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𝒸𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝓋𝑒𝓃𝓉𝒾𝒹𝓊𝑒, 𝓈𝒸𝒶𝓅𝓅𝒶𝓇𝑒
Il cuore di Minho batteva così forte che quasi si spaventò. Quelle emozioni, già gli erano familiari. Come un deja-vu, Minho ascoltava Jisung suonare quella chitarra con le stesse emozioni che provò la prima volta dinanzi quel gruppo di ragazzi, dove lo condussero verso la passione del ballo. E proprio per questo era terrorizzato, pensò che fosse solo un altro orrendo scherzo della vita. Perché gli stava facendo quello un'altra volta? Si domandò. Perché gli stava facendo provare quelle emozioni verso un'altra cosa? Se tanto poi avrebbe perso anche quella, di fiducia oramai non ne aveva più. Era spaventato e come il codardo che era, Minho si alzò di scatto dalla panchina. Ancora una volta voleva fuggire, trovare una scorciatoia e non aprirla quella nuova porta, eppure questa volta non ci riuscì. Era bloccato, in piedi, mentre al suono della chitarra di Jisung si aggiunse anche un altro suono; quello della sua voce. Minho si girò verso la sua direzione, Jisung era così assorto che non si era ancora accorto della scomparsa di Minho accanto a sé. Stando attento a non interromperlo, Minho si avvicinò di nuovo all'arancione, come ipnotizzato, sedendosi al suo fianco. Ciò che ammaliò particolarmente Minho, oltre la sua voce calma e il suo modo rappare, era stata la passione che ci metteva in essa. Minho per la milionesima volta si ritrovò a specchiarsi in quel ragazzo, la sua immagine di quando ballava fece capolino dinanzi ai suoi occhi; quella passione che ci metteva era l'unica sua forza, l'unica sua certezza nel continuare e non abbandonare nonostante i continui scoraggiamenti, e tutto ciò lo ritrovò anche in Jisung. Lo guardò attentamente; le sue piccole labbra erano piegate in un sorriso mentre rappava e suonava, faceva ciò che amava, eppure i suoi occhi erano coperti da un velo di tristezza. Le parole della canzone dicevano "sono intrappolato in un sogno che mai diventerà realtà" e Minho capì, a cosa era dovuta quella sua tristezza. Erano entrambi intrappolati in una gabbia di sogni e passioni irrealizzabili ma almeno, pensò Minho, insieme avrebbero potuto trovare una via d'uscita. Jisung sussultò sorpreso e confuso a quella vista; Minho aveva la sua mano sospesa in aria, rivolta verso Jisung. «Scappiamo insieme da questa gabbia» quello di Minho era una sorta di invito; forse non c'erano più speranze per lui, ma ciò non doveva accadere anche a Jisung. Almeno lui, tra i due, doveva riuscire a scappare, pensò Minho. Era il minimo che poteva fare per ripagarlo, dopo tutto quello che l'arancione aveva fatto per lui. «Insieme» ripeté Jisung, stringendo poi la mano di Minho, come a stringere un patto.