Scendo le scale della villa diretta al cancello, mio padre mi aspetta fuori.
Finalmente posso tornare a casa e riposare. La signora Carmen è tornata presto oggi e metterà lei a letto Liam.
Cammino nel viale, poco distante sento il motore della macchina di papà accesa, ma nascosta dalla siepe che circonda la villa.-Lena un attimo!- Sento alle mie spalle, Trevor mi sta venendo incontro e non è solo, Cedric lo segue a ruota.
-Cedric mi ha detto che non vieni alla festa di Halloween, è vero?- Chiede Trevor.
-Ehm... sinceramente le feste non fanno molto per me...- inizio a dire.
-Si lo so, questa l'ho già sentita- dice Trevor sorridendo e avvicinandosi a me -ma non puoi fare un'eccezione?- Chiede sporgendo il labbro inferiore e unendo le mani, supplicandomi.
Gli sorrido, poi noto Cedric in penombra, dietro all'amico, fa dei gesti, indica me poi Trevor e subito dopo mima un cuore, poi inizia a fingere di sbaciucchiarsi con qualcuno di invisibile, abbracciando l'aria.
Distolgo subito lo sguardo iniziando a ridere una risata nervosa, Trevor si accorge e sta per girarsi, ma subito mi fiondo su di lui e lo abbraccio, non posso permettere a Cedric di rovinare tutto.
Continuo a ridere e a stritolare Trevor a me, cercando di bloccarlo, non si deve assolutamente voltare.-Ma certo che faccio un'eccezione per il mio amico!- dico ancora stritolandolo.
Trevor si mette a ridere -Lena stai bene?- Chiede.
-Certo, sto benissimo- dico cercando di guardare dietro alla spalla di Trevor, non c'è più Cedric è sparito.
Mollo subito la presa e Trevor sembra tornare a respirare. Mi guardo intorno il troglodita è scomparso.
-Sono contento che hai cambiato idea- dice Trevor -bene allora ci vediamo domani a scuola- dice sempre sorridente e salutandomi.
Io resto inchiodata al mio posto, guardo Trevor rientrare in casa dell'amico, ma il suo amico che fine ha fatto? Un attimo prima mi prendeva in giro e faceva l'idiota e un attimo dopo è sparito.
***
Papà in macchina canticchia serenamente, io penso ancora alla figuraccia che ho fatto con Trevor, chissà cosa penserà che mi sia preso.
-Hai mangiato qualcosa?- mi chiede papà ad un tratto.
-Si, tu invece?- Chiedo.
-Si polpettina ho cenato prima- dice mio padre tamburellando con le dita sul volante.
-Mi sbaglio o sei più felice del solito?- Chiedo io.
Lui mette subito un finto broncio e mi risponde -ti piaccio così?- la sua voce roca mi fa ridere.
Anche lui smette di fingere e torna ad essere sereno e sorridente. Ultimamente lo vedo sempre così felice, mi chiedo cosa possa essere il motivo.
***
-Ma se ti ho detto che non volevo venire- dico a Maya seduta sopra al letto, massaggiandomi il piede con una mano e con l'altra tengo il cellulare attaccato all'orecchio -ma ora mi tocca venire per colpa di quello scemo di Cedric.-
Maya e Kayla ridono all'unisono dall'altra parte del telefono. È da tutta la telefonata che continuano a ridere e a prendermi in giro.
-Si ma ora ti tocca venire. Dobbiamo anche pensare a cosa metterci- sento dire da Kayla.
-Non si può andare vestiti normali?- Dico io un po' frustrata e buttandomi di peso sul letto, avvicinando a me il cuscino a forma di palla da calcio e abbracciandolo.
-Lena...- questa volta a parlare e Maya, rimaniamo in silenzio sia io che Kayla in attesa di chissà quale idea ha, su come vestirci ad Halloween.
-Che reazione ha avuto Trevor quando lo hai abbracciato?- Spingo via il cuscino, che rotola via e cade a terra. Torna di nuovo il silenzio, ma cosa cernita con i travestimenti di Halloween?-Non ha avuto chissà quale reazione, si è solo messo a ridere- mi osservo le unghie, chiedendomi perché mi ha chiesto di Trevor.
-Bene...- torna a dire Maya con un sospiro -...ragazze ci vediamo domani, mia madre mi sta chiamando- dice, riattaccando la telefonata, lasciando in linea solo io e Kayla.
Io e Kayla rimaniamo ancora un'altro secondo in silenzio e mi chiedo se anche lei non abbia capito cosa sia successo un attimo fa.
-Kayla tu sai cosa sta succedendo a Maya ultimamente?- Chiedo io.
-Ehm... no non so, non ha niente credo- dice Kayla un po' indecisa. La sua voce la inganna e io credo che sappia tutto.
-Adesso anche tu fai la misteriosa- dico io un po' delusa.
-Lena mi dispiace moltissimo, ma le ho promesso di non dire nulla.-
Rimaniamo per un po' in silenzio, non posso arrabbiarmi mi ripeto, sono amiche da più tempo è normale che si diano fiducia più di quanto possano fidarsi di me. È normale che le mie amiche abbiamo segreti, ma è normale che non si fidino ancora molto di me?
***
Sento la gola secca, mi sono rigirata e rigirata sotto alle coperte, ormai l'orologio sul mio comodino segna le una passate di notte.
Mi alzo lentamente senza fare un minimo rumore ed esco dalla mia camera scalza, il pavimento è freddo al contatto dei miei piedi nudi. Cammino in punta di piedi per non far scricchiolare il parquet e non svegliare mio padre.
Noto subito nel buio la porta socchiusa della stanza di mio padre e una fievole luce all'interno, sicuramente si è dimenticato di spegnerla prima di dormire. Mi avvicino decisa ad andare a spegnere la luce e rimboccargli le coperte.
Ma non appena arrivo a pochi passi dalla porta.-Dovremmo dirglielo ai nostri figli- dice mio padre ad un'altra persona.
Cosa dovrebbe dirmi? E ci sono gli altri figli?-Si, anche per me è difficile dirlo a Lena...- sento dire a mio padre, mi avvicino un po' di più cercando di non fare rumore e accosto l'orecchio alla porta socchiusa, curiosa -...ma è difficile anche starti lontano- a queste ultime parole spalanco gli occhi fissando un punto indefinito nel buio e mi tappo la bocca con tutte due le mani per lo stupore. Forse ho capito male, ripeto a me stessa.
Confusa e disorientata torno indietro, sui i miei passi, cercando alla cieca le scale, ma il parquet mi inganna e cigola sotto ai miei piedi, mi blocco un istante anche la voce di mio padre si blocca.
-Lena sei sveglia?- Chiede mio padre dall'interno della stanza, alzando lievemente la voce.
Ma non rispondo e in punta di piedi con le mani aperte cercando di tenermi in equilibrio, cammino il più velocemente verso la mia stanza. Entro in stanza senza chiudere la porta, per non fare altri rumori, mi infilo svelta sotto le coperte, chiudo gli occhi e fingo di dormire.
Pochi secondi dopo sento i piedi pesanti di mio padre sul pavimento, si sta avvicinando.
Accende la lampada, io resto immobile cercando di tenere il respiro regolare. Sento le sue mani rimboccarmi le coperte e accarezzarmi i capelli sciolti che mi coprono mezzo volto, rimane per molto tempo al mio fianco sento il suo respiro. Poi si china su di me, mi da un bacio sulla fronte e se ne va spegnendo la luce.
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Hai segnato nel mio cuore!
RomansaLena Stuart un adolescente, a cui è morta la madre quando aveva ancora cinque anni, cresciuta dal padre. Si trasferiscono in città. Lena lascia alle spalle la sua semplice vita di paese, la sua scuola e la sua squadra di calcio. La sua vita cambia...