21.

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La mattina seguente, quando mi alzai, mia mamma era già in casa e aveva preparato la colazione. Mentre scendevo le scale si sentiva sempre più il profumo di pancake. Appena varcai la soglia della cucina vidi pancake e waffel. La mia colazione preferita. Se solo avessi più tempo per poterli preparare. «Buongiorno Tesoro» «Buongiorno Mamma» «Pancake con panna e fragole giusto?> «Si. Il mio preferito». Mi posò il piatto davanti con una tazza di caffè e sorrisi come una bimba felice. Era bello essere coccolati dai genitori quando era possibile. «Come se non lo sapessi tesoro» «Lily?» le chiesi. «Penso stia ancora dormendo» «Si sono le 9.30, lasciamola dormire ancora un po'» «Si non c'è fretta. Più tardi poi voglio portarvi a fare shopping «Va bene mamma. Vi devo parlare di una cosa> Era arrivato il momento di parlare anche a loro di Tyler, anche perché sarebbe venuto a cena stasera.

«Cosa succede tesoro? Mi devo preoccupare?» «No mamma. Papà dov'è?» «È fuori in giardino. Sta parlando al telefono. Dimmi» «Aspettiamo papà, così lo dico ad entrambi» «Tesoro mi stai facendo preoccupare». Alzai gli occhi al cielo. «Mamma non è nulla di grave, è una cosa bella, stai tranquilla» «Va bene, come preferisci». Continuai a gustarmi i miei pancakes. Quanto erano buoni. Perché non potevo avere una colazione così tutte le mattine?

Dopo una decina di minuti entrò mio padre. Mi vide, sorrise e mi diede un bacio sulla fronte, come faceva tutte le mattine quando ancora vivevo con loro. «Ciao papà» «Ciao piccolina. Hai dormito bene?» «Si mi sono riposata, avevo bisogno di riposare» «Adesso puoi parlare» disse mia madre intervenendo nella conversazione. «Che succede?». Chiese mio padre guardando prima mia madre e poi me. «Tua figlia ci deve parlare. Voleva aspettare te» «Che succede piccolina?» «Nulla di grave papà. Stasera ci sarà una persona in più a cena» «Chi?» chiese subito mia madre. «Il ragazzo che sto frequentando. Tyler» «Oh finalmente! È il tuo fidanzato?» «Si diciamo di sì. Ci stiamo conoscendo» «Allora stasera va preparata proprio una bella cena» «Mamma». Mentre mia mamma saltava dalla gioia e sprizzava euforia e felicità da tutto i pori, mio padre voleva più informazioni, come da suo solito. Poi dopo l'esperienza avuta con Dean. «E questo Tyler cosa fa nella vita?» «Lavora nell'azienda di suo padre» «Charlie sarà sicuramente un bravo ragazzo» disse mia madre mentre mi padre continuava a fissarmi. «Quanti anni ha?». Chiese subito dopo mio padre. «Ventotto papà» «Sei felice? Ti fa stare bene?». Sapevo molto bene perché papà mi aveva fatto quella domanda. «Si papà. Sto bene e sono felice» «Ok piccolina. Sono felice di conoscerlo allora». Mi diede un bacio sulla fronte e andò sul divano a guardare una partita di baseball. Avere il loro appoggio era la cosa che mi importava di più.

Nel pomeriggio andammo a fare shopping con mia mamma, con ovviamente la carta di credito di papà. Mamma aveva deciso che per stasera ci voleva un vestito nuovo, e girammo l'intero centro commerciale finché non ne trovammo uno per me e uno per Lily.

Il mio vestito era molto semplice, bianco, stile Bohemien, lungo fino alle ginocchia, con la scollatura a V sul davanti e le maniche a tre quarti. Il vestito di Lily, invece, era color porpora, a ruota e con una scollatura ondulata a barchetta sia sul davanti che sulla parte dietro. Questi erano solo due dei vestiti comprati. Arrivammo a casa con quattro borse ciascuna piene di vestiti. Sano shopping tra donne.

Rientrammo a casa nel tardo pomeriggio. Mia madre si mise subito in cucina a terminare cena. Io e Lily, nel frattempo, andammo a sistemarci e poi tornammo a dare una mano a mamma con la tavola.

Mancava ormai poco all'ora di cena e cominciai ad avere un po' d'ansia. Cercai di pensare ad altro, che sarebbe andato tutto bene ma non funzionò molto, anche perché più passava il tempo e più mi agitavo. Incominciarono a sudarmi le mani e non riuscivo proprio a smettere di camminare, avanti e indietro, per tutto il salotto. «Allie tutto bene?» mi chiese Lily che stava aspettando l'ora di cena seduta sullo schienale del divano. «Si». Sinceramente non ne ero molto convinta ma pensai che dicendolo sarebbe stato vero. «Stai tranquilla, andrà tutto bene. Non ti preoccupare» «Tu dici?» «Si, Tyler è un bravo ragazzo, lo capiranno subito anche i tuoi e vedrai che ne saranno contenti» «Speriamo». 

Cercai di tranquillizzarmi e appena la mia mente iniziò ad essere un po' più libera mi ricordai di Larissa. «Ah, dimenticavo ieri sera mi ha scritto Larissa, voleva la conferma per domani sera al BoomBay» «Si certo dalle conferma. I tuoi a che ora hanno l'aereo?» «Alle 16:30, ma io non posso accompagnarli, sono di turno al Coco. Stacco alle 18:30» «Non ti preoccupare li accompagno io> «Sei sicura? Altrimenti chiedo a Fred un permesso» «No tranquilla tanto io domani non ho nulla da fare e poi lo sai che mi fa piacere. Ormai sono parte della mia famiglia» «Lo so. Grazie Lily».

Dopo qualche minuto, suonò il campanello. Feci un respiro profondo ed andai ad aprire. Appena aprii la porta i miei occhi si illuminarono. Jeans neri e camicia bianca raccolta sulle maniche. Più semplice di così non si poteva, ma nemmeno più bello di così. I miei occhi e il mio cuore ringraziavano. 

«Ciao scricciolo». Mi sorrise, si avvicinò e depositò un bacio sulle mie labbra. Ora che era qui a fianco a me, l'agitazione era praticamente finita. «Ciao», dissi appena le sue labbra si staccarono dalle mie. Fu quasi un sospiro di sollievo. Non feci nemmeno in tempo a chiudere la porta che mia madre era già accanto a me. «Mamma ti presento Tyler, Tyler lei è mia mamma Sandy» «Piacere di conoscerla Sandy» gli disse Tyler porgendole la mano ma mia madre gli si avvicinò e lo abbracciò. «Benvenuto in famiglia Tyler» «La ringrazio» «Non mi dare del lei ti prego, non sono ancora così vecchia. Diamoci del tu» «Va bene» disse infine Tyler sorridendo. «Vieni ti faccio conoscere papà». Gli presi la mano e lo accompagnai in salotto. Prima che mamma cominciasse con le domande. «Papà lui è Tyler». L'opinione di papà per me contava molto. «Charlie» disse mio madre alzandosi e stringendo la mano di Tyler. «Tyler. È un piacere conoscerla signore». Ero più agitata io di Tyler. Mi continuavo a chiedere come faceva a essere così tranquillo. «Quindi tu saresti il fidanzato di mia figlia giusto?». Ecco che iniziava il terzo grado di papà. «Direidi si» «Allie mi ha detto che lavori nell'azienda di famiglia» «Esattamente. È l'azienda di mio padre. Lavoro lì da qualche anno. Mi occupo della parte amministrativa» «Un ruolo importante» «Si signore». Mamma mia questa conversazione mi stava mandando ancora di più in agitazione. «Mi sembri un bravo ragazzo Tyler» «La ringrazio signore» «Allora...vuoi davvero bene alla mia piccolina?» «Con tutto me stesso». Il suo sguardo si posò su di me. Gli rivolsi un sorriso e tornò a papà. «Ottimo! Ti piace il baseball?» «Attaccato alla tv tutte le domeniche» «Allora fammi compagnia e chiamami Charlie «Con molto piacere». Mio padre diede una pacca sulla spalla a Tyler e lo fece accomodare sul divano accanto a lui. Mi sorrise e si misero a parlare di baseball.

Ora era decisamente moltopiù tranquilla

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