三十六; in love

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶𝓈𝑒𝒾, 𝒾𝓃𝓃𝒶𝓂𝑜𝓇𝒶𝓉𝑜

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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓉𝓇𝑒𝓃𝓉𝒶𝓈𝑒𝒾, 𝒾𝓃𝓃𝒶𝓂𝑜𝓇𝒶𝓉𝑜

Piano piano Minho si abituò a quella stanza, iniziò a sopportare quel colore bianco che tanto odiava e si concentrava di più sul panorama che offriva la finestra; il vasto prato verde con le persone che lo riempivano. Da un po' si era limitato ad osservare il luogo circostante dalla sua camera, non faceva visita a quella solita panchina sul retro dell'ospedale da parecchio. Aveva deciso di mettere in ordine le sue emozioni e i suoi pensieri e poi... senza Jisung per il moro era una perdita di tempo andarci, il luogo diventava noioso e spento. Dall'episodio dell'ultima volta, dal bacio, Jisung aveva fatto visita a Minho sempre di meno e per il moro cercarlo era diventata quasi una missione impossibile; era nascosto chissà dove e Minho si chiedeva il perché. Forse era stata colpa sua? Forse l'aveva offeso con quel gesto inopportuno in quel momento. È mai possibile che rovino sempre tutto? Pensò Minho, disperato, mentre si dimenava tra le lenzuola del letto. Fissò il soffitto, affranto. Gli mancava. Quando Minho se ne rese conto, la sua faccia diventò rossa d'istinto e il suo cuore perse dei battiti. Questo significa essere innamorati? Si domandò, una sensazione che non aveva mai provato fino ad ora. Minho era sempre stato troppo occupato a fare qualcosa di utile nella vita, a sforzarsi di soddisfare i suoi genitori soltanto per farli stare zitti e quando aveva trovato la passione della danza, si era unicamente fissato su di essa senza guardarsi intorno. Non aveva mai avuto il tempo o la voglia di dedicarsi a una relazione d'amore, era sempre stato dell'idea che avere un ragazzo venisse dopo o anzi, era del tutto inutile. Per lui era più importante trovare uno scopo nella vita, trovare un lavoro stabile e poi forse si sarebbe dedicato all'amore. Però l'incontro con Jisung aveva travolto tutti i suoi progetti e le sue idee. Quel ragazzo per Minho era stato come un tornado, aveva spazzato via tutta la negatività che aveva in corpo. Era stato come una boccata d'aria fresca dopo una soffocante giornata calda. E Minho adesso aveva paura, di rovinare tutto. Voleva fare attenzione, voleva prendersi cura di una persona che non fosse lui, ma non sapeva come fare perché era tutto nuovo per lui. Sospirò. Continuò a tormentarsi con i pensieri, quando ad un tratto la testa iniziò a fargli male. Si alzò subito di scatto, pronto a chiamare soccorso, ma notò che era un dolore sopportabile. Aveva delle continue fitte nelle tempie ma poteva resistere; immagini, di nuovo. Comparvero a scatti nella sua testa, solo due o tre erano più nitide. Il buio di quella sera, i fanali di una macchina, una persona. Una persona

minsung; retryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora