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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓊𝓃𝑜, 𝓈𝓅𝓇𝑜𝒻𝑜𝓃𝒹𝒶𝓇𝑒

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓊𝓃𝑜, 𝓈𝓅𝓇𝑜𝒻𝑜𝓃𝒹𝒶𝓇𝑒

Ogni suono che lo circondava arrivava alle sue orecchie in modo ovattato, come se stesse sprofondando nel punto più profondo e deserto dell'oceano; e in un certo senso era così. La sua vista era appannata e i polmoni bruciavano come carbone ardente, non riuscendo a trovare un po' di aria in quella stanza bianca, nonostante fosse grande, piena di macchinari. Si era svegliato di soprassalto con un fastidioso bip da una parte e lacrime e urla disperate dei suoi genitori dall'altra. Lee Minho pensò a quante volte si era ritrovato in quella sensazione di soffocamento nella sua vita, quel buio circondarlo e quelle cattive parole rumorose ripetersi in loop nella sua mente fino a rompergli i timpani. Si era ritrovato molte volte a cercare un po' d'aria per respirare, un qualcosa di molto più rumoroso delle voci nella sua testa per così coprirle; e alla fine quel qualcosa l'aveva trovato. Entrò nella sua vita un po' a caso, come quando si dice "è stato il destino". Minho a queste cose non ci credeva, eppure quando si ritrovò a guardare questa nuova, ai suoi occhi, forma di arte, in una giornata soleggiata alla piazza del suo paese, dovette ricrederci. Ricordava ancora quando i suoi grandi occhi dolci si sgranarono sorpresi a quella vista, così come il suo cuore che si ingrandì nel fare entrare al suo interno una nuova e genuina passione. Rimase a fissare il vuoto dritto davanti a sé per svariati minuti, lunghissimi, tanto da far preoccupare tutti i medici in quella stanza e fargli pensare di essere entrato in una sorta di trance. Forse era così; Minho aveva abbandonato la realtà nel momento in cui il dottore gli pronunciò "il tuo corpo ha subito delle grosse lesioni, non potrai più fare dei grossi sforzi con quest'ultimo". Sentiva ogni muscolo del suo corpo irrigidirsi e Minho, nonostante ciò, pensò al ballo e di come l'avesse salvato. Di come fosse importante quest'ultimo per lui e di come avrebbe poi sopravvissuto senza esso. Stava sprofondando di nuovo, e questa volta l'acqua era davvero tanta nei suoi polmoni, impedendogli di respirare per sempre. 

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