三十五; alive

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶𝒸𝒾𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝓋𝒾𝓋𝑜

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶𝒸𝒾𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝓋𝒾𝓋𝑜

Minho era turbato. Era preoccupato per Jisung, per la povera donna, ed era preoccupato per la relazione tra lui e Jisung. Adesso cosa sarebbe successo? Avrebbe trovato davvero il coraggio di confessarsi a Jisung? Si stava già pentendo, quando il suo suo sguardo si alzò di scatto da terra, incontrando gli occhi grandi di Jisung. Quest'ultimo lo stava fissando da lontano, fermo sulla soglia della sua porta e della mamma. Minho non riuscì a decifrare l'espressione di Jisung, come al solito aveva quell'aria così cripta che a momenti superava quella del moro. Minho decise di alzarsi dalla sedia e di raggiungerlo. «Cosa è successo?» chiese preoccupato, l'aria che aveva Jisung lo agitava. «Ancora non si sa, la stanno trasferendo, stavo giusto per raggiungerla» Jisung esitò un attimo prima di aggiungere: «se vuoi andiamo insieme» il suo tono di voce si udì appena, Minho ideò che era molto scosso per l'accaduto e decise di non soffermarsi troppo, di correre subito dalla signora e di sperare che le cose non fossero peggiorate ancora di più. Come al solito i dottori non facevano trapelare nessuna notizia, si erano chiusi dentro oramai da un bel po' e Minho e Jisung erano rimasti ad aspettare impazienti. Jisung si tormentava i pollici e Minho ebbe l'impulso di coprirli con le sue mani. Jisung lo guardò sorpreso e poi a quella espressione si aggiunse un sorriso caldo, quello che Minho era abituato a vedergli sempre. A quel gesto il moro ebbe più coraggio ad aprire la bocca. «Riguardo a prima...» era titubante mentre parlava, le guance di Jisung si tinsero all'istante di rosso. «Forse non è il momento adatto, pero...» esitò ancora. «Però?» lo incalzò Jisung, curioso. «Però ho bisogno di risponderti, non l'ho ancora fatto» scese per alcuni secondi il silenzio, poi Minho lo spezzò. «Ti amo anch'io, Jisung» e disse quelle parole con convinzione. Era davvero sicuro. Non sapeva esattamente come fosse successo, un momento prima era turbato e voleva lasciare perdere ma l'immagine di Jisung fermo sulla soglia della porta e le sue mani che toccavano i suoi pollici misero in chiaro le sue emozioni; non voleva lasciarlo, voleva stare insieme a lui il più tempo possibile. Prima che l'arancione potesse risponderlo, le labbra di Minho si unirono a quelle di Jisung per la seconda volta in quella giornata. Non aveva mai avuto tanta adrenalina nel suo corpo, non si era mai sentito così impulsivo, così vivo.

minsung; retryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora