58. ALMENO TU NELL'UNIVERSO

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Sono venticinque minuti che fisso la porta di casa mia...venticinque lunghissimi minuti in cui ho la punta delle dita poggiata sulle labbra...non ho detto totalmente la verità a Stephan...ho già baciato una volta un ragazzo, due anni prima...da allora ho deciso che non avrei permesso mai più a nessun ragazzo di avvicinarsi a me così tanto da baciarmi...perché quel ragazzo, quella sera voleva molto di più da me...peccato che io ingenua sedicenne non l'avessi capito subito...quando l'avevo capito ero scappata e da allora mai nessun rappresentante del genere maschile aveva più potuto avvicinarsi così tanto a me da baciarmi. Fino a venticinque minuti prima...come ogni ragazza di 18 anni avevo le mie fantasie e anche parecchio dettagliate ma c'era qualcosa che alla fine mi bloccava sempre da farle trasformare in realtà...c'era la paura..c'era sempre quella paura strisciante che mi bloccava...con lui non c'era stata...peccato che da parte sua avessi sentito così tanta rabbia repressa che sapevo che se avesse cozzato con la mia di rabbia repressa ne sarebbe venuto fuori un casino di proporzioni epiche..uno di quei casini che avrebbe potuto completamente ribaltare la mia tranquilla esistenza di diciottenne che non era mai andata oltre a quel bacio a stampo. Sapevo che c'era un mondo oltre quel semplicissimo e quasi scontato contatto...sapevo che nei bagni della mia scuola privata, dove in teoria qualsiasi contatto maschio-femmina era proibito i contatti c'erano eccome nei bagni. Le divisa femminile comprendeva una gonna al ginocchio...spesso negli angoli più bui dei corridoi avevo visto quelle gonne sollevate...a volte mi ero anche arrischiata a guardare, rischiando di passare per quella che fissava i momenti intimi altrui. Mi ero sempre chiesta come fosse...leggevo vagonate di libri su Internet e ovviamente la televisione dava ampio risalto nei film e nei telefilm ai momenti di sesso...sapevo che prima o poi anche io avrei vissuto quei momenti ma non sapevo dove e quando ma soprattutto con chi. Avevo sempre immaginato uno impacciato quanto me...ora invece il volto era quello di un ragazzo di 26 anni, che portava già una fede al dito e che stava vivendo in un modo tutto suo il lutto per la moglie morta. Che casino....mi arrischio ad alzarmi dal gradino della scala e guardo le due porzioni di pasta al pesto pronte per il microonde...ho ancora i capelli umidi e i vestiti sono nella stessa triste condizione...a 18 anni fuori ne dimostro 40, ma dentro ho un fuoco che non so come estinguere a volte...giro il viso verso la finestra della cucina...continua a piovere a dirotto...quando vedo due fari passare, poi bloccarsi e poi spegnersi il cuore mi schizza in gola "Cazzo" so che è lui...perché è come se la mia pelle lo riconoscesse...scosto le tende e vedo la sua Audi parcheggiata dall'altro lato della strada. Si confonde con le altre macchine della via...i miei genitori si possono definire molto benestanti e la via in cui abitiamo è piena di auto molto simili a quelle di Stephan. La sua la riconosco immediatamente però...sobbalzo quando il mio cellulare suona. Mi accorgo che sono già le nove di sera...la telefonata di mia madre arriva puntuale ogni sera alla stessa ora, prima che io vada a studiare...merda, devo studiare "Pronto.."
"Aurora...hai corso?" scuoto la testa e cerco di calmarmi "Scusa mamma avevo lasciato il cellulare in cucina..." mi accorgo di avere il fiatone "Come va a Savona?" una favola mamma...tra un pochino tua figlia scopava con uno più grande di lei di 8 anni, che vede nei miei occhi qualcosa che gli ricorda la moglie morta...una meraviglia proprio..." Benissimo...tutto nella norma..."
"Il primo giorno di lavoro?"
"Bene...benino..." lei ovviamente mi dice che non devo assolutamente lavorare ma io mi impunto come al solito...è il 21 dicembre e farò di tutto, anche lavorare a Natale, per far passare il più velocemente possibile quelle giornate "Allora dico a nonna che il 25 vai da lei a pranzo? Vi fate compagnia almeno..." certo mamma, passare Natale con una donna di 75 anni è la mia massima aspirazione "Credo che io debba lavorare...ti faccio sapere"
"Sai che ci tiene...ovviamente se vuoi passare Natale con qualche tua amica capirà Aurora" annuisco perché mia madre non sa che ogni mia amica del liceo è mia amica perché sono una delle secchione della classe e ho l'insana abitudine di passare loro i compiti...non ho amiche amiche...sono una solitaria e mi va bene così...o almeno quasi sempre è così "Va bene mamma..." non l'ascolto perché in quel momento Stephan scende dalla macchina e si piazza con la schiena appoggiata alla carrozzeria "Aurora..."
"Si scusa mamma ma stavo ripetendo trigonometria nella mente e quindi ero distratta..."
"Sempre a pensare allo studio...ti lascio andare...ci sentiamo domattina...ti voglio bene tesoro"
"Anche io...saluta papà" quando chiudo la telefonata poso la fronte contro il vetro..è come se lui fosse una di quelle cose che sai che ti faranno male ma ti ci avvicini lo stesso. Come animati di vita propria i miei piedi mi portano alla porta di casa. Esco e nonostante sia sotto la terrazza vengo investita dalla pioggia..è gelida, sembrano quasi spilli di ghiaccio che mi fanno rabbrividire all'istante. Mi infilo gli stivali e chiudo la porta prima di scendere i tre gradini e percorrere il breve tratto di strada che mi porta al cancelletto. Quando lo apro sono già bagnata fradicia. Lui si avvicina. Quando siamo uno davanti all'altra mi scosta i capelli dal viso e mi posa una mano sulla guancia. È un gesto così dolce ed intimo che mi sale da piangere "Che cazzo fai qua?" ok, le mie parole cozzano con la voglia matta di abbracciarlo e baciarlo ma non sono abituata a questi sentimenti e quindi cerco di contrastarli in qualche modo "Non voglio stare da solo"
"Prendi il telefono e chiama una ragazza qualunque...perché stai qui con me? Non sono nessuno Stephan...sono una ragazza che non ha mai baciato nessuno, che ha tremendamente paura di stare con qualcuno...devo pensare alla maturità e poi a diventare astronoma..." a quella notizia lui barcolla...lo so che anche sua moglie era appassionata di stelle "...non so cosa tu pensi di vedere in me che ti ricorda Alessia ma ti assicuro che sono quanto di più diverso ci possa essere da lei...non sono di quelle che si accontenterebbero di qualche scopata...mi innamorerei..." lo sono già praticamente ma lo ometto "...e tu poi te ne andresti ed io non ce la farei...e poi non sono capace di fare nulla.."
"Posso entrare?"
"Non hai ascoltato nulla di quello che ho detto"
"Si ho ascoltato...ma non cambia il fatto che...posso dormire con te stanotte? Solo dormire" sgrano gli occhi "Scusa?"
"Posso dormire con te?" è folle, totalmente folle ma mi ritrovo ad annuire prima di riattivare i neuroni del cervello "Posso lasciare la macchina qua?"
"Si...ora andiamo dentro che altrimenti ci becchiamo una broncopolmonite..."
"Posso fare un'altra cosa prima?" annuisco e alzo il viso verso di lui. Ci dividono una cosa tipo 15 centimetri buoni perché l'altezza è un'altra delle cose che madre natura non mi ha dato in grande quantità "Se ti tolgo gli occhiali ci vedi?"
"Non benissimo...ma ci vedo comunque...ho anche le lenti a casa ma non le metto quasi mai"
"Posso toglierteli allora?" annuisco e lui mi toglie gli occhiali appuntandomeli alla scollatura della maglietta bianca "Posso baciarti?"
"Stephan..." sono assolutamente e completamente soggiogata dai suoi occhi...non so cosa fare...se gli dicessi di no probabilmente lui dormirebbe da me e poi se ne andrebbe da casa mia e dalla mia vita, lasciandomi il ricordo di qualcosa che sarebbe potuto essere ed invece non era stato. Se gli dicessi di si farei il primo passo verso qualcosa che non so neppure cosa sia...è totalmente ignoto "Per favore..." annuisco perché quelle due parole hanno abbattute le pochissime residue difese che avevo ancora intorno a me "Hai paura?"
"Un sacco..." mi fa avvicinare posandomi le mani alla base della schiena. Devo inarcarmi per guardarlo in faccia...Stephan fa passare le mani lungo la mia spina dorsale prima di posarmele sulla gola...risale fino alle guance e mi ruota il viso "Perché hai paura?"
"Perché non l'ho mai fatto...e tu fai paura...non nel senso che ho paura di te...ma della situazione si" mi fissa le labbra ed io fisso le sue. Impossibile non farlo dato che sono così invitanti "Perché vuoi me? E non mettere in mezzo Alessia...io non sono lei e non lo sarò mai...abbiamo 10 anni di differenza...cioè hai capito no? Lei aveva 28 anni ed io ne ho 18...siamo il giorno e la notte..."
"Lei era la notte...la mia notte..." i suoi occhi pieni di lacrime non li reggo però "...tu sei il giorno, così innocente e pulita..so che ti farò del male...ma voglio te perché sei l'unica ragazza in quattro mesi che..." alza le spalle "..che...cosa?"
"Che ha qualcosa...amo ancora Alessia...e l'amerò sempre ma...ho bisogno di sentirmi vivo di nuovo, come mi faceva sentire vivo lei...e tu..."
"Io posso farti sentire vivo? Non so neanche come abbracciarti..." le mie braccia sono mollemente abbandonate lungo i miei fianchi ma decido che posso arrischiare un movimento e gli poso le mani sui fianchi "È un inizio ragazzina..." sono inesorabilmente attratta dalle sue labbra e da lui...sto per collassare ma almeno lui mi sorregge "E non chiamarmi ragazzina"
"Ma è in senso affettuoso...ragazzina..." mi fa l'occhiolino prima di posare le sue labbra sulle mie. Mi blocco, ripensando a quando quel ragazzo ha fatto lo stesso..sono entrata in panico e penso che succederà anche adesso...ma stranamente non accade...sento solo un qualcosa di indefinito accendersi in mezzo al petto. Apro leggermente le labbra e sento il suo fiato entrare nella mia bocca..è strano, come se non respirassi più solo il mio respiro ma anche il suo...cerco di staccarmi perché è decisamente troppo per me ma lui mi blocca "Per favore..."
"Dimmi cosa devo fare..."
"Segui l'istinto..." fosse facile...chiudo gli occhi e riappoggio le mie labbra sulle sue...le facciamo scontrare una decina di volte, ogni volta sempre per un pochino di tempo in più della volta precedente, fino a quando sento la sua lingua sfiorarmi il labbro inferiore...mi schiude le labbra e fa scivolare la lingua nella mia bocca...vado in panico ma è solo un attimo...poi so esattamente cosa fare...lascio che lui prenda il controllo e assecondo quello che vuole da me...intrecciamo le lingue e la sensazione è di estasi pura "Questo è il primo passo...poi ne vengono altri ma li terrei per un posto leggermente più appartato di un marciapiede sotto al diluvio" annuisco ma mi riavvicino e lascio che lui esplori ogni angolo della mia bocca con la lingua..sposto le dita e gliele stringo sulla cerniera della felpa...non voglio fermarmi ma so che devo farlo, perché quello non è decisamente il luogo adatto "Posso asciugarti i capelli?"
"Certo..." continuo a fissargli le labbra e lui ride "Cosa vuoi fare?" scuoto la testa "Un sacco di cose al momento"
"Fanne una...scegli qualcosa che possiamo fare qua" annuisco e gli mordo delicatamente il labbro inferiore con i denti...dalla sua bocca esce una specie di rantolo basso ed io mi stacco "Ho sbagliato vero?"
"No che non hai sbagliato" compie lo stesso gesto con me ed io sento sciogliersi qualcosa in un punto fra il basso ventre e le cosce...lo stesso suono che ha emesso lui esce anche dalle mie labbra...ci baciamo di nuovo ma è un bacio completamente diverso...mette le dita fra i miei capelli bagnati mentre io faccio passare le dita sul suo collo...sento che è diverso perché non è più dolce o tenero ma è pieno di passione e di fuoco liquido "Andiamo dentro Aurora..." annuisco e arretro prendendogli le mani. Sul terrazzo ci togliamo le scarpe insieme al mio maglione e alla sua felpa...siamo bagnati fino al midollo ma sembra che una specie di bolla ci avvolga "Devi toglierti i vestiti bagnati...anzi sarebbe meglio che ti facessi una doccia"
"Va bene...cioè ok...vieni con me?" lui annuisce e mi segue sulle scale "Dopo facciamo scaldare la pasta...vuoi fare anche tu una doccia?"
"Con te sarebbe l'ideale ma non sei assolutamente pronta"
"Magari ti stupirei...ovviamente non perderò la verginità in una doccia sia chiaro"
"Quello lo so ragazzina...sei sicura che tu sia pronta ad una doccia con me?" annuisco anche se non è assolutamente vero ma ora che Stephan è in casa mia non posso tirarmi indietro "Non ti credo totalmente ma non posso certo rifiutare una doccia con una ragazza" gli faccio il dito medio mentre salgo le scale e lui ride. Sembra più rilassato e per tutto il tragitto mi fissa le gambe ed il fondoschiena. Non sono una ragazza che i ragazzi fissano e che lo faccia lui mi fa un effetto stranissimo. Quando arriviamo nella mia stanza abbasso la maniglia lentamente e poi apro la porta "Merda...sei una maniaca dell'ordine"
"Si...e questo è il tuo poster..e la nostra foto" apro l'anta dell'armadio e lui fissa le due cose appese. Il poster è dei tempi del Milan...la foto è una semplicissima foto..ma per me vale un sacco "Non sono una di quelle mezze stalker ma a Savona sei la celebrità per eccellenza quindi.." alzo le spalle e prendo il pigiama, rosa con dei cuoricini più scuri, e un completino di cotone bianco "So che è l'antisesso ma non ho roba di seta.."
"Fa niente...hai qualcosa magari di tuo papà che possa mettere?"
"Pantaloni credo di si, anche se saranno piccolini forse...ma magliette decisamente no, lui pesa tipo 60 chili scarsi...aspetta" apro la camera dei miei e cerco il pantalone della tuta più largo che lui abbia più un paio di boxer...mai avrei pensato che mi servisse un cambio per un ragazzo che dormirà da me. Quando torno di là lui è in mezzo alla mia stanza e continua a fissare la nostra foto "Hai ragione..non sono più quella persona"
"È anche normale...quattro mesi fa tua moglie e tuo figlio sono morti...tu sei ancora quella persona Stephan ma è come se non te lo ricordassi più" gli allungo le cose da mettersi ma lui non le prende "Sto sbagliando con te"
"Lo so...come so che in poco tempo ti darò tutto quello che tu mi chiederai e che io non ho mai dato a nessun'altro...so che starò malissimo dopo...come so che se tu tornerai nonostante io cercherò di fare la dura e la risoluta alla fine cederò di nuovo...starò male ancora...ti dirò che ti odio e che non accadrà più ma saprò che non è assolutamente vero...succederà ogni volta che mi cercherai..."
"Starai male" annuisco e apro la porta del bagno "Si, starò male...fino a quando mi troverò davanti ad un bivio...lasciarti andare per sempre o sapere con assoluta certezza che tu non te ne andrai più...sono consapevole che amerai sempre Alessia ma purtroppo non posso respingerti per questo motivo..." accendo la luce e mi metto davanti allo specchio. Il mio bagnetto privato è piccolino..quando lui ci entra sembra occuparlo per intero, soprattutto quando si mette dietro di me e mi posa le mani sui fianchi. Sembro una bimba accanto a lui..a parte l'altezza so che ci sono abissi che ci dividono...so che lui mi annienterà, so che mi ridurrà in piccoli pezzettini ma so anche che se è tornato davanti a casa mia è perché ci lega un filo sottile "Dovrei andarmene"
"Dovresti...o più probabilmente io dovrei dirti di andartene...è sbagliato quello che stiamo facendo, ne sono perfettamente consapevole...ma sono anche sicura che se c'è una piccolissima possibilità che tu riprenda a vivere io ti devo aiutare..."
"E chi aiuterà te?" alzo le spalle "Potresti imparare che noi ragazzine siamo più forti di quanto sembriamo" mi volto e alzo il viso "Facciamo questa doccia?" Stephan annuisce e mi afferra il tessuto della maglia bianca "Non si torna indietro"
"Lo so..." so che posso solo andare avanti...so che sarà difficile, so che ne uscirò probabilmente devastata...so che non sarò più l'Aurora di prima...spero che alla fine lui sia con me perché credo che ci sia ancora tanto amore dentro di lui da buttare fuori...non prenderò mai il posto di Alessia...prenderò un posto mio...e alla fine forse lui capirà che io e lei possiamo coesistere nel suo cuore...non sarò il suo ripiego anche se mi ci sentirò inevitabilmente a volte...sarò un qualcosa di nuovo...saremo qualcosa di nuovo...

TUTTO UN EQUILIBRIO SOPRA LA FOLLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora