64. UNA COME TE

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"Aurora...." muovo la mano sulla parte di letto che dovrebbe essere occupata da Aurora ma del suo corpo non c'è traccia...mi metto a sedere di scatto "Aurora..." la camera è completamente vuota...non ci sono più il computer nuovo e la custodia, l'armadio è aperto e neppure il maglione rosso che le ho comprato c'è più "Aurora..." sento la gola chiudersi e una sensazione di panico crescente prendermi alla bocca dello stomaco...mi alzo di colpo e corro in bagno ma di Aurora non c'è traccia, direi anche per fortuna dato che già me l'ero immaginata seduta a terra con una pozza di sangue attorno a lei. Acchiappo una paio di pantaloni ed una maglietta quasi a caso, senza infilarmi neppure i boxer e poi ritorno verso il letto. Afferro il telefono, deciso a chiamarla quando giro la testa verso la porta finestra e la vedo..Aurora sta studiando seduta su una delle sue sdraio di legno..indossa il maglione rosso e ha posato una coperta sulle gambe. Il computer portatile è accesso e già on line...lei sembra completamente persa nel suo mondo, anche perché ha le cuffiette nelle orecchie come al solito. Mi rimetto seduto sul letto e cerco di calmarmi...ecco perché ho così tanta paura di legarmi ad una persona...ecco perché ho così paura di innamorarmi di una persona. Mi sono già innamorato follemente una volta e so che se andassi avanti nella mia storia con Aurora mi innamorerei  nello stesso identico modo. Ovviamente sarebbe leggermente diverso perché loro sono due ragazze diverse e riescono a darmi sensazioni differenti ma il modo in cui io terrei ad Aurora sarebbe lo stesso. Mi metto una felpa e apro la porta finestra. Ci saranno tre gradi credo ma il sole scalda leggermente l'aria e si sta benissimo fuori...ce la vedo Aurora a svegliarsi sempre presto per studiare, ovunque sia e anche se ha dormito pochissimo. Mentre Alessia stava ore a letto e quasi sempre ci svegliavamo assieme, Aurora è sempre già in piedi quando apro gli occhi...sono le dieci e mezza e scommetto che lei è già lì fuori da almeno due ore. Le sposto una cuffietta e lei sorride "Bell'addormentato...buon giorno" lei sorseggia una delle sue solite tisane, insieme a qualche biscotto "Ciao piccola...da quanto sei fuori?"
"Due ore credo...dormo sempre poco e poi dovevo provare il computer...è favoloso e ho fatto in due ore quello che con l'altro facevo in quattro...guarda questo programma...scalette, e scalette...me le invia anche al telefono...ho studiato storia...e anche scienze...e ho fatto un pezzo del tema sulla rivoluzione russa..."
"Mi sono spaventato a morte quando non ti ho vista a letto..."
"Scusa Stephan...hey...hai gli occhi rossi...che succede? Stai bene?" annuisco "Si...solo che non ho dormito benissimo...facciamo che fra poco andiamo sulle piste? Così saliamo, pranziamo e poi abbiamo tutto pomeriggio per sciare...la nostra attrezzatura è già pronta"
"Certo....ma ti siedi prima qui un attimo?" mi metto accanto a lei che mi fa spazio e mi prende le mani gelate fra le sue "Mi spieghi cosa c'è?" non posso spiegarle di Alessia...pochissima gente sa di come l'ho trovata nel bagno della nostra stanza d'albergo a New York e di come poi l'abbia praticamente vista morire...per una volta la privacy ha coperto buona parte di quello che è successo...era stato solo spiegato che la morte prematura di mia moglie e di nostro figlio era stata causata da una malformazione uterina che era impossibile conoscere allo stato attuale della gravidanza di Alessia...dalla prima ecografia era risultato tutto nella norma ma nostro figlio era già morto da 12 ore quando l'aborto aveva portato Alessia ad avere una forte emoraggia che i medici non erano riusciti ad arrestare "Nulla..." lei però non mi crede e mi prende il mento fra le dita "Stephan...parla..." lei sta cercando di far fare dei passi avanti alla nostra traballante storia ed io devo darle una mano. Non posso dirle di parlarmi se poi sono il primo a non dirle molto del momento che per ora sta segnando irrimediabilmente il mio modo di vedere il mondo intero e soprattutto i rapporti d'amore "Quella mattima mi sono svegliato e non ho trovato Alessia nel letto...viaggiavamo sempre su orari decisamente folli e quindi quando ci svegliavamo era sempre ora di pranzo praticamente a meno che io dovessi allenarmi...ma quella era l'ultima mezza giornata in America...il giorno prima eravamo andati a Coney Island sulla ruota panoramica e poi avevamo cenato nel ristorante girevole e poi avevamo guardato le stelle cadenti...mi sono alzato e l'ho chiamata, una, due, tre volte...sono andato in bagno e lei era seduta a terra, completamente nuda, pallida, gelida, e mi ha detto che era troppo tardi...ho capito cosa era successo solo quando ho guardato nel gabinetto e ho visto..." non so descrivere cosa ho visto, non ho mai saputo farlo "Vostro figlio"
"Si...poi lei è svenuta, io ho chiamato l'ambulanza....." alzo le spalle e spazzo via dal viso le lacrime che hanno iniziato a scendermi lungo le guance "E stamattina quando ti sei svegliato hai pensato che anche io stessi male...o che me ne fossi andata..." annuisco "Si...più la prima della seconda...anche se non ho visto il computer ed il maglione nuovo...ho subito pensato al peggio...e quando ho visto che non eri in bagno ho tirato un sospiro di sollievo sinceramente...ecco perché non avevo intenzione di legarmi di nuovo...allo stato attuale, per come sto io erano più gestibili le scopate occasionali.."
"E perché sei qui con me allora?" perché fondamentalmente ero stufo di stare solo, anche se lo stare solo ti porta a non doverti preoccupare di nessuno a parte te stesso "Perché avevo bisogno di qualcuno accanto..perché forse non sono fatto per stare solo...ci sono quelle persone che non sono capaci di stare sole con se stesse no? Dopo Eleonora mi ero ripromesso che ci sarei andato piano ed è arrivata Alessia...dopo di lei mi ero ripromesso di non affezionarmi più ed invece sei arrivata tu" dopo di lei cosa avrei fatto? Non potevo arrischiarmi a pensare che lei ci sarebbe sempre stata perché nessuna ragazza di 18 anni sana di mente mi sarebbe rimasta accanto...si, Aurora affermava di amarmi e ci credevo ma ben presto si sarebbe accorta che non valevo un cazzo, che tutto quello che toccavo, invece di diventare oro si distruggeva inevitabilmente "Non posso neppure immaginare come possa essere stato Stephan....ma io sono fatta così...mi alzo,mi metto le cuffiette e studio...facciamo che se dovesse succedere di nuovo rimango a letto, almeno quando ti alzi mi trovi vicino a te..." le sorrido e le sposto dietro l"orecchio una ciocca di capelli "Ti sta benissimo il maglione...magari per uscire mettici un paio di pantaloni pesanti sotto perché solo il maglione mi sembra poco..." ha le gambe scoperte e vorrei chiederle di fare l'amore con me ma sono decisamente troppo agitato in quel momento...riverserei troppe emozioni represse nei miei gesti e sarebbe qualcosa che destabilizzerebbe entrambi in maniera troppo forte "Vado a farmi una doccia che poi andiamo" lei annuisce e mi bacia brevemente prima di seguirmi con lo sguardo fino a quando mi chiudo in bagno. Tornato in Italia ho provato ad andare nella villetta di Casal Palocco ma ci sono rimasto due minuti scarsi. Sono rimasto per tre settimane in casa di Lorenzo e Veronica anche se la distanza in linea d'aria era di poche centinaia di metri. Avevo mandato il mio amico a prendere la mia roba...Veronica si era occupata della roba di Alessia, delle cose che avevamo già comprato per il bambino...non avevo mai saputo se fosse maschio o femmina...da alcuni esami della placenta residua con ogni probabilità era una femmina, una piccola lei che non avrebbe mai visto la luce. La sua ginecologa mi aveva spiegato, o almeno aveva provato a spiegarmi che Alessia e nostro figlio sarebbero molto probabilmente morti comunque anche se lei fosse stata a Roma e a casa nostra ma io mi ero sempre dato la colpa di tutto...a partire dell'averla incontrata ad Ibiza, fino ad averla sposata, per poi arrivare al fatto che se lei non mi avesse seguita in quella cazzo di tournée sarebbe stata ancora viva. L'ultima cosa che le avevo detto era 'buonanotte' perché la nostra conversione monosillabica la mattina successiva non contava.
Dopo un mese passato a casa Pellegrini-Martinelli avevo preso l'Audi e avevo lasciato Roma...Savona era stata la meta obbligata...nel viaggio dal Lazio alla Liguria avevo pensato almeno 30 volte ad accelerare e a schiantarmi da qualche parte..il perché non l'avessi fatto rimaneva un mistero. Arrivato a Savona però mi ero accorto che neppure il mio mare sarebbe riuscito a calmarmi...neppure mia madre, mio padre e Manuel, così come i miei amici di una vita erano riusciti ad aggirare l'altissima staccionata che mi ero costruito attorno...solo Aurora ci era riuscita ed ora la paura di farle male era intollerabile. Entro nella doccia e apro l'acqua...mi tremano le mani e fatico anche a versare sulla mano il bagnoschiuma. Sobbalzo quando l'anta smerigliata si apre "Faccio io" Aurora entra e mi prende dalle mani il flacone "Cosa fai?" lei alza le spalle "La doccia con te..." indossa solo la mia collana "Posso tenerla o si rovina? Non voglio toglierla"
"Tranquilla...puoi tenerla..al massimo fra un pochino te ne regalo un'altra" lei mi tira una manata prima di iniziare ad insaponarmi il corpo. Ormai i suoi gesti sono meno impacciati anche se arrossisce ancora vistosamente quando guarda una mia parte del corpo...le tremano sempre le mani ma non ha più quella resistenza che avvertivo prima "Perché me lo hai raccontato?"
"Perché ho paura accada lo stesso...ho paura che tu..." non riesco a dirlo perché vorrebbe dire ammettere che in un certo qual modo sto portando Aurora sulla stesso piano di Alessia e non so se voglio o posso farlo...almeno non ancora "..finisci la frase..."
"Ho paura che tu muoia...magari venendo da qualche parte dove dobbiamo incontrarci...o in qualunque altra situazione...non lo so..so solo che ho paura che dopo Alessia io uccida anche te" Aurora mi prende il viso fra le mani e me lo abbassa mentre l'acqua ci colpisce dall'alto...decisamente è una doccia grande almeno il triplo di quella di camera sua, è molto più comoda ma noi stiamo sempre rintanati in un angolino, direttamente sotto il soffione da dove esce l'acqua "È un pensiero folle...come pensare che tu sia anche solo in parte responsabile della sua morte...è un pensiero che ti fa vivere male e non fino in fondo ogni situazione..lasciati andare totalmente Stephan...lo hai detto a me ma anche tu devi farlo altrimenti non andiamo avanti" non posso permettermi di vivere appieno le emozioni che sto provando perché sono perfettamente consapevole che se mi facessi sopraffare dai sentimenti non finirebbe bene, soprattutto per Aurora. Mi sono lasciato travolgere da quello che provavo quando si è trattato di Alessia ma sapevo che lei avrebbe potuto sopportare il peso di una delusione o di stare male...se avessi fatto stare male Aurora invece sapevo che difficilmente lei si sarebbe rialzata, ed io non me lo sarei mai perdonato "Non posso...."
"Si che puoi...altrimenti è molto meglio che lasciamo perdere. Te l'ho detto quello che provo e ti assicuro che è reale, non è il capriccio di una diciottenne che crede di essere innamorata del ragazzo più grande, che vuole salvarlo e che vuole mostrargli che potrebbe vivere ed amare ancora..si, ti voglio salvare, ma ti amo realmente Stephan...ma non posso aprirti il mio cuore e tutto quanto se anche tu non fai lo stesso...già è molto che tu mi abbia parlato di Alessia, ma voglio che tu non ti nascondi da me quando i ricordi ti sommergono...pensi che non sia abbastanza forte da sopportare quello che hai passato? Ti assicuro che non so molto del mondo ma ne so abbastanza da saper stare in piedi anche quando non tutto va come voglio io...mi hai chiesto di vivere e sto cercando di farlo ma adesso sono io che te lo chiedo...vivi...e vivi anche me..." all'inizio scuoto la testa...Aurora è stata la scelta più sbagliata che potessi fare perché non mi fa pensare a volte, ma in altre occasioni mi fa pensare fin troppo "Non volevo che finisse così con lei..." lascio che le lacrime mi scendano lungo le guance e vedo che anche i suoi occhi sono lucidi "...non volevo che lei per stare con me arrivasse a morire..."
"Ma non è morta per stare con te Stephan...è capitato e sono sicura che lei è stata felicissima in ogni istante che avete passato assieme...l'hai resa felice, di questo sono assolutamente sicura...avete passato poco tempo assieme, è vero ma ogni secondo che avete passato insieme lo avete vissuto al massimo delle vostre possibilità...se è venuta in America lo ha fatto perché gli mancavi e credo, anzi sono sicura, che lei non se ne sia mai pentita..."
"Lo avresti fatto anche tu?"
"Di venire a New York? Certo...quanto ci ho pensato prima di venire con te qui? Neanche un minuto..e ti assicuro che non è facile per me decidere su due piedi di lasciare Savona e venire in montagna tre giorni...si, ci sarei venuta a New York...avrei fatto esattamente lo stesso e sai perché? Perché per stare con te attraverserei l'oceano anche solo per poche ore...ti amo e magari è un amore sbagliato lo ammetto...io che ho sempre cercato di fare le cose giuste stavolta so perfettamente che sto facendo la cosa sbagliata...è sbagliato amarti probabilmente ma non posso farne a meno...e dato che adesso è tardi e non vedo l'ora di sciare assieme a te possiamo uscire da questa doccia, vestirci e andare? È Natale e voglio il mio Natale sulla neve, con te..." annuisco e lei sorride "Vuoi fare l'amore con me prima di uscire?" stavolta è lei ad annuire..mi abbraccia stringendomi le braccia attorno al corpo e a me viene di nuovo da piangere...ha un tocco completamente diverso da quello di Alessia ma hanno la stessa forza e la stessa risolutezza di voler stare con me a prescindere da quanto possa essere sbagliato. È così fragile ma allo stesso tempo ha una forza dentro che non credevo avrei mai visto in lei...quando me la sono ritrovata davanti al bar di Savona, con quel maglione informe e la coda bassa, mi ha ricordato una di quelle protagoniste di qualche libro o di qualche film, che all'inizio sono tutte casa e studio e poi alla fine imparano a vivere realmente grazie ad un incontro che cambierà loro la vita. Mai avrei pensato di essere io il suo incontro...e mai avrei pensato che in pochi giorni mi sarei affezionato in quel modo a lei "Mi sto affezionando realmente a te Aurora" lei alza il viso e sorride "È quello che volevo sentirti dire" cerca le mie labbra e come ogni volta muta leggermente il suo modo di baciarmi. Se all'inizio era esitante e aveva quasi paura nel prendere l'iniziativa ora sento che qualcoss è cambiato "Quindi sarà la nostra prima volta nella doccia ragazzina"
"Si, ma se me lo avessi chiesto lo avrei fatto con te quella prima sera..a casa mia, nella doccia"
"Rimediamo adesso...non eri pronta in quel momento..." le poso le mani sulle natiche e la sollevo facilmente dato che pesa pochissimo. Ormai non ha più difficoltà ad agganciarmi le gambe in vita e quando entro dentro di lei non avverto più la resistenza che sentivo prima. Scivolo facilmente fino a quando lei emette il suo solito verso estasiato...è una specie di sospiro felice "Non eri pronta a questo piccola Aurora" neanche io ero pronto a quello...non che adesso lo sia, non che adesso sia pronto a farmi travolgere completamente la vita da una diciottenne che non ha alcuna difficoltà a dirmi che mi ama...ed io quell'amore lo prendo, sicuro di non esserne degno...come prendo il suo ennesimo orgasmo...li ha tutti regalati a me, dal primo all'ultimo...e ogni volta lei abbatte un altro pezzo di muro...ormai è molto basso, ormai non esiste quasi più..ormai quando vengo dentro di lei so che è solo un altro passo verso quel sentimento che sta per travolgermi....un sentimento che non sono assolutamente pronto ad accogliere, perché sono assolutamente certo che la mia condanna sia di non dover più amare, perché chiunque mi ami alla fine sta male...

TUTTO UN EQUILIBRIO SOPRA LA FOLLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora