore e la prof tornò alla sua noiosissima lezione di italiano. Noi, fregandocene, scoppiammo a ridere di nuovo, ma forse avevamo esagerato.
-in sala professori! ve la vedrete con il professore di matematica.- ci lanciammo un'occhiata ed uscimmo dalla classe con ancora le lacrime agli occhi per le troppe risate. Mi mancavano le giornate così haha!
vi è piaciuto questo capitolo diverso dagli altri?
A me fa cagare peró vabbé 😂
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Il prof di Matematica|| Saschefano [finita]
Narrativa generaleStefano lepri é un ragazzo di 16 anni, libero e, senza preoccuparsi dei genitori, fa tutto quello che quest'ultimi gli proibiscono: fuma, si droga, guarda i porno... e con questo è uno dei ragazzi piú ambiti della scuola. L'unico che riuscirá a farl...