Parte 37

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-Accomodatevi- dice la donna dai capelli ramati alta quasi pelle e ossa, ci sorride, un sorriso timido, molto agitata si china sul divano da un colpetto al cuscino lo raddrizza e ci fa segno di sederci.

Io e Cedric ci sediamo all'unisono. Riesco a sentire e a percepire l'ansia di Cedric, non si sente a suo agio, diciamo che nemmeno io riesco a stare a mio agio con questa tensione nell'aria. Le mie mani sono addirittura sudaticce.
La casa del padre di Cedric è molto grande, forse più grande di quella dove vive Cedric. Il salotto dove ci troviamo è ampio e nonostante i mobili siano scuri, sul nero e grigio, lo spazio che ci ospita è luminoso.

-Com... come stai Cedric?- Chiede la donna dai lineamenti appuntiti, quasi balbettando.

Cedric alza gli occhi sulla donna, la guarda quasi con disgusto con disprezzo e non le da nessuna risposta, sposta gli occhi dalla donna al padre che entra in salotto frettolosamente, sorridente e felice di rivedere il figlio.

-Clara è pronta la cena?- Chiede il padre di Cedric felice a sua moglie, le da un bacio sulla fronte e si avvicina subito a noi, un uomo molto elegante.

La signora Clara guarda suo marito e annuisce sempre sorridendo, prima di uscire dal salotto porta lo sguardo su Cedric.

-Allora, ti chiami Lena giusto?- Chiede l'uomo che si è appena seduto difronte a noi.

Sorrido timidamente e gli rispondo -si, mi chiamo Lena.-

Cedric continua a tenere gli occhi fissi sul vuoto, evitando lo sguardo del padre.

-State insieme da molto?- Chiede di nuovo il padre cercando di inserire il figlio nel discorso.

-Non da molto signore- dico e senza accorgermene stringendo leggermente la mano a Cedric.

-Chiamami pure Lucas, state molto bene insieme ragazzi...- dice il padre sta volta fissando il figlio che continua a evitarlo -...sono contento di rivederti.-

Cedric rimane impassibile continua a evitarlo, continua a fingere di non esistere.

In lontananza sento degli strilli e lamenti, si fanno sempre più vicini e si fanno sempre più nitidi.
Cedric mi strige la mano più forte, e tutti e tre spostiamo lo sguardo sulla porta del salotto.

-Lo dico a papà che mi hai staccato la testa alla bambola!- Dice una bimba che spunta da dietro la porta.

-E io gli dico che mi hai colorato il pallone con il pennarello rosa!- Dice un'altro bimbo dietro di lei.

-Papino! Papino!- Urlano all'unisono per farsi sentire dal signor Lucas.

I bambini si somigliano moltissimo capelli ramati come la madre e i lineamenti simili al padre.

-Calma bambini! Vi siete fatti di nuovo i dispetti?- Lucas guarda i figli dolcemente.

-Mi ha rotto la bambola!-

-Lei invece mi ha rovinato la mia palla!-

-Adesso non è il momento, abbiamo ospiti- riprende lui.

Solo in quell'istante i bambini sembra si siano accorti della nostra presenza.

-Cedric!- Urlano i due bambini, scagliandosi addosso, la mia mano e quella di Cedric si staccano. Ora le mani di Cedric sono occupate a tenere i bambini.

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