Cedric mi prende in braccio, il mio corpo è debole e senza forze. Poggio la mia testa nell'incavatura del collo di Cedric, il suo profumo riesce un po' a calmarmi, anche lui è umido e bagnato come me. Attraversa la villa silenziosa, con me tra le sue braccia. Inspiegabilmente oggi anche Jamila non c'è, e per qualche ragione mi reputo fortunata che nessun altro abbia assistito a quel che è successo poco fa. Mi porta su per le scale, mi aggrappo al suo collo per paura di cadere, stranamente mi sento protetta tra le sue braccia. La mia mano cerca la collana al mio collo e la stringe istintivamente, la paura è tornata.
Il mio sguardo è vuoto, i ricordi che mi tormentavano da piccola e che mi facevano fare gli incubi sono tornati.
Cedric mi poggia sul suo letto, dimenticandosi di quanto sono bagnata e di come potrei ridurgli le sue lenzuola. Si allontana lasciandomi sola, guardo la piccola foto nel mio ciondolo. Cedric fa ritorno in stanza con degli asciugamani.
Non riesco a fare altro che fissare il vuoto, pensando a mia madre. Cedric mi asciuga i capelli molto delicatamente con un asciugamano, poi mi avvolge con un'altro più grande. Cedric si china su di me, costringe i miei occhi a incrociare i suoi azzurri.-Stai meglio?- Chiede Cedric ancora preoccupato.
Le lacrime mi appannano di nuovo la vista, con il palmo della mano mi asciugo gli occhi, con l'altra mano guardo di nuovo il ciondolo, la piccola foto che raffigura me e i miei genitori, mio padre e la madre che non c'è più.
Cedric si siede al mio fianco e mi cinge la schiena, anche i suoi vestiti sono ancora bagnati.-Mi porti a casa?- Chiedo infine con voce flebile.
Sento la gola bruciare, per colpa di tutta quell'acqua che ho bevuto quando ero nella piscina.
-Va bene, ti impresto qualcosa non puoi uscire così, ti ammalerai.- Dice lui alzandosi e dirigendosi al suo armadio.
***
Tutto il tragitto restiamo in silenzio, Cedric riscalda la macchina. Ho ancora i capelli umidi e disordinati come quelli di Cedric. Continuo a stringere forte il ciondolo al mio collo, tra le mani. Cedric si ferma davanti a casa e spegne il motore.
Le luci di casa sono tutte spente tranne quella del soggiorno, papà sicuramente mi starà ancora aspettando sveglio.-Grazie- dico a Cedric, la mia voce risuona debole e flebile.
Apro la portiera, ma la mano di Cedric si stringe attorno alla mia mano, mentre l'altra si allunga verso la maniglia della portiera e la richiude.
Cedric si sofferma a guardarmi a pochissimi centimetri dal mio volto, siamo così vicini che mi è possibile sentire il suo respiro mescolarsi al mio.-Lena, mi dispiace per quello che è successo prima con Jexa... ci ho messo un po' a tuffarmi in acqua- dice lui un po' esitante.
-Tutti sanno nuotare e la piscina non è tanto profonda io pensavo che mi prendevi in giro... ma Jexa...- continua Cedric.-Certo... tutti sanno nuotare, l'unica sciocca che non lo sa fare sono io...- dico angosciata e con voce tremante.
-Non tutti vedono la propria madre morire soffocata sott'acqua... ma che ne vuoi sapere tu!- Le ultime parole risuonano leggermente più alte.Cedric sta per dire qualcosa ma scendo dall'auto e sbatto la portiera. Le lacrime prendono il sopravvento un'altra volta. La porta di casa si apre mentre in contemporanea la portiera di Cedric si chiude.
-Lena aspetta, ti prego! Mi dispiace- dice Cedric alle mie spalle.
Papà esce di casa allarmato, io gli corro in contro e gli butto le braccia al collo, scoppiando in lacrime. Le braccia di papà mi stringono a se.
-Lena che succede?- Chiede papà sempre più allarmato.
Ma non riesco più a dire nessuna parola, il mio pianto si trasforma in singhiozzi e le mie lacrime bagnano tutta la maglia di papà.
-Lena...- Cedric chiama il mio nome a poca distanza -salve signor Stuart...- continua Cedric.
-Mascalzone! Che hai fatto a mia figlia?- Urla papà, sento il suo cuore battere forte sotto al suo petto, sento il suo corpo fremere di rabbia.
-Signore io non ho fatto...- tenta di dire Cedric.
-Vattene subito da qui farabutto o mi costringerai a usare le maniere forti!- Urla nuovamente papà.
Cerco insistentemente di calmarmi e di provare a intervenire, ma non riesco, il dolore è tanto forte e le lacrime non si fermano.
Sento i passi di Cedric allontanarsi, lo sento salire in macchina, chiudere la portiera e ripartire.
Papà mi scrolla dal suo abbraccio, mi prende per le spalle e mi impone a guardarlo.-Tesoro che cosa ti ha fatto quel ragazzaccio?- Dice serio.
Continuo a singhiozzare cercando di calmarmi le lacrime mi annebbiano la vista. Papà mi passa il pollice sotto agli occhi asciugando le lacrime.
-Lena se ti ha fatto qualcosa devi dirmelo...- si ferma esitando, poi -...ti ha toccata?-
Scuoto immediatamente la testa, cosa viene in mente a papà?
-No... non ha fatto... niente lui- dico singhiozzante.
***
Finalmente sono più calma, nella mia stanza, anche se gli occhi sono arrossati e gonfi.
Papà entra in camera con una tisana calda, me la porge e si siede al mio fianco.-Senti polpettina, sei ancora giovane... per il ragazzo non credi?- inizia a dire.
-E quel ragazzo non mi piace, soprattutto se ti fa star male- conclude.La tisana quasi mi va di traverso, sentendo le parole di mio padre.
-Papà ma cosa dici, Cedric non è il mio ragazzo.-
-Oh... sembrava lo fosse, molto meglio non mi piaceva questo Cedric- dice mio padre sollevato, baciandomi la fronte.
-Allora cosa ti ha fatto questo Cedric?- Chiede papà, curioso.
-Non mi ha fatto niente- dico a mio padre, poi penso subito che non dovrei raccontargli cosa mi è successo realmente -papà tranquillo, non preoccuparti di me, sto bene, era solo una sciocchezza- dico sfoderando un sorriso sforzato.
-Cose da ragazzi giovani, che ne può capire un vecchio come me- dice papà abbracciandomi.
Mi sciolgo dall'abbraccio e mi sdraio sul letto poggiando la testa sulle gambe di papà. Chiudo gli occhi cercando di non pensare a niente. E restiamo così per molto tempo, papà mi accarezza i capelli e io mi dimentico quasi di tutto tra le braccia del uomo che mi ha cresciuta e voluto bene.
-Polpettina, dovrei dirti una cosa.-
-Certo papà dimmi- dico ad occhi chiusi.
-Ne parliamo domani, quando starai meglio- dice lui.
-Sto bene papà, dimmi- dico io a mio padre aprendo gli occhi e guardandolo curiosa.
-Bene... mi sento con una donna- la sua voce è tesa, e allo stesso tempo si affretta a parlare mangiandosi le lettere, come se avesse paura del mio giudizio.
Inizio a ricordarmi i vari momenti strani che avevo quasi sottovalutato, del bicchiere in cucina con lo stampo di rossetto, o del comportamento strano di papà difronte al suo portatile o della sua telefonata a tarda notte.
-È una brava persona... e...- tentenna.
-Papà tranquillo se tu sei felice anche io lo sono per te- dico alzandomi e abbracciandolo.
-Quando me la presenterai?- Chiedo cercando di alleviare la tensione.Una strana sensazione mi invade, un'altra donna nella vita di papà non ci sarò solo io adesso.
-Ehm... presto, spero- dice lui sorridendomi.
Io sorrido cercando di non far trapelare nessun segno di disagio o preoccupazione. Papà farà entrare una donna nella nostra vita. Cambierà tutto. In bene o in male?
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Hai segnato nel mio cuore!
RomansaLena Stuart un adolescente, a cui è morta la madre quando aveva ancora cinque anni, cresciuta dal padre. Si trasferiscono in città. Lena lascia alle spalle la sua semplice vita di paese, la sua scuola e la sua squadra di calcio. La sua vita cambia...