三十三; contrast

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶𝓉𝓇𝑒́, 𝒸𝑜𝓃𝓉𝓇𝒶𝓈𝓉𝑜

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶𝓉𝓇𝑒́, 𝒸𝑜𝓃𝓉𝓇𝒶𝓈𝓉𝑜

Quelle parole arrivarono dopo un po' alle orecchie di Minho. Sembravano così offuscate, così lontane. Era come catapultarsi in un altro mondo, come quello che viene descritto nelle fiabe per bambini. Qualcuno mi ama? pensò Minho. Com'era possibile. In che modo può una persona talmente bella come Jisung sprecare i suoi sentimenti per una persona come me, una persona che pensa solo a se stessa, una persona che ha paura di voltare pagina. Continuò il moro. Non lo capiva. In quel momento Minho scoprì altre emozioni che non aveva mai provato prima, ancora una volta la causa era dell'arancione. Non scappò come tempo fa, stranamente. Lo fissò dritto negli occhi, come a prendere coraggio. Se non l'avesse fatto poi non avrebbe compiuto il gesto successivo. Jisung era leggermente arrossito, non si vergognava dei suoi sentimenti però si stava chiedendo se avesse fatto bene, se magari era ancora presto per Minho. Iniziò ad avere dei dubbi e abbassò il suo sguardo sui suoi pollici, che nel frattempo li stava girando nervoso. Minho posò le sue sottili dita sotto il mento dell'arancione, costringendo ad alzarlo. Jisung sussultò, non ebbe il tempo nemmeno di dire una parola; i suoi occhi si spalancarono sorpresi. Il fiato di Minho solleticava il viso paffuto dell'arancione, che intanto si era tinto completamente di rosso. Si guardarono per pochi istanti, il tempo di ricevere la conferma da entrambi senza usare, come il loro solito, le parole ma soltanto il linguaggio degli occhi. Minho si fece coraggio e chiuse gli occhi, le sue dita stringevano ancora il mento di Jisung e l'avvicinò di più al suo viso. E sì, finalmente per Jisung accadde. Le loro labbra si unirono in un goffo bacio. Nessuno dei due aveva mai dato il primo bacio, era un qualcosa di nuovo, strano e piacevole. Non faceva così paura come pensava Minho, forse perché la persona che stava baciando era Jisung. Baciando. Per Minho quella era l'ultima cosa che immaginava avrebbe fatto, come poteva una persona che non sapeva nemmeno qual era il suo posto nel mondo fare quel gesto tanto importante? Quasi come Jisung l'avesse letto nel pensiero, strinse delicato le guance del moro, come se avesse tra le mani il fiore più delicato del mondo. Era in quel modo che Jisung faceva sentire Minho; una persona delicata, che valeva la pena prenderne cura. Ogni volta che Minho faceva delle domande contorte sulla vita, Jisung era lì pronto a spazzarle via e a dare spazio alle cose più belle che aveva da offrire la vita, all'altra faccia della medaglia. Jisung gli aveva aperto un nuovo mondo, finalmente l'aveva capito. Finalmente voleva scoprirlo, perché per la prima volta aveva una spalla su cui poggiarsi. Quel bacio sapeva di freschezza, aria pulita e lasciava sulla pelle di Minho quella sensazione di calore, come quando vieni baciato dal sole ma in quel caso il sole era Jisung. Le labbra dell'arancione erano soffici e calde a differenza di quelle di Minho, che erano più ruvide e fredde, facevano un contrasto bellissimo come d'altronde erano le loro personalità. L'uno colmava le mancanze dell'altro. Minho avrebbe voluto restare così per sempre, ma si sa che le cose belle non durano all'infinito. Il rumore improvviso della macchina del cuore della mamma di Jisung li fece staccare di scatto, erano usciti bruscamente dal mondo delle fiabe ed atterrati nella fredda realtà; la magia era svanita. La mamma dell'arancione stava avendo di nuovo dei problemi e la stanza venne all'istante riempita dai dottori e infermiere, Minho uscì a malincuore mentre osservava Jisung precipitarsi dalla donna. Il moro si era reso conto che non aveva risposto alla dichiarazione di Jisung, che non aveva risposto con anch'io ti amo, Jisung.  

minsung; retryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora