十九; i need you

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝒹𝒾𝒸𝒾𝒶𝓃𝓃𝑜𝓋𝑒, 𝒽𝑜 𝒷𝒾𝓈𝑜𝑔𝓃𝑜 𝒹𝒾 𝓉𝑒

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝒹𝒾𝒸𝒾𝒶𝓃𝓃𝑜𝓋𝑒, 𝒽𝑜 𝒷𝒾𝓈𝑜𝑔𝓃𝑜 𝒹𝒾 𝓉𝑒

Tra loro due quello più impulsivo era sempre stato Jisung e quest'ultimo, vedere un Minho compiere quel gesto, lo sorprese molto. Come un cliché tutto intorno a lui iniziò a bloccarsi, come se qualcuno avesse fermato il tempo; e sì, il suo cuore batteva forte nel sentire la pelle calda della mano di Minho a contatto con la sua. Era piccola e carina, come quelle dei bambini, e allo stesso tempo quella piccola mano lo stava reggendo, gli stava dando forza. Jisung aveva il batticuore perché tutto quello era nuovo per lui, e un po' lo spaventava. Aveva sempre provato a mettersi nei panni di chi riceveva aiuto, aveva sempre immaginato quale emozione avessero quelle persone ma non l'aveva mai provato sulla sua pelle, o almeno fino in quel momento. Adesso capiva l'esitazione di Minho. Il tempo purtroppo ricominciò a scorrere, pensò Jisung, e il dottore lo guardò fisso negli occhi con un'espressione indecifrabile. D'istinto l'arancione strinse più forte la mano di Minho, ancora unita alla sua, sentendosi un pochino più forte e pronto alle parole del dottore. «La signora Han per adesso è fuori pericolo, può andare a visitarla se vuole» Jisung a quelle parole quasi cadde a terra, infatti Minho dovette reggerlo per le spalle. Entrambi fecero un inchino in direzione del dottore e quest'ultimo li lasciò soli, Jisung si dovette sedere sulla sedia blu di quel posto. Il suo cuore era un tornando di emozioni contrastanti tra di loro; felicità per il pericolo scampato, tristezza per il fatto che sua madre si trovasse lì, rabbia verso se stesso per non esserle stato accanto sufficientemente e colpevolezza per averle mentito per tutto quel tempo. A volte Jisung pensava se stesse facendo la cosa giusta, fingere per il suo bene. Fingere di stare bene, fingere di essere forte per così non farla preoccupare. «Le parole che ho detto prima le penso veramente. Tu Jisung a differenza mia sei davvero più forte, stai superando tutto questo da solo, non crollando per la tua mamma. Io egoista come sono non l'avrei fatto» le loro mani erano oramai separate, Jisung osservò Minho; pensò che per il moro quella era la sua prima volta nell'usare come si deve le parole, era stato quasi più bravo di lui e gli venne da sorridere, ma si trattenne. «Vuoi venire a visitarla con me?» Jisung aveva capito che non voleva lasciarlo, perché aveva bisogno di lui.  

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