Parte 13

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Le mie mani che poco prima erano sulle labbra di Cedric per bloccare le sue irrefrenabili risa isteriche, ora scivolano via frettolosamente, cercando di spingerlo su per le scale il più silenziosamente possibile.
Ma quel rumore di tacchi in lontananza si sta avvicinando sempre di più, dando vita alla mia ansia, non riesco a fargli fare nemmeno un passo indietro al troglodita.
Guardo allarmata Cedric, che al mio contrario continua a sorridere con la sua solita espressione da ebete.
Il panico si impossessa di me non appena il rumore dei tacchi cessa proprio dietro di me.
Mi giro lentamente, pensando che questa sarà l'ultima volta che sarei entrata in questa casa per colpa di Cedric.
Di fronte a noi la bella donna elegante, ci fissa, prima me poi Cedric, il completo nero fa risaltare la sua carnagione chiara e i suoi occhi azzurri.
Un uomo si avvicina alla signora Carmen e le cinge un fianco. Noto subito la somiglianza tra l'uomo e il piccolo Liam, i capelli biondi e ricci, un bel uomo con una barba curata, pure lui in completo ma un completo grigio.

-Cedric, spero per te che non infastidivi Lena- dice la signora Carmen, cercando di assumere un'aria minacciosa.

In quel istante la preoccupazione inizia a svanire, la signora Carmen conosce Cedric, guardo prima lei poi lui.
Cedric non riesce a smettere di ridere, ma ora inizio a capire cosa lo diverte.
Mi torna in mente la prima volta in cui ho visto la signora Carmen, ho subito pensato che mi ricordava qualcuno e in effetti ora che guardo bene la somiglianza è molta.

-No mamma, dovevi dirmi che era la novellina la babysitter- dice Cedric dandomi una pacca sulla schiena e affermando le risposte a tutti i miei dubbi, è suo figlio.

Guardo verso Cedric, gli sorrido un sorriso sforzato, lui si accorge del mio imbarazzo e si sforza di trattenere un'altra risata.

-Lena è un amica, frequentiamo la stessa scuola- dice Cedric ai genitori cercando di assumere un aria seria, che non gli riesce.

-Ma guarda che bella coincidenza- dice il bel uomo avvicinandosi ai gradini delle scale e dando prima una pacca amichevole a Cedric, per poi superarlo e porgermi una mano, scendo l'ultimo gradino e ricambio la stretta di mano.

-Oh giusto mi sono dimenticata di fare le presentazioni- dice la signora Carmen intromettendosi e avvicinandosi -Paul lei è Lena, Lena lui è mio marito Paul.-

Sorrido timidamente alla coppia che ho difronte, Cedric mi osserva ancora divertito con la schiena al muro e le braccia incrociate.
Tutti quei miei futili sforzi di evitarlo e ora per mia cattiva sorte è qui, anzi sono io quella ad essere qui a casa sua.

-Cara, Liam sta già dormendo?- mi chiede la madre di Cedric.

-Si sta dormendo- dico.

-Bene se mi dai un secondo vado a controllare e poi ti accompagno io a casa- dice la signora iniziando a salire i gradini ma Cedric la ferma.

-Mamma sei stanca tu resta pure a casa e riposa, accompagno io Lena.-

A quelle parole spalanco gli occhi, guardo Cedric fulminea, sa benissimo che non voglio che mi stia vicino e non voglio nemmeno parlargli.

-Non serve, posso farmi una bella camminata- dico io frettolosa.

-No cara, non c'è da fidarsi fuori per le strade a quest'ora- dice la signora Carmen.

-Gentilissimo tesoro, accompagnala fino a casa- finisce di dire la signora Carmen a Cedric, poi ci abbandona lì sugli ultimi gradini seguita dal signor Paul.

Fisso un punto indefinito sulla parete, digrignando i denti infuriata, stringo i pugni desiderando di tirare un cazzotto a Cedric.
Cedric continua a sorridere, il solito sorriso sghembo che ha sempre stampato in volto.

-Allora novellina ora ti tocca per forza ascoltarmi- dice ancora con la schiena al muro e le braccia incrociate.

-Razza di idiota!- dico avvicinandomi minacciosa -sai benissimo che non voglio condividere il mio spazio vitale con uno come te.-

Le braccia di Cedric si sciolgono e in men che si dica mi afferra il braccio, ormai sembra che sia diventata un abitudine per lui afferrarmi per le braccia.

-Lena calmati- dice con un espressione nuova sul suo volto calmo e rilassato -dammi un secondo vado a prendere le chiavi della macchina e poi ti accompagno.-

I suoi occhi azzurri non battono un ciglio sembrano penetrare nei miei, una strana sensazione fastidiosa di calore mi pervade, calmandomi.
Lo guardo mentre si allontana in tuta, sale le scale, scalzo in punta di piedi, mi guardo intorno sono di nuovo sola nella penombra.

Il silenzio regna in quella casa grande, mi guardo intorno, chiedendomi se ho mai fatto qualcosa di male nella mia vita per ritrovarmi a lavorare nella casa di Cedric, so già che non mi renderà il lavoro facile.
Mi siedo sul divano del grande soggiorno spazioso e aspetto il troglodita, incrocio le gambe e sospiro mentre sistemo delle ciocche fastidiose dietro le orecchie.
Solo in quel preciso istante mi accorgo di essere esausta e stanca e non vedo l'ora di essere nel mio amato letto avvolta nelle mie amate coperte.
Qualcosa però attira la mia attenzione, qualcosa che non avevo notato il primo giorno in cui sono entrata in questa casa e nemmeno oggi mentre ero con Liam.
Mi avvicino alla parete, affianco al bellissimo camino elettrico, ci sono molte cornici appese, che raffigurano la signora Carmen e suo marito Paul, il piccolo Liam e anche Cedric.
In una delle tante cornici c'è Liam da piccolo in braccio a sua madre, in un altra Cedric un po più giovane che gioca a calcio e tante altre foto che raffigurano la famiglia in momenti felici, che avrei dovuto vedere prima per sapere della presenza di Cedric in quella casa.

-Scusa ci ho messo un po'- dice Cedric alle mie spalle facendomi sobbalzare.

Senza dire niente e evitando il suo sorriso sghembo lo supero, lasciando lui e le cornici alle mie spalle, diretta all'uscita.
Recupero la mia felpa all'entrata indosso le mie scarpe con tutta fretta e esco senza rivolgergli nessuno sguardo.
Appena fuori dalla porta, percepisco l'aria fresca della sera sulla mia pelle che stranamente sembra alleviare il mio stress.
Sull'asfalto l'ombra del troglodita si muove, si avvicina alla mia, fino a quando le due ombre non si uniscono mescolandosi e formando una forma indefinita, sento un brivido non appena sento la sua presenza affianco a me.

-La macchina è di qua- dice Cedric, presumo abbia indicato da qualche parte con il dito, che non ho visto perché tutta la mia concentrazione e sulla forma dell'ombra deforme sull'asfalto che ora inizia ad allargarsi e staccarsi formandone di nuovo due -allora vieni?- dice richiamando la mia attenzione.

***

L'Audi nera di Cedric sfreccia in mezzo alla cittadina ancora sveglia, molta gente va e viene, parlano, ridono o si tengono a braccetto.

-Bene ci fermiamo a bere qualcosa- dice Cedric cambiando marcia e rallentando -così possiamo finalmente parlare e chiarire le cose.-

La mia mano si stringe forte alla maniglia della portiera e lo guardo allarmata -Cedric non c'è niente da chiarire devi solo starmi alla larga e evitarmi, portami a casa- dico invano, mentre lui sta già parcheggiano.

Il suo volto inizia ad assumere di nuovo un espressione divertita e il suo solito sorriso sghembo compare di nuovo.

-E poi è già tardi e dovrei essere a casa- dico cercando qualsiasi scusa che mi tiri fuori da questa situazione.

Cedric continua a sorridere massaggiandosi la mascella con la mano, spegne il motore e torna a guardarmi.

-Continuavi a sfuggirmi a scuola e ora sei nella tana del lupo novellina non hai scampo.-

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