Parte 41

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La signora Carmen mi preparò un tè caldo con le sue stesse mani, non c'era nessuno in casa quella sera a parte lei. Era particolarmente strana la villa così vuota e silenziosa. Il piccolo Liam era dai suoi nonni, il marito della signora Carmen presumo al lavoro, la carissima signora Jamila suppongo abbia finito di lavorare presto, e l'ultima persona che avrei desiderato trovare in casa ma che non c'è, Cedric.
I suoi occhi azzurri trasmettevano preoccupazione, la signora Carmen si siede al mio fianco e mi strinse la mia mano tremante, Cedric ha i suoi stessi occhi.

-Sono preoccupata cara, cosa ti è successo?- Si mise un po' più comoda sul divano e mi osservò a lungo aspettando una mia risposta. -All'inizio quando ti ho vista alla porta pensavo ti fossi sbagliata il giorno di lavoro, ma ora mi rendo conto che non sei qui per Liam.- Rimase un po' in silenzio, mentre io cercavo di riprendere fiato. -Sei qui per Cedric vero?-

Di colpo non tremo più, osservo la mano della signora Carmen che mi massaggia il palmo della mia, cercando di farmi sentire a mio agio, sono sbalordita. Cedric ha parlato di me a sua madre? Oppure la signora Carmen è così sveglia, che si è accorta da sola? No sicuramente Cedric ha raccontato qualcosa, ma perché non ha detto niente a me?

-Si so della vostra relazione.- La signora Carmen sorride, è come se mi avesse letto nella mente.

Non sapendo cosa dire o fare, afferro la tazza di tè poggiato sul tavolino del soggiorno e ne sorseggio un po', non so come rispondere alla signora Carmen, non avrei mai immaginato di incontrare proprio lei, e di dover parlare con lei di Cedric.

-Sono felice, finalmente mio figlio ha trovato una ragazza per bene.- Continua lei. -Dimmi la verità, avete bisticciato?- Sorride e con fare materno mi accarezza dolcemente la guancia.

Metto la tazza calda sul tavolino. Strofino la mano libera, sul vestito ormai sporco. Sospiro e sorrido alla signora nervosamente. -Si, abbiamo litigato.- Dico velocemente.

-Ti va di parlarmene?- Chiede lei. -Potrei esserti d'aiuto.- Sposta la mano con la quale prima accarezzava la mia, gira tutto il corpo nella mia direzione, piegando il ginocchio sinistro sotto alla gamba destra, poggia il braccio sinistro sullo schienale e con la stessa mano si regge il capo, e torna a guardarmi con dolcezza, la sua attenzione ora è tutta rivolta verso di me. -Non sai quanto avrei voluto avere una figlia femmina, sarebbe stato più semplice forse, per me.- Sorride cercando di farmi sentire meglio. -Non dirmi che quell'ingrato di mio figlio ti ha fatto soffrire? I maschietti di solito sono meno sensibili di noi femminucce.- La madre di Cedric cerca di alleviare in qualche modo la mia tensione e farmi sorridere. -Senti se ti ha fatto qualcosa dimmelo, lo chiamo ora, se le sentirà di santa ragione da me.-

-Il problema è che...- Senza volerlo incomincio a piangere, le lacrime iniziano a rigarmi il volto. -...è che...- singhiozzo, imbarazzata e metto le mani sul volto. Non voglio immaginare in che condizioni sono.

-Ehi cara, vieni qui. Non piangere.- La mamma di Cedric mi stringe fra le sue braccia, mi accarezza la schiena dolcemente. -Calmati.- Mi domando come sarebbe se ci fosse stata mia madre al posto della madre di Cedric, forse mi abbraccerebbe anche lei così, cercherebbe di farmi stare tranquilla, mi preparerebbe un tè come ha fatto la signora Carmen e forse ora mi darebbe dei consigli sui ragazzi e mi aiuterebbe ad affrontare questa situazione.

-...è che non riesco a contattarlo.- Dico infine, fra le sue braccia, singhiozzante.

-Aspetta qui, ora vado a chiamarlo al telefono e torno subito da te.- Mi da due pacche sulla schiena e si alza un po turbata, mi accarezza il capo prima di lasciarmi da sola in salotto.

Prendo il cellulare e sullo schermo vedo che c'è un messaggio non letto, apro velocemente sperando sia un messaggio di Cedric. Invece il messaggio è di Trevor: "Lena sono preoccupato, dove sei? I ragazzi mi hanno detto che te ne sei andata dalla festa disperata. Mandami la tua posizione, vengo a prenderti!"

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