三十九; overwhelmed

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶𝓃𝑜𝓋𝑒, 𝓉𝓇𝒶𝓋𝑜𝓁𝓉𝑜

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶𝓃𝑜𝓋𝑒, 𝓉𝓇𝒶𝓋𝑜𝓁𝓉𝑜

«Mamma, resisti!» urlò Jisung con tutto il fiato che gli era rimasto. Stava correndo, con la mano salda a quella della mamma, accanto alla barella in movimento. Dottori e infermieri stavano trasportando con urgenza la signora Han in sala operatoria, in quella stanza non potevano fare più nulla. Tutto intorno a Jisung pareva andare a rallentatore, era come se stesse uscendo via dal suo corpo e il mondo circostante gli fosse estraneo. Non stava capendo, non stava realizzando. «Ragazzo non può entrare.» lo fermò una delle infermiere, davanti la porta della sala operatoria. Jisung si trattenne a proseguire con tutte le sue forze, strinse forte la mano della madre; non voleva lasciarla. «Mamma ti aspetto qui, per favore resisti, torna da me» le ultime parole furono più un ordine disperato, mentre lentamente allontanava via le dita dalle sue, con una fitta al petto. La vide scomparire dietro la porta a due ante, con i dottori e le infermiere che si prendevano cura di lei. Crollò a terra, senza forze. Fissò il pavimento con occhi vuoti e pieni di lacrime, solo che quest'ultime non volevano scendere. Le stava trattenendo come se fossero tutte le sue emozioni al suo interno; se le avesse fatte cadere sarebbero state come una cascata inafferrabile, l'avrebbero travolto senza lasciargli aria per respirare. Tirò sul con naso e si sedette barcollante su una delle tante sedie. La sua testa era completamente vuota, non stava pensando a niente. Non si ricordava nemmeno come si era ritrovato a correre. Stava andando tutto bene, la mamma stava riposando serena e Jisung le stava accarezzando i capelli dolcemente, poi quella macchina infernale suonò di nuovo, spezzando la tranquillità della stanza. Gli occhi grandi dell'arancione erano fissi sul suo orologio, era passata un'ora e i medici e le infermiere non si erano ancora fatti vedere. I peggiori scenari stavano passando nella sua testa ma si alternavano anche con scenari positivi, Jisung aveva in serbo ancora un pizzico di speranza. Forse si stava illudendo, però quella era l'unica possibilità per non impazzire. Le porte si aprirono di scatto così come si alzò Jisung dalla sedia, con uno sguardo ansioso alternato da quello speranzoso. I dottori si avvicinarono a lui, stanchi. Jisung non riusciva a decifrare le loro espressioni, o non voleva farlo. «Siamo sinceramente dispiaciuti, la signora Han non ce l'ha fatta» l'impatto delle parole fu come immergersi di getto nell'acqua ghiacciata; improvviso, letale. Alla fine le lacrime scesero silenziose dal suo viso così come tutte le emozioni che aveva trattenuto per tutto quel tempo; Jisung era stato completamente travolto.  

minsung; retryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora