13.

2.9K 84 7
                                    

Alle sette in punto eravamo a casa di Helene. Eravamo le prime e molto probabilmente avremmo dovuto arrivare qualche minuto dopo dato che Helene e Steve stavano litigando energicamente. 

«Sono arrivate le mie amiche! Vuoi andare avanti ad urlare?» chiese Helene. «Dimmi che hai capito e possiamo finirla qui» «Cosa dovrei capire» «Quel vestito è troppo corto! Trovane un altro altrimenti così non andiamo da nessuna parte. Sono stato chiaro?» «Metto quello che voglio va bene?!! Non sarai tu a tenermi chiusa in casa. Smettila di fare il geloso». Lily decise che era arrivato il momento di intervenire prima che le cose peggiorassero e prima che qualcuno dicesse qualcosa di cui poi si sarebbe pentito dopo. «Ragazzi credo che ora sia arrivato il momento di chiudere la conversazione. Possiamo sicuramente trovare una soluzione al problema evitando di litigare» disse Lily mettendo un po' di distanza tra i due. «La soluzione c'è. Non mette quel maledetto vestito» disse Steve. «Certo che lo metto! E se continui così ci vado anche senza di te!» rispose Helene. Sì, era decisamente arrivato il momento di mettere fine a quella conversazione. Presi Helene sottobraccio e la trascinai in cucina nonostante cercasse di impedirmelo per continuare quella conversazione. «Lasciami Allie!» gridò cercando di liberarsi dalla mia presa. «No Helene. Basta! Sembrate due bambini che litigano per un giocattolo» «Ma lo hai sentito?» mi chiese come se stesse dicendo una montagna di assurdità. «Helene se si arrabbia così tanto ci sarà un motivo non credi?» «Adesso lo difendi?». Oddio! Non potevo crederci! «Non sto difendendo nessuno. Cos'ha che non va questo vestito?» «Dice che è troppo corto» «È così?». 

La conoscevo troppo bene per non farle una domanda del genere. Quando Steve si arrabbia così tanto è perché i suoi vestiti sono davvero troppo corti. Corti a tal punto che devi fare attenzione ad ogni singolo movimento, altrimenti rischi di dare spettacolo. «È un vestito normale Allie. Quanto corto vuoi che sia> «Tanto da far diventare Steve una iena» «Ok! Va bene! È corto ma devo metterlo» «Perché?» «Perché è davvero tanto bello. Pieno di paillette e tutto oro» «Dici davvero?» «Allie! Ti prego» mi disse offesa e con la faccia imbronciata. «Allie!» continuò a chiamarmi mentre mi allontanavo da lei. 

Tornai in salotto lasciandola in cucina a disperarsi per un vestito. Incredibile! Litigare per un vestito. Non ero per nulla in vena di ascoltare certi discorsi. Era stata una giornata impegnativa e pesante. Ero indietro con lo studio e mi stavo tormentando il cervello per capire dove si stava dirigendo Tyler, soprattutto visto che dopo il suo ultimo messaggio non lo avevo più sentito. Come se avessi diretto ad una spiegazione. Cosa pretendevo. Forse, però, un po' di diritto di sapere dove andare lo avevo. Volevo trascorrere una serata tranquilla e serena e non stare a separare i nostri amici perché il vestito era troppo corto o perché Steve era troppo geloso. C'erano cose ben più serie per cui litigare. Qualche minuto dopo arrivarono anche tutti gli altri. Steve e Helena smisero di litigare poco dopo ma molto probabilmente avrebbero continuato la discussione più tardi e non troveranno una soluzione che vada bene ad entrambi ma uno dei due dovrà rinunciare a qualcosa. Perché in una coppia è sempre così. Uno dei due dice di no e non lo fa per poca pazienza, per sfinimento o altro, lo fa semplicemente perché l'amore per l'altra persona è talmente forte che a volte ti porta a dire di no per fare contenta la persona che ami. È una cosa reciproca. Come fa l'uno fa anche l'altra.

Nonostante la litigata tra Helene e Steve e le occhiate che si continuavano a lanciare durante la serata, siamo riusciti ugualmente a passare una serata tranquilla e rilassante. Io e Lily avevamo portato la cheesecake ai frutti di bosco, Larissa una bottiglia di vino bianco e Josh un gioco da tavolo. Queste erano le nostre tipiche serate tranquille in compagnia. Quelle serate in cui nessuno è ubriaco, nessuno si sente male la mattina dopo o fa qualcosa di stupido di cui poi si pente. Queste sono le serate in cui ci si diverte, si ride e si passa del tempo con i propri amici.

«Lily chi sarà il tuo accompagnatore domani sera> le chiese Larissa. «Ancora non lo so» «Non hai ancora avuto nessuna proposta? Strano» disse sorridendo Josh. «Non è quello il problema. Sono talmente tanti che non sa chi scegliere» dissi intervenendo nel discorso. «Spiritosa come sempre. Tu invece?» mi chiese Lily. «Da sola» «Perché? Tyler dove lo lasci?» mi chiese Larissa. «Tyler ha da fare. Vado da sola come era programmato fin dall'inizio. Non c'è nulla di male ad andarci da sola» affermai decisa. «Ma ti farebbe piacere se ci fosse» mi chiese Lily. «Certo che mi farebbe piacere ma lui non può disdire i suoi impegni e io non sarò quella che lo fermerà o gli farà cambiare i suoi piani quindi il discorso finisce qui» dissi bevendo un sorso di vino e sperando di aver terminato il discorso. Ero già dispiaciuta, forse troppo per conoscerlo solo da poco più di una settimana; eppure, la sua mancanza si faceva già sentire. Le cose stavano così però, e non avrei potuto cambiarle. «Passiamo io e Larissa a prendervi domani sera> disse Josh rivolgendosi a me e Lily. «Sicuro Josh? Possiamo venire anche da sole» «Tranquilla Allie almeno posso assicurarmi che anche se bevete un bicchiere di troppo arrivate a casa sane e salve» «Il nostro angelo custode» disse Lily sorridendo e lanciandogli un bacio con la mano. «Per voi sempre!».

La serata proseguii tranquilla. Mi era servita per liberarmi un pò la testa. Era stata una settimana intesa. Gli esami, lo studio e soprattutto Tyler. Non che non fosse bello e piacevole averlo nelle mie giornate ma era tutto così nuovo, bello e spaventoso che ormai si era impossessato della mia mente.

Non lo avevo più sentito dopo gli ultimi messaggi che ci eravamo scambiati. Molto probabilmente stava guidando o stava riposando. Come mi ero già detta, forse non erano affari miei sapere dov'era, con chi era e perché era andato via. Stavamo uscendo da poco e io non ero ancora abbastanza importante per potermi interessare di quello che faceva o per sapere dove sarebbe andato. Era la soluzione migliore per non tormentarmi la mente più di quanto già non facessi.

Tornammo a casa intorno a mezzanotte e non vedevo l'ora di infilarmi nel letto. Oggi non mi ero fermata per un secondo, avevo riempito tutti gli spazi liberi che avevo. Domani sarebbe stata una giornata frenetica come quella di oggi, se non di più, e avevo bisogno di tutto il riposo possibile per poterla affrontare al meglio.

«io mi preparo una tazza di thé, ne vuoi un pò anche tu?» mi chiese Lily dalla cucina, mentre raccoglievo i libri e il portatile da salotto per portarli in camera. Una tazza di thè mi avrebbe fatto sicuramente bene. «Si grazie». Andai in camera per posare le mie cose e misi sia il portatile che il telefono a caricare e raggiunsi Lily in cucina. Appena mi misi al tavolo Lily posò davanti a me una tazza e si mise seduta di fronte. «Tutto bene Allie?» «Si tutto bene» «Sei sicura?» «Sì», ammisi avvicinando la tazza alla bocca per berne un sorso. «Sembri un po' strana, come se avessi la testa da un'altra parte» «Sto bene davvero. Tu piuttosto? Come prosegue lo studio?» le chiesi dato che era qualche giorno che non la vedevo sui libri. «Sto cercando di impegnarmi. Devo ammettere che non è per nulla facile. Sono giorni ormai che penso che stia solo perdendo tempo, ma non posso averlo scoperto solo ora» «Lily non è detto che tu stia perdendo tempo. Come ti ho già detto, può essere un momento di passaggio, un periodo difficile. Non dare già tutto per perduto» «Non voglio lasciare tutto e mi sto impegnando ad impedire che non succeda ma non è così semplice» «Lo so Lily. Non devi arrenderti e devi continuare a provarci finché puoi» dissi cercando di rassicurarla e dargli la maggior fiducia possibile. Non erano parole al vento, non erano dette perché le richiedeva la situazione ma perché credevo in Lily, sapevo che ci avrebbe messo tutta la forza e l'impegno necessario e, in questo momento, aveva bisogno di tutto l'appoggio e di tutto l'aiuto possibile. «Nel caso mi vedrai in crisi o in preda ad un attacco di panico non ti preoccupare perché sai qual è il motivo» «Nel caso succedesse sarò pronta a darti una mano, perché lo sai che per qualsiasi cosa e in qualsiasi momento io per te ci sono sempre» «Si lo so. In questo momento sei forse l'unica persona che riesce a capirmi e a darmi una mano» «Come ti ho sempre detto, basta che mi chiami e arrivo» «Come farei senza di te» mi disse infine sorridendo. «Dovresti inventarmi». Finimmo la nostra tazza di thè con calma parlando della serata appena terminata. 

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora