𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶, 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝓊𝓉𝓉𝒾 𝓅𝑜𝓈𝓈𝑜𝓃𝑜 𝑒𝓈𝓈𝑒𝓇𝑒 𝓈𝒶𝓁𝓋𝒶𝓉𝒾
Tutto quello per lui era frustrante, stancante. Il suo petto sembrava allargarsi e riempirsi di tanti piccoli tornado, ma letali. Tante piccole cose, tanti piccoli dolori lacerargli lentamente la pelle ed entrargli fin dentro le ossa. Jisung stava vivendo per la milionesima volta quell'episodio, stava girando per la milionesima volta quella scena. Lui che correva preoccupato, senza sapere niente, dietro ad una persona a lui cara e si sentiva così inutile, così arrabbiato verso se stesso senza essere capace di aiutare: una cosa che detestava e di cui aveva paura con tutto il cuore, non riuscire ad aiutare le persone a lui care. Si domandava spesso del perché l'esistenza di una malattia senza però una cura; era così ingiusto. Il bene e il male, lui pensava, doveva alternarsi, stare sullo stesso equilibrio; ma allora perché nel mondo c'era più il male che il bene? E soprattutto perché colpiva sempre quelle persone che non se lo meritavano? Jisung pensava che anche a quella c'era una spiegazione ma in quel momento, mentre correva dietro la barella che trasportava il corpo inerme di Minho, gli sembrava tutto inutile. "Una spiegazione che però non riesce a risolvere il problema non mi serve, a cosa mi è utile sapere cos'è la malattia che ha mia madre se poi non può essere guarita." C'erano spiegazioni in tutto nella vita eppure non c'erano quasi mai soluzioni e questa cosa innervosiva parecchio Jisung, per lui sembrava una presa in giro. Tutto quello che stava ricapitando a Minho sembrava una presa in giro. Perché stava accadendo di nuovo quando finalmente si stava riprendendo? Jisung si passò nervoso la mano tremante nei suoi capelli arancioni, diventati un po' più chiari a causa dei continui shampoo. «Non puoi entrare» l'infermiera lo bloccò prima che potesse oltrepassare la sala emergenza, Jisung sapeva che non poteva passare. Aveva sentito quella frase così tante volte che oramai l'aveva imparata a memoria ma allo stesso tempo, ogni volta che si ritrovava di fronte quella porta, se ne dimenticava. Si domandava "come posso lasciare quella persona da sola, ad affrontare chissà cosa in quella stanza" ma al contempo pensava "e se anche entrassi, cosa potrei mai fare se non so risolvere niente?". Molte volte aveva pensato di studiare per diventare un medico, scoprire le malattie e curarle, però poi si era reso conto che non tutto era curabile. Non tutti si potevano salvare e trovò conferma nei suoi pensieri quando, non appena girò lo sguardo, un dottore familiare gli venne incontro con un «la paziente Han è di nuovo in pericolo di vita!».
Spazio autrice:
Ultimamente il mio lavoro poco mi sta convincendo, vi prometto che i prossimi capitoli saranno decenti. Abbiate pazienza per favore♡
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minsung; retry
Fanfic민성 Minho odiava il colore bianco, Jisung spazzò via quella sua convinzione.