Trentotto: Apri gli occhi.

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NELLA FOTO: Anne Hathway e Adam Shulman rispettivamente nei ruoli di Devonne e Philip King, i genitori di Alex.

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Dieci giorni dopo

I miei occhi si aprono. Improvvisamente.

Le mie labbra si schiudono, alla ricerca di aria.

Il mio corpo si muove lentamente, addormentato e dolorante.

Una luce gialla mi ferisce gli occhi e, dopo un mugugno, sono costretta a richiuderli. Prima di riaprirli, cerco di rendermi conto se sono in grado di muovere tutte le parti del mio corpo. Comincio dalle dita dai piedi, poi dai piedi stessi, dalle gambe, il bacino, le dita delle mani, le mani, le braccia e infine la testa.

A parte qualche spasmo momentaneo, non ho sofferto più di tanto, perciò credo di stare bene.

Un istante prima di riaprire gli occhi, mi torna in mente tutto quello che è successo prima di risvegliarmi. In realtà l'ho sognato circa un centinaio di volte quand'ero in coma e ho sempre avuto più paura di non potermi risvegliare.

Mi guardo attorno e mi accorgo che la luce non è così potente come credevo. La stanza in cui mi trovo appartiene ad un ospedale ed è molto simile a quella dove dormiva Lok Davies, l'inverno scorso, quando l'ho trovato sommerso dalla neve. È piccola, completamente bianca, e il letto su cui sono adagiata è comodo, ma un po' piccolo.

Di fianco a me ci sono macchine di ogni tipo, che emettono suoni indistinti e lucine colorate un po' fastidiose. Mi accorgo che ho due tubicini infilati nel naso e una siringa nel braccio, probabilmente per iniettarmi qualcosa che mi ha fatto stare bene negli ultimi giorni.

Ehm... giorni? Non ho idea di quanto tempo sia passato da quando sono caduta dall'ufficio di Angelique Le Croix – la Direttrice dell'Accademia per Giovani Streghe –, ma a giudicare dal tipo di tecnologia posto accanto a me, deduco che non siano mesi o anni. E questo è piuttosto confortante.

Prendo un respiro di sollievo e un pensiero mi balena nella mente. La mattina dopo la festa dovevo tornare a casa di Theresa e di Paul Stewart, i miei genitori adottivi. Qualcuno li ha avvertiti della mia... ehm... morte? Nel caso in cui sia successo, si trovano ancora a Magics Souls o sono tornati sulla Terra?

Ho fin troppe domande, ma in questo momento non credo sia proprio il caso. Forse dovrei chiamare qualche infermiera per avvertire che mi sono svegliata e che sono viva, così tutti potranno tranquillizzarsi.

Ma... tutti chi? Ci sarà davvero qualcuno fuori da questa stanza ad aspettare il mio risveglio e il mio ritorno? So che qualcuno è arrabbiato con me, probabilmente perché ho trascinato i miei migliori amici e le mie sorelle in un luogo molto più vicino alla morte, di quanto lo fosse la sala mensa.

Sospiro ancora, esausta. Non dovrei pensare a quello che è già successo o a quello che potrebbe accadere. In un momento come questo dovrei concentrarmi su me stessa e sulla mia salute, così allungo la mano sopra la mia testa e cerco il tastino da premere in caso di emergenza.

Dovrebbe esserci, mi dico, c'è sempre, no?

Appena lo trovo, clicco e, un istante più tardi, parte una sirena.

Non devo aspettare molto prima che si apra la porta della mia stanza. Quattro infermiere e un medico si precipitano verso il mio letto e mi guardano, esterrefatti. Non sanno cosa dire e sono sorpresi del fatto che io sia viva, probabilmente.

«Signorina Collins» balbetta il medico, «da quanto è sveglia?»

«Qu-qual... minu-to»

Non riesco a parlare. Ho la gola molto secca, perché negli ultimi tempi non ho bevuto molto e nel migliore dei modi. Spero solo che i medici abbiano provveduto alla mia alimentazione, altrimenti a questo punto non potrò neanche stare in piedi.

Supernatural Creatures 2 - La Dominatrice dell'AriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora