La sveglia che ho impostato sul cellulare suona, peccato che l'ho preceduta, sono già alzata da più di un ora.
Non sono riuscita a chiudere occhio, pensando tutta la notte a come sarà essere la nuova alunna.
Molto presa a scalciare un paio di calzini appallottolati in giro per la stanza, e facendo svariati goal mirando sotto alla sedia di legno tinta di bianco.
Sto cercando di distrarre la mia mente, l'ansia del primo giorno di scuola mi mangia viva.
Mi metto una delle mie felpe preferite, in questo caso quella nera con la scritta: "savages" al centro in rosso acceso, lo abbino con un semplice paio di jeans a vita alta. Insomma mi vesto con il mio solito abbigliamento.
Durante la colazione ho patito tutte le rassicurazioni e gli incoraggiamenti di papà.-Senti questa.- Mio padre si schiarisce la gola. -Un bambino chiede al papà: "È vero che le carote fanno bene alla vista?" Il papà: "Certo! Hai mai visto un coniglio con gli occhiali?"- Papà inizia a ridere a crepapelle, con la mano che va su e giù battendo forte sul tavolo, facendo traballare pericolosamente il latte e i cereali.
-Bella vero?- Ride ancora.
-Con questa polpettina sicuramente farai tanti amici.- Dice lui.-Papà è meglio lasciar perdere con queste barzellette.- Dico iniziando a svignarmela, scappo in direzione delle scale senza salutarlo per evitare altre barzellette.
Scendo le scale velocemente, do un occhiata al l'officina alla mia sinistra e esco dalla porta principale diretta verso il mio primo giorno di scuola.
***
Mi guardo intorno, il cancello a pochi metri di distanza, ragazzi e ragazze che ridono e scherzano conoscendosi da molto tempo e io sola. Mi mordo il labbro inferiore, nessun segno di Maya.
La scuola è molto più grande di quella che frequentavo, ci sono ampi spazi verdi e tanti tavoli e panchine, per non parlare del parcheggio immenso.
Decido di entrare e cercare la mia classe, cammino diretta all'entrata, sentendo l'ansia salire sempre di più. Noto qualche sguardo rivolto verso di me, ma cerco di non farmi nessuna paranoia.
Quasi all'ingresso scorgo tre facce familiari sfortunatamente.
-Oh, no!- Bisbiglio fra i denti.Faccio quasi per virare subito la direzione ma è troppo tardi, i loro occhi si soffermarono su di me incuriosite. Non posso farle credere che le temo, sospiro e mi faccio avanti per superarle e poter entrare.
-Guardate chi c'è! Lo sgorbio di ieri.- Jexa mi blocca la strada incrociando le braccia al petto. -Questa scuola inizia ad accettare anche i poveri sfigati.-
-Lasciami passare.- Dico facendo per girarle intorno, ma ritrovo una delle gemelle davanti.
-Ti stava molto bene la macchia nera sulla faccia.- Continua Jexa.
-Copriva maggior parte dei tuoi difetti te la decorava.-Mi giro per ribattere, ma al suo fianco si è aggiunto un gruppetto di ragazzi tutti vestiti uguali con la stessa tuta sportiva della scuola.
Le parole si bloccano nella mia gola.-Jexa te la prendi con i novellini adesso?- Le domanda il ragazzo che le circonda la spalla con un braccio, alto moro e fisico atletico.
-Che problemi avete?- Domando irritata.
-Non avete altro da fare?- Infastidita faccio per andarmene.-Velenosa la novellina- Mi provoca il ragazzo alto e moro.
Il corridoio è colmo di studenti, tutti con l'attenzione rivolta verso me e alle barbie e al presunto ragazzo di barbie, "Ken" e i suoi amici.
Jexa ride avvinghiata al suo Ken, inizio a sentirmi a disagio, sento gli occhi di tutti su di me e le risa rimbombano nelle mie orecchie, strofino le mani sudate sulla mia felpa, inizio a pensare seriamente di scappare e tornarmene a casa.
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Hai segnato nel mio cuore!
RomanceLena Stuart un adolescente, a cui è morta la madre quando aveva ancora cinque anni, cresciuta dal padre. Si trasferiscono in città. Lena lascia alle spalle la sua semplice vita di paese, la sua scuola e la sua squadra di calcio. La sua vita cambia...