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Ozuna ringhia, catturando di nuovo le labbra di Tania e sollevandola per portarla a letto. Si sta concedendo un momento di pausa. Sono due giorni che torturano Daniel, ma il ragazzo non vuole proprio parlare e sembra indolore ad ogni tipo di tortura. Belcalis é rimasta alla villa, Taina era riuscita a convincerla, e a dire la verità non ci é voluto molto. La Dama sembrava spaventata all'idea di tornare a casa, ma cercava di fare la dura.

Interrompe il bacio e alza gli occhi, chiedendo in silenzio il permesso.

Taina non se lo aspettava, però annuisce dandogli il permesso. Il Jefe scende fino a che la sua lingua colpisse il piccolo anello di muscoli, che sente stringersi mentre la sua lingua attraversare il corpo e Taina emette un gemito acuto.

Allunga un dito e strofina l'esterno dell'entrata della, suscitando gemiti e lamenti da lui.

Dopo un momento muove il dito, sfregando cerchi sull'anello del muscolo, sentendo uno spasmo sotto il suo tocco.

Stanco di giocare,sostituisce il dito con il suo pene, trovando subito il punto G.

La schiena di Taina si inarca sul materasso, un gemito le scappa dalle labbra.

Si spinge dentro, sempre lentamente, si tira indietro e si spinge di nuovo dentro, costruendo un ritmo costante.

Taina si contorge artigliando la schiena di Ozuna mentre lui continua a spingersi dentro di lei.

-Credo... Di-cerca di dire Taina, ma non riesce a parlare, ma non c'è ne bisogno.

Accellerò il suo ritmo.

Le spinte diventano scatti irregolari dei suoi fianchi mentre insegue il suo rilascio in avvicinamento.

Emise un forte ringhio, mentre dava un'ultima spinta profonda.

Ci volle poco, e dopo crollano entrambi.

Cinque minuti dopo essersi ripresi, Taina si trascina più vicino a lui e posa la testa sul suo petto. Lui sembra bloccarsi un attimo, ma subito dopo la stringe forte a sé, ispirando il suo profumo. Deve averglielo prestato Belcalis, perché gli sembra molto familiare.

-Ti senti più tranquillo adesso?-gli chiede Taina con un filo di voce.

-Che ti fa pensare che prima fossi teso?

-Sei sempre pensieroso. Cardi non riesce a parlarti che tu scatti e ti arrabbi.

-Cardi?-la guarda confuso

-Belcalis. Mi ha detto che la posso chiamare o Cardi o Bardi, ma tu la chiami Bardi.

-E quindi? La puoi chiamare come vuoi.

-Sembra molto una cosa tua. Voglio dire, quando l'hai chiamata così l'altro giorno, sembrava quasi un nomignolo affettivo che solo tu sai.

Sulle labbra del Jefe appare un sorriso. Un sorriso dolce e sincero.

-É nomignolo che le diedi quando ci siamo conosciuti tanto tempo fa.

-Vi conoscete da tanto?-gli chiede alzando un poco il viso per poterlo vedere bene negli occhi mentre risponde.

-Da quando avevamo 12 anni.-sospira, sempre con il sorriso sulle labbra.-Non sapevo dire il suo nome, e mi sembrava anche molto strano e quindi ho tenuto la B, la A, la I e poi ci ho messo delle lettere che non c'erano ed ecco che é venuto fuori Bardi.

-E Cardi?

-Quello...-fa un risolino.-Si é trattato di un'equivoco e...

Il loro momento di calma e intimità viene interrotto dal forte bussare alla porta.

-Chi é?-chiede tagliente Ozuna. La persona che si trova dall'altra parte non apre la porta, perché sa che potrebbe vedere la Signora del Jefe come e in situazioni che non può nemmeno osare pensare.

-É scappato!-grida la voce di Yampi

-Cosa?

-Ovy The Drungs é scappato!

El DiabloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora