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Batte il pugno sulla scrivania, facendo saltare per la paura il povero Yampi. Prende un lungo respiro e cerca le parole giuste da usare in un momento del genere.

-Si tratta di un ragazzino che...

-Perché hanno dato ad un moccioso di 16 anni la mia roba?

-Bisognava trovare qualcuno veloce e...

-Ti rendi conto di quanto ho perso? Quelli della dogana hanno preso ogni mio soldo ti rendi conto? 

Yampi cerca di dire qualcosa per tenerlo calmo, cosa del tutto impossibile. 

L'affare era molto grande. Circa tre chili e mezzo di droga sintetica da far arrivare negli Stati Uniti, un lavoro commissionato su richiesta di Abraham Mateo, che avrebbe poi messo la sua parte. Il loro solito postino ha deciso di diventare caro a sue spese, e quinid hanno dovuto trovare qualcun altro. Un ragazzino si era presentato perché voleva i soldi per le cure della madre e senza pensarci troppo gli hanno affidato il compito.

Il problema é stato che questo ragazzino non sapeva che cosa stesse facendo, e una volta con un agente della dogana davanti si é fatto prendere dal panico. Non ha fatto nomi, perché non ne era in grado. Tutta la roba é in mano alle autorità che sicuramente avranno già distrutto tutto.

-Quando uscirà dalle prigioni americane, finirà in pasto ai lupi! Mateo ha già chiamato?

-Non ancora. Forse non sa che cosa é successo...

Il telefono sulla scrivania prende a squillare. Fulmina il povero Yampi con lo sguardo per poi rispondere al telefono.

-Pronto?

-Che cazzo avete fatto?

Chiude gli occhi, sospirando sempre più incazzato per l situazione. A quanto pare alle orecchie di Abraham Mateo é già arrivato la notizia. Yampi si siede, prevedendo il peggioramento della situazione.

-Un ragazzino di 16 anni che non ha la minima idea di di quello che stava facendo...Ma ti rendi conto eh?-procede alterato Abraham-Quanto cazzo hai perso? Quanto hai fatto perdere a me?

-Non ti rivolgere a me in quel modo, non lo permetto a nessuno. Ho perso quanto te e quindi vediamo di trovare una soluzione invece di urlarci contro, ok?

Delle sottili braccia circondano le spalle di Abraham, e un dolce profumo di more invade le sue narici. Si appoggia con il mento sulla sua spalla, si volta per vedere i suoi occhi scuri che lo calmano all'istante. 

-Stai calmo.-gli sussurra all'orecchio per poi posare un piccolo bacio all'angolo delle sue labbra.

-Che cosa proponi di fare?-chiede dopo qualche secondo di silenzio

Capendo che Abraham é più tranquillo riprende a parlare anche lui. L'idea potrebbe sembrare folle, ma tanto hanno già perso una grande quantità di denaro e di roba. Non può andare di sicuro peggio.




Stava iniziando ad essere stufa di quella stanza. Vorrebbe uscire e vedere meglio dove si trova, ma non sa se é una buona idea. Lui non le ha mai detto se può o non può uscire. Julieta non si fa vedere da un pò di tempo, e il suo viso é il solo che ha visto ad oggi. Quello che vorrebbe sapere é il suo nome, ma lui non parla mai.

Scuote la testa, chiedendosi come é possibile che le sia piaciuto quello che é successo. E si chiede come sia possibile che sia venuta-e da come si é sentita frastornata dopo, deve essere stato un'orgasmo forte- e non si é accorta di niente.

E' completamente immersa nei suoi pensieri, tanto che non si accorge che la porta é stata aperta. Sobbalza in aria per lo spavento quando sente una mano scuoterla. SI alza di scatto e rimane sorpresa, e un poco spaventata, nel trovarsi di fronte lo stesso uomo che la stordita e rapita la sera della festa di fidanzamento a Puerto Rico.

-Alzati.-le ordina freddo-Ti devo portare da Belcalis.

El DiabloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora