[24]

1.3K 66 8
                                    

Sappiate che 'sto capitolo l'ho scritto due volte, perchè all'inizio non mi piaceva. Divertitevi :)
Ps è a luci rosse ❤️

Vi avverto è piú volgare del solito LOL

Stefano P.O.V.
L'idea che mi era venuta consisteva nel far credere a Sabrina che Sascha fosse innamorato di lei, cosí da farle perdere la denuncia e io e Sascha potevamo stare insieme di nascosto. Ma cosí lui faceva doppio gioco e ció non mi piaceva.

-non pensiamoci andiamo ora.- disse Sascha. Mi convinse ad andare a casa sua per rilassarci un po', i suoi genitori non c'erano e per questo avevamo casa libera, la polizia non ci avrebbe cercato lì.
Con i cappucci ancora sulla testa, entrammo nel piccolo condominio, era piú di una settimana che Sascha non entrava in casa sua...

Stanco è un po' irritato, spinsi la porta che si chiuse con un forte botto, e spinsi Sascha su di essa bloccandolo tra le mie braccia. Iniziai a baciarlo con una foga che non avevo mai usato per baciare nessuno, e infilai, nel vero senso della parola, la lingua nella sua bocca. Le mie mani gli cingevano i polsi bloccandoli sulla porta di legno scuro mentre lui affondava le sue tra i miei capelli incitandomi a continuare tirando, ogni tanto, delle ciocche.

I nostri nasi si scontravano e le nostre lingue si cercavano affiatate, avevo paura di sbavare, ma sinceramente non mi interessava.
Lui non dava segni di volersi staccare ma io non avevo tutto questo fiato, cosí fui io il primo staccarsi permettendo il contatto dei nostri occhi.

-perchè questa sorpresa?- sorrise poggiando le mani sulle mie cosce e io sfruttai il momento per saltargli in braccio a mo' di koala, sapevo che lui adorava quando lo facevo perchè cosí ero io quello piú alto.
-perchè sei solo mio e di nessun altro.- risposi iniziando a mordere la pelle del collo creando dei segni violacei che non si sarebbero tolti in fretta.

Lui mi porto nella sua camera ormai "vuota" e mi buttò a peso morto sul letto rispondendo con -e tu sei mio.- sospirò e si sedette sulla sedia girevole, lasciandomi sul letto che, di sicuro, si era rotto con il mio peso. Povere doghe del letto...

Aprii le gambe, per quanto potevo con i vestiti, avevo ancora le scarpe e avevo la felpa verde con i jeans neri con il taglio sul ginocchio.
-hey non vieni?- mi avvicinai e mi sedetti sulle sue gambe, lui sospirò, era troppo serio qualcosa non andava...

Lui rispose con un semplice "non mi va" e io mi alzai e lo guardai scherzosamente, aveva la febbre ne sono sicuro.
-tu non vuoi scopare? Stai bene? Zitto e vieni con me te la faccio dimenticare io la polizia.- lo feci alzare e lo spinsi sul letto mettendomi a cavalcioni sui suoi fianchi, gli bloccai i polsi e iniziai a baciarlo lentamente senza la lingua. Piano piano, peró, i baci si fecero piú spinti quando chiesi l'accesso, e la foga cresceva sempre di piú, i nostri respiri ne diventavano solo uno.

Gli levai la maglietta e i pantaloni di seguito buttandoli in qualche angolo remoto della camera dove sarebbero rimasti fino a quando la madre di Sascha non li avrebbe tolti. Lo stesso fece con i miei vestiti, per rimanere entrambi nudi. (Ma quale grammatica ho usato in questo pezzo?)

Gli leccai il collo, poi scesi sul petto, gli addominali e infine la vita, con la bocca gli sfilai i boxer liberando la sua erezione. -non urlare troppo.- dissi per poi metterlo tutto in bocca iniziando a succhiare e a leccarlo, lui stringeva il lenzuolo tra le mani cercando di non gemere troppo, ma non ci riuscì. Gemeva e ansimava facendo eccitare anche me.
Quando venne nella mia bocca, tornai alla sua bocca che provai a baciare ma mi scansó.

-ah, ti fa schifo eh?- ridemmo insieme, poi lui mise le mani su i fianchi e, senza chiedermi il consenso, mi penetró procurandomi un urlo di dolore.

Ma quello non era niente, perchè poco dopo scambió le posizioni senza uscire e mi fece mettere a pancia in giù. Diciamo che non sarei riuscito a sedermi per un bel po'.
Mi morsi il labbro per il dolore e aspettai almeno un minuto prima di dargli il consenso.

Inizió a muoversi lentamente e io a gemere sia per il piacere che per il dolore.
Sentimmo la porta di ingresso sbattere e io buttai la testa sul cuscino per cercare di non gemere e stare in silenzio.

Sascha, stronzo quale era, inizió a muoversi piú velocemente e io cercavo di non urlare, ma di ansimare semplicemente.
Amavo il fatto che lui durasse molto a letto ma in quel momento doveva darsi una mossa o i suoi genitori ci avrebbero scoperto.

Dopo poco sentimmo la porta sbattere di nuovo, e le opzioni erano due: o era entrata un'altra persona, o quella di prima se n'era andata. Noi sperammo nella prima, cosí lui poteva aumentare la velocità.

-gemi piccolo...- disse e io mi lasciai andare, finalmente, fino a quando non venimmo insieme, io sul letto e lui dentro di me. Lui si stese vicino a me e mi feci circondare dal suo braccio cosí mi potevo appoggiare sul suo petto nudo.

-mi alzi il voto in pagella ora?- chiesi disegnando cerchi immaginari sui suoi addominali, provocandogli, ogni tanto, il solletico.
-si amore...- a quel nomignolo, mi spostai tra le coperte stringendolo a me in un dolce abbraccio, cosí forte che quasi gli facevo male. Lui, sorpreso, ricambiò permettendomi di poggiare la testa nell'incavo della sua spalla, cosí potevo sentire il suo odore.

Si fece sera, avevamo fame, faceva caldo, eravamo scomodi, ma nessuno dei due dava segni di volersi togliere da quella posizione. Rimanemmo cosí, a farci le coccole, fino alla mattina seguente...

926 parole... non dico niente, piaciutooo??
Oggi ho piú problemi del solito, come state?
Comunque io ho il telefono rotto quindi non pubblicherò molto spesso sorry...


Il prof di Matematica|| Saschefano [finita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora