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Hermosa Beach, il calore del sole sulla pelle, il cielo limpido, l'aria fresca e il mare. Cosa si poteva chiedere di più? Semplicemente la pace. Era così rilassante. Era la giornata ideale da passare in spiaggia. Nessun pensiero, niente libri, nessun esame se non musica e un bel libro da leggere. Amo leggere. I libri ti permettono di entrare in un altro mondo, un'altra realtà, un universo parallelo. È fantastico il modo in cui ti trascinano all'interno della storia tanto da farla sembrare reale e a farti desiderare di essere la protagonista per poterla vivere tu stessa in prima persona.

Avevo bisogno di staccare dall'università per qualche ora. Erano due settimane ormai che passavo quasi tutto il mio tempo libero con la testa sopra i libri. La maggior parte delle volte si trattava di un esame a settimana, ma altre volte invece capita di avere anche due o tre esami a settimana. Quelleerano davvero giornate e settimane pesanti, dove a volte dimenticavo anchequanto fosse bello fare una passeggiata.

Questo era il mio primo pomeriggio libero. Mi rimanevano gli ultimi due esami. Uno di economia aziendale e l'altro di statistica. Poi avrei potuto ricominciare a dare un senso alle mie giornate e a tentare di avere una vita sociale più attiva, ma di sicuro non era questo il momento in cui pensarci. Chiusi il libro e mi sdraiai a pancia in su con le cuffie nelle orecchie. I brani della mia playlist suonavano uno dietro l'altro portandosi via ogni mia preoccupazione e ogni pensiero. Almeno finché non arrivò la chiamata di Lily. Non mi resi nemmeno conto di che ora si era fatta. 

«Allie, sono le sette! Hai intenzione di rimanere sulla spiaggia anche stanotte?». La sentì sbuffare al telefono 

«No tranquilla, prendo le mie cose e arrivo. È già uscito Tom?» 

«Si è uscito da poco. Se ti dai una mossa riusciamo ad andare al supermercato, dato che abbiamo il frigorifero vuoto». 

Scoppiai a ridere. Adoravo sentirla sbuffare in quel modo. 

«Arrivo». Chiusi la chiamata, piegai l'asciugamano e presi la borsa. Infilai gli auricolari e mi diressi verso casa.

Dall'altro lato della strada riuscì ad intravedere Lily seduta sulla veranda di casa nostra. Ormai avevo perso il conto degli anni in cui ci conosciamo. Si poteva dire che eravamo amiche da sempre. All'età di cinque anni si era trasferita nella villa affianco alla nostra, a Boston, e da quel momento in poi non ci siamo più separate. Il nostro desiderio fin da piccole è sempre stato quelle di vivere insieme. Quando abbiamo scoperto che all'Università di Santa Monica tenevano sia il corso di economia che quello di psicologia, per Lily, ci era sembrata l'occasione più bella e giusta di sempre.

Appena mi sentì salire i gradini della veranda si voltò verso di me. «Oh ben tornata tipa da spiaggia». 

La guardai di traverso. «Non fare la spiritosa, ogni tanto potresti venire con me invece di rimanere chiusa sempre in casa». 

Alzò gli occhi al cielo come fa ogni volta che sa che hai ragione. Come tutte le volte che non vuole sentire altri pareri che non coincidono con il suo. «Come prima cosa lo sai che mi irritano i bambini che scorrazzano sulla spiaggia e lanciano palloni e frisbee ovunque, secondo, lo sapevi che oggi ero impegnata con Tom». Era davvero un caso perso. Sarei curiosa di sapere da dove è arrivato questo Tom ma se ci pensavo bene; forse era meglio non sapere. 

«Sentiamo che avete fatto di interessante» «Divano, film e poi si passa alla camera da letto». Lily si comportava in questo modo con ogni ragazzo che incontrava. Molte volte mi domandavo come facesse. Mi misi sul dondolo accanto a lei. 

«Da quanto tempo lo conosci Lily?». 

Fece un gesto molto vago con la mano. «Oh Allie, non ha importanza da quanto tempo conosci una persona se uno è bello, bravo a letto e soprattutto ben dotato non capisco dove sia il problema». 

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora