Parte 43

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Sento il mio nome ripetersi più volte,  qualcuno tenta di svegliarmi, ma è come se fossi rinchiusa in una bolla di vetro, le voci così lontana e distante da me.
Tento di aprire gli occhi in qualche modo ma la luce bianca e accecante quasi me lo impedisce. Mi sento leggera come una piuma, senza fatica mi alzo a sedere, strofino gli occhi e tento un'altra volta di aprirli. Di fronte a me c'è una figura di una persona vestita di bianco sfocata, mi alzo subito in piedi. Dove mi trovo?

-Chi sei?- Dico ancora accecata dalla luce, mentre la mia voce riecheggia in questo spazio vuoto che non conosco e che inizio a mettere a fuoco.

-Finalmente ti sei svegliata.- Dice la voce melodiosa della donna che ho difronte, la sua voce è famigliare.

-Non mi riconosci?- Continua la donna,  che inizio a distinguere sempre meglio in mezzo alla luce accecante che ci circonda.

-Mamma?- Chiedo sorpresa.

Mi avvicino per vedere meglio la donna che ho difronte. Ed è lei! Mia madre!

-Mamma!- Esclamo stupita di vederla.

-Oh, fatti abbracciare.- Mi viene in contro e mi stringe in un abbraccio forte.

Che ci facciamo insieme? Cos'è questo posto strano? Mi guardo intorno e non vedo altro che un bianco vasto, da cui non si vede ne l'inizio ne la fine dello spazio immenso dove ci troviamo, e non si vede nulla all'orizzonte.

-Sono morta?- Mi esce dalla bocca la domanda, quasi senza pensarci.

Mia madre mi guarda con uno sguardo dolcissimo, come se non ne avesse abbastanza di guardarmi. Forse sto solo sognando?

-Come sta tuo padre?- Chiede mia madre, evitando la mia domanda con un'altra domanda.

Mi ricordo solo ora che mio padre si sta per risposare, valuto bene se dirlo o non dirlo a mia madre, non sono nemmeno sicura che sia realmente mia madre o è solo il frutto della mia immaginazione.

-Sta molto bene.- Dico evitando di aggiungere altro. -Mi sei mancata moltissimo...-

-Anche tu piccola mia. Sei cresciuta così bene, sei così bella e forte.- Si avvicina e mi accarezza i capelli.

Solo ora mi accorgo...
I miei capelli sono bagnati e gocciolano sul pavimento bianco e il gocciolio riecheggia in quella spazio ampio.

-Perché sono bagnati?- Chiedo a me stessa.

-Sei riuscita a superare la tua paura.- Mia madre ha gli occhi lucidi.

-La mia paura?- Inizio solo ora a ricordare l'incidente in cui ho perso mia madre.
-Io ho ancora...- mi blocco.

-...paura?- Conclude lei. -No, sei riuscita a superarla, sono orgogliosa di te.- Mi afferra le mani. -Cedric è riuscito a farti entrare in acqua.-

-Cedric?- Domando io. -Lo conosci?- Chiedo sorpresa.

-Si.- Sorride.

-Tu vedi tutto?-

-Non tutto...- sospira accarezzandomi i palmi delle mani. -Ma veglio su di te. Sono sempre con te quando ne hai bisogno.- Sposta una mano e la posa sul mio petto. -Sono sempre stata qui.-

-Non mi lascerai mai vero?-

-Non ti lascerò mai.- Sposta la sua mano dal mio petto alla mia spalla. -Ma tu devi lasciarmi andare, devi vivere la tua vita. Si felice, fa ciò che ti rende felice con chi ti sta più a cuore.-

-Non so se riuscirò mai a lasciarti andare.-

-Sei una ragazza forte, non devi più aggrapparti al passato, non pensare più a me, io sto bene, pensa a te, pensa al tuo futuro piccola mia. Andando avanti troverai molti ostacoli e difficoltà sul tuo cammino ma questi sono gli insegnamenti che ci da la vita per crescere.-

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