Dopo essere sopravvissuta alla giornata pesante a scuola e essere riuscita a sfuggita a Cedric, mi dirigo verso il mio nuovo lavoro cercando di rilassarmi e arrivare tranquilla e carica per il mio primo giorno.
L'aria fredda mi aggroviglia i capelli, metto il cappuccio per tenere a bada i miei ciuffi ribelli. Infilo le cuffie nelle orecchie, la musica placa i pensieri che disturbavano la mia mente, ora penso solo a come sarà il mio nuovo lavoro.Arrivata alla villa, tolgo il cappuccio e sistemo la coda stringendola in alto e rimettendo a posto delle ciocche dietro alle orecchie.
Mi chiedo come potrà essere il bimbo con cui dovrò passare in compagnia tutti i pomeriggi.Alla porta mi apre Jamila, sorridente mi fa entrare -vieni con me, è nella sua stanzetta- dice lei un po' frettolosa -ho un po' di cosa da sbrigare ma quando vuoi vieni pure a chiedermi qualsiasi cosa.-
Salgo le scale seguendo a ruota Jamila, in questa casa è tutto così bello, penso toccando la carta da parati, bianca e beige.
-Se ti serve qualcosa, non farti problemi, chiedi pure- dice di nuovo Jamila, fermandosi davanti ad una porta.
-Grazie- le dico ricambiando il sorriso gentile.
-Tra poco porto la merenda, vuoi anche tu una spremuta? O desideri altro?-
-La spremuta va benissimo, molto gentile grazie.-
-Bene allora, entra pure questa è la stanza di Liam- se ne va lasciandomi davanti alla porta.
Busso alla porta ma nessuno mi invita ad entrare, provo nuovamente a bussare ma niente.
Apro la porta molto lentamente, sbirciando all'interno -posso entrare?- chiedo, ma ancora nessuna risposta.
Infine decido di entrare, la stanza è vuota, non c'è nessun bambino all'interno.
Mi guardo intorno, la stanza nonostante sia di un bambino è decisamente più grande della mia, le pareti sono tinte di blu e azzurro.
Al centro un letto con le coperte sempre di colore blu, le tende azzurre, insomma dovunque guardo è tutto o blu o azzurro.
Su un lato ci sono tanti giochi macchinine e supereroi, sull'altro lato una piccola libreria e una scrivania dove probabilmente Liam fa i suoi compiti.
La tv accesa, per terra sul tappeto blu dei joystick, Liam stava giocando a Mario kart.-Alto la le mani!- Urla una vocina, mi giro sorpresa cercando da che parte arriva la vocina, dietro al letto si vede un bimbo di 7 anni biondo e riccio, ma gli occhi simili alla mamma, mi punta addosso una pistola giocattolo.
-Ciao Liam, io sono Le...- non riesco a finire la frase che vengo attaccata, da tante piccole palline gialle sparate da Liam.
-Allarme rosso! Allarme rosso! Un intruso!- Urla Liam, senza fermarsi e senza darmi tregua, quelle palline sembrano letali, mi fanno quasi urlare di dolore quando mi colpiscono a raffica.
-Capitano mi serve rifornimento!- Urla questa volta cercando di caricare la sua pistola.
Ma io mi scaravento sopra il letto prendendolo al volo e strappandogli dalla mano la sua pistola giocattolo, facendolo urlare ancora più forte, cerco di mettergli una mano sulla bocca ma il suo morso me la fa ritrarre subito.
-L'invasore! Ha attaccato! Rinforzi servono rinforzi!- urla nuovamente, ma qualcuno bussa alla porta e sembra che Liam si calmi.
Jamila entra, si ferma un attimo osservandoci, io inizio a pensare che questa è l'ultima volta che entrerò in questa casa, sicuramente Jamila riferirà tutto alla signora Carmen.
Ma Jamila stranamente si mette a ridere e allora io ancora abbracciando Liam per tenerlo fermo mi metto a ridere, una risata abbastanza nervosa.-Vedo che state andando d'accordo- dice Jamila poggiando il vassoio sulla piccola scrivania azzurra.
-Si! Questa è la mia nuova amica- dice euforico Liam, io lo guardo strabuzzando gli occhi, anche lui ricambia lo sguardo ma sorridendo, poi dice -però non so ancora come si chiama la mia amica.-
***
Liam sembra essersi calmato, dopo quel grande caos che abbiamo fatto, siamo seduti per terra sul suo tappeto blu a guardare un cartone.
Per sicurezza ho nascosto quella pistola giocattolo molto pericolosa, non vorrei tornare a casa con un occhio viola o peggio ancora cavato e ho dovuto raccogliere tutte le pallina gialle per terra che Liam mi aveva sparato addosso.Il pomeriggio sembra passare veloce, a cena mangio insieme a Jamila e il piccolo Liam in cucina, Jamila è un ottima cuoca ed è anche riuscita a convincere Liam a mangiare le verdure.
***
Inizio a pensare che anche se il lavoro sembra iniziato male ora stia proseguendo bene, guardo Liam tranquillo rosicchiare dei grissini che aveva portato Jamila prima con la merenda, in stanza.
-Ho sete voglio dell'acqua- dice Liam, senza staccare gli occhio dalla tv, sembrerebbe quasi un ordine, ma non mi faccio problemi e mi alzo, l'importante è che resti così buono e tranquillo.
Chiudo alle mie spalle la porta lasciandolo tranquillo.
Le ampie finestre di quel piano, mi dicono che ormai è già quasi notte.
Una musica rumorosa attira la mia attenzione, mi guardo intorno cercando da dove possa provenire la musica, una porta poco distante da quella della stanza di Liam.
Mi avvicino la musica all'intero è alta e rumorosa, sulla porta all'esterno su un foglio attaccato con del nastro adesivo c'è scritto: "non disturbare".Allontanandomi mi dico che sicuramente sarà un'altro componente della famiglia, la figlia o il figlio della signora Carmen.
Al ritorno con il bicchiere d'acqua, trovo ormai il piccolo Liam addormentato sul tappeto con ancora mezzo grissino in bocca e l'altro mezzo in mano.
Poggio il bicchiere lentamente senza fare rumore poi mi avvicino a Liam togliendogli i resti dei grissini dalla bocca e dalla mano.
Dopo avergli tolto tutte le briciole lo prendo in braccio, questa piccola peste pesa, penso poggiandolo sul suo letto e coprendolo.***
Il corridoio è buio e in totale silenzio anche la musica che proveniva dalla stanza affianco a quella di Liam è cessata.
Cerco a tentoni l'interruttore della luce, provando a non combinare guai.-E tu chi sei?- una voce suona alle mie spalle mi fa sobbalzare, mi giro ma vedo solo una forma scura in piedi in mezzo al buio totale, quella voce mi sembra di riconoscerla.
La luce si riaccende di colpo e io porto le mani alla bocca quasi scioccata -non è possibile ma tu mi segui fino a qui?- dico iniziando a strattonare per una manica Cedric -ti ho detto che non voglio parlare con te- dico trascinandolo giù dalle scale.
-Come?- dice lui, bloccandosi sulle scale e liberando la sua manica, guardandomi con aria seria.
-Se pensavi che questa è casa mia, ti sbagli non è casa mia, non dovevi seguirmi qui!- dico a denti stretti e cercando di prenderlo di nuovo dalla manica.
Cedric si mette a ridere talmente forte che mi costringe a mettergli le mani sulla bocca -ssht! Zitto! Mi farai cacciare- dico io, cacciandogli l'altra mano sulla bocca.

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Hai segnato nel mio cuore!
RomanceLena Stuart un adolescente, a cui è morta la madre quando aveva ancora cinque anni, cresciuta dal padre. Si trasferiscono in città. Lena lascia alle spalle la sua semplice vita di paese, la sua scuola e la sua squadra di calcio. La sua vita cambia...