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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓋𝑒𝓃𝓉𝓊𝓃𝑜, 𝓅𝒶𝓈𝓈𝒾𝑜𝓃𝒾 𝓃𝓊𝑜𝓋𝑒
La mano di Jisung tremava leggermente mentre si faceva largo sullo strumento nero, nervoso. Con gli occhi lasciava occhiate fugaci nella direzione di Minho; per lui quella era la prima volta che mostrava la sua passione a qualcuno. Aveva sempre avuto timore, paura di essere giudicato. Paura di sentire quelle parole che gli frullavano sempre nella testa anche ad alta voce, da altre persone. "Che stupidaggine, quindi questo è il tuo sogno? Non ce la farai mai". E anche perché Jisung amava tenersi ogni cosa per sé, troppo geloso per condividerlo con qualcuno, eppure in quel momento, lì con Minho, non riuscì a rifiutare. Magari perché Minho poteva capirlo, riguardo le passioni. E magari perché la sua richiesta era stata così disperata che non era riuscito a dirgli di no, Jisung pensò che Minho in quel periodo aveva bisogno di distrazioni che, se anche non voleva ammetterlo, aveva bisogno di aggrapparsi a nuove cose, nuove passioni. Jisung sorrise spontaneo verso Minho; l'avrebbe aiutato lui a portarlo verso quelle nuove porte della vita, quella era diventata la sua nuova sfida. Perché Jisung non sapeva fare altro; superare le sfide per gli altri e mai per se stesso, perché solo così si sentiva utile in quel mondo troppo stretto per la sua persona. Minho lo guardò confuso e un po' impaziente, solo dopo alcuni secondi Jisung si rise conto di avere ancora un stupido sorriso sulle labbra e la mano sospesa in aria. «Vuoi suonare sì o no?» si trovavano sulla panchina dell'altra volta, situata nel retro dell'ospedale. Minho aveva stretto nel suo pugno un lollipop a forma di orso, datogli da un'infermiera mentre si avviavano fuori, lo stava mangiando nervoso e Jisung scosse la testa divertito a quella scena. «Sii paziente! Ora suono mio amato fan» Minho lo spinse via scherzosamente, facendo cadere Jisung quasi a terra. Il moro stava trattenendo una risata e Jisung notò che entrambi avevano legato di più, trovandosi più a loro agio l'uno con l'altro, ma ancora nessuno dei due aveva abbassato completamente la propria barriera; avevano entrambi troppa paura per farlo.
