Capitolo 1.

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Y sí, no te niego que otra amante vio en mí,
lo que tú nunca viste en mí - Maluma.

𝐈l mio primo giorno di Università era appena terminato.

Inevitabilmente tirai un lungo sospiro di sollievo mentre mi appoggiavo con la schiena al sedile dell'autobus.

Ero davvero, davvero stanca.

M voltai per guardare fuori dal finestrino e mi accorsi che stava piovigginando, il tempo sembrava stesse rispecchiando a pieno le mie emozioni.

Che buffo.

Sapevo bene che intraprendere questo nuovo capitolo della mia vita non sarebbe stato facile ma non riuscivo a non pensare a come fosse andato il mio primo giorno, per tutta la mattinata, che lo volessi o no, mi ero sentita un pesce fuor d'acqua.

Sapevo che essendo un posto nuovo era inevitabile per me sentirmi così, non potevo pretendere altro e sapevo bene che era solo questione di tempo ed abitudine, ma era stato comunque un disastro, volevo solo andare a casa e lasciarmi tutto alle spalle, sperando che l'indomani andasse meglio.

Avevo persino male ai piedi per tutte le volte che avevo corso nei corridoi dopo aver sbagliato, non so quante volte, le aule delle lezioni.

Speravo di cominciare a ricordare i numeri delle mie aule, speravo di ricordare dove fosse la mensa e, soprattutto, speravo di non perdermi più.

Non potevo avere tutto subito, era chiaro, ma adoravo avere tutto sotto controllo e questa nuova situazione, mi mandava completamente in tilt.

Mi ero da poco trasferita a Londra, a casa di mio fratello, per studiare lingue e culture moderne all'Università dato che era la mia passione sin da piccola.

Volevo viaggiare per il mondo parlando lingue diverse e realizzare i miei sogni, scoprendo posti e culture diverse continuamente.

Dylan a differenza mia, studiava per diventare dottore, esattamente come mio padre, un fisioterapista, mamma invece era infermiera ed aveva conosciuto mio padre sul posto di lavoro.
Io avevo scelto una strada completamente diversa dalla loro, ero stata sempre sicura di quello che avrei voluto fare nella mia vita.

All'inizio temevo di deluderli, pensavo avessero altre aspettative per me ma loro fortunatamente non erano mai stati contrari riguardo i miei progetti futuri, anzi, mi avevano sempre appoggiata ed incoraggiata a fare ciò che mi piaceva.

Mi sentivo davvero fortunata.

Non avrei potuto avere appoggio migliore.

«Sono a casa!» esclamai non appena aprì la porta d'ingresso.

Dylan viveva da due anni in un appartamento in centro, era un piccolo condominio di quattro piani, al suo interno era piccolo ma accogliente, adatta a due persone.

Ero ovvio che per me sarebbe stato solo un appoggio temporaneo, non appena mi sarei ambientata avrei cercato un lavoro, avrei comprato una macchina e sarei andata a vivere in una casa tutta mia diventando ufficialmente indipendente.

Ero così sollevata di essere finalmente rientrata a casa.

Ancora non ci credevo che il mio primo giorno di Università fosse già andato!

Sin da quando avevo saputo di poter andare all'Università avevo continuamente immaginato come potesse essere il mio primo giorno, immaginavo che fosse qualcosa sorprendente, invece non avevo conosciuto nessuno, mi ero persa non so quante volte e avevo già scordato dove fosse la segreteria, insomma, un disastro rispetto a quello che avevo immaginato.

MI DECLARACION » MALUMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora