27

426 15 1
                                    

Pensando ad altri attroci situazioni la sua non é una vera prigionia, ma non ne può più. Da quando é arrivata avrà messo su almeno una decina di chili, si annoia tutto il giorno e le manca il lavoro. Sembra strano da dire, ma quando stai con il rigirarti i pollici senti la mancanza del lavoro. Dello spaccarti la schiena, alzarsi presto, il dolore alle gambe... Tutto.

Dopo il matrimonio avrà visto Ozuna un paio di volte alla settimana, é una cosa positiva, ma non vede neanche Belcalis il che la fa sentire triste. A pensato che Ozuna gli avesse ordinato di non avvicinarsi, ma durante il giorno delle nozze sembrava così tranquilla, come se lui non avesse cercato di ucciderla.

Si rigira nel letto e sospira per la cinquantesima volta nel giro di due ore. Si trova in camera, stesa sul letto a pensare al nulla. Ma qualcuno deve aver sentito i suoi dolori, e un forte bussare alla porta la fa sedere.

-Chi é?

La porta si apre ed entra una ragazza che non ha mai visto prima. É di altezza media, occhi al cioccolato e un sorriso che trasmette tranquillità assoluta.

-Salve

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-Salve.-la saluta

-Ciao.-ricambia confusa

-Ti ho svegliata?

-No, ero distesa per passare il tempo. Scusami, ma chi sei?

-Mi chiamo Rosalía, sono la Dama della Familia di Spagna.

-Ah.-fa semplicemente. Non sa esattamente come comportarsi. Ora é una sua pari.-Posso fare qualcosa per te?

-I Jefe stanno lavorando, e Lali e io ci stiamo annoiando. Il tuo sposo ha detto che eri qui da sola e abbiamo deciso di venire da te. Non ti dispiace, vero?

-Ehm... No, assolutamente no. Uhm, mi cambio e vi raggiungo in soggiorno.

-Ok.-fa un'altro grande sorriso e lascia la stanza. Si alza e si sistema veloce per poi scendere in dieci secondi.

Accanto alla ragazza c'è ne un'altra che le sembra quasi familiare. Si girano verso di lei e sorridono in perfetta sincronia.

-Buon pomeriggio, compagna.-la saluta la ragazza ancora sconosciuta. Le porge la mano.-Io sono Mariana, ma puoi chiamarmi Lali.

-Piacere, io sono Taina.

-Che bellissimo nome.

Dietro di loro c'è Julieta che spazza via la polvere dagli armadi e comodini costosi in soggiorno. Le é sempre stato detto di servire gli ospiti con acqua e qualcosa da sgranocchiare, ma visto le circostanze non sarebbe stato la cosa giusta da fare e lo capisce subito.

-Julieta, porta per favore da bere e qualcosa da mangiare, per favore.

-Subito signora.-si inchina e lascia la stanza.

Taina si siede sulla poltrona un pò agitata, e Lali lo nota subito. Allunga il braccio e le accarezza il braccio, cercando di farla rilassare.

-Io stavo peggio.-dice sorridendo-Non sapevo come comportarmi, cosa dovevo fare durante gli incontri. Mi alzavo la mattina e mi mettevo subito a pulire la casa mettendo in difficoltà la servitù. Abraham é stato paziente, ma poi mi ha presa per le spalle, ordinando di non muovermi. Io non devo fare niente, solo stare vicino a lui.

-E come ti sei sentita?-le chiedo Taina

-Malinconica. Volevo tornare nella mia piccola casa con la mia famiglia.

-Sei stata rapita anche tu?

-No. Mi ha trovata in un campo di riso.

-Lunga storia.

Julieta torna con un grande vassoio, con sopra tre bicchieri, una caraffa di acqua e una di tè freddo. E ci sono alcuni dolci e qualche salato.

-Abbiamo tempo e cibo.

El DiabloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora