𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝒹𝒾𝒸𝒾𝒶𝓈𝓈𝑒𝓉𝓉𝑒, 𝒶𝒾𝓊𝓉𝒶𝓇𝑒
La piccola figura era nascosta accuratamente dietro la porta, i suoi occhi sbirciavano impauriti tutta quella terribile scena; urla che riempivano quella piccola casa al piano terra, suscitando curiosità da parte dei vicini. Jisung chiuse la porta alle sue spalle, non volendo più sentire quelle urla dal suo punto di vista insopportabili, frustranti. Con le coperte coprì il suo corpicino, le mani premevano forti sulle sue orecchie. Nella sua testa, l'immagine dei suoi genitori sorridenti e contenti era davvero bellissima. Jisung sorrise e con una piccola lacrima, scendergli dal visino, si addormentò; perché nonostante fosse piccolo, nonostante gli mentivano sempre così bene, lui sapeva. Sapeva che poteva vedere quell'immagine felice della sua famiglia solo nei suoi sogni. Quando Jisung ritornò al presente, si accorse che come nel ricordo anche in quel momento stava piangendo. Ma questa volta era diverso, incontrollabile. Sentiva che quelle lacrime non si sarebbero fermate per un bel po' di tempo, e aveva paura. Aveva paura di crollare proprio adesso; sentiva che quella caduta sarebbe stata fortissima, impedendogli poi di rialzarsi per sempre. Cercò di asciugarsi il più velocemente possibile quelle lacrime, seduto lì sul pavimento dell'ospedale, davanti quella camera, ma era come se al posto degli occhi ci fosse una fontana rotta. Tutte le emozioni che ha provato a reprimere in tutto quel tempo stavano uscendo come un vulcano in eruzione; sapeva che sarebbe prima o poi successo, ma non sapeva che sarebbe successo più prima che poi. Non sapeva come gestirsi, era terrorizzato. «Jisung» la voce era bassa, eppure era stata comunque capace di far sussultare Jisung. Quest'ultimo sbarrò gli occhi, indirizzandoli poi verso la figura in piedi davanti a sé, con delle stampelle che non sapeva proprio reggere. Jisung si alzò di scatto dal pavimento, dando le spalle a Minho e provando ad asciugare ancora una volta quelle lacrime; ma oramai era tutto inutile. «Ciao Minho, scusami ma adesso non mi va di parlare» Jisung stava per avviarsi, ma l'improvvisa presa di Minho attorno al suo polso lo fece fermare, sorpreso. «Resta con me» l'arancione si voltò come una molla nella sua direzione, gli occhi erano sgranati e le lacrime di scatto parvero fermarsi. Cos'è questa sensazione? Cos'è questa sensazione di pace, di leggerezza? Quindi così ci si sente ad essere aiutati? Pensò Jisung mentre guardava Minho.
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minsung; retry
Fanfiction민성 Minho odiava il colore bianco, Jisung spazzò via quella sua convinzione.