Capitolo 26.

499 32 2
                                    

L'amore non deve essere un mezzo, l'amore deve essere un fine.

𝐋a sveglia suonò ed io con un lamento mi voltai, la colpì con la mano e per poco non cadde a terra rompendosi in mille pezzi.

Portai le mani sul grembo ed iniziai a fissare il soffitto.

Avevo dormito poco, troppo poco.

Sapevo di avere in testa mille pensieri.

Era ovvio che la mia mente non smetteva di ripensare a quello che era successo il giorno precedente, come potevo non farlo?

Avevo mille domande che mi frullavano nella testa, gli piacevo davvero o era solo una cotta passeggera come per le altre?

Con il tempo avevo iniziato a conoscere Maluma ed avevo capito che le storie d'amore non facevano per lui, ma mi chiedevo se stavolta fosse diverso, mi chiedevo se si comportava in questo modo perchè si trattava di me o perchè aveva paura di innamorarsi.

Troppe domande e nessuna risposta.

Mi sentivo confusa e in preda a mille contrastanti emozion.

Forse stavo esagerando, forse stavo pensando cose che per lui nemmeno esistevano, gli piacevo esattamente come gli piacevano le altre, era ovvio che per lui fosse un gioco, ero la sorella del suo migliore amico e questo forse, secondo il suo punto di vista naturalmente, rendeva la situazione più accattivante.

Eppure lui aveva detto di volere me, le sue parole mi erano sembrate così sincere, il suo sguardo era serio.

I suoi occhi erano fissi nei miei, non potevo credere che stesse mentendo, non potevo pensare che arrivasse ad una cosa del genere, lui teneva troppo a Dylan, davo per scontato che non avrebbe mai voluto rovinare il loro rapporto d'amicizia per cui, pensavo che quello che aveva detto fosse vero.

Non poteva essere così meschino.

Non potevo pensare che mi avesse presa in giro, certo, sapevo quanto fosse bravo con le ragazze, ci sapeva fare eccome, era gentile, carismatico, divertente, ci sapeva fare davvero, ma con me non era mai stato così.

Il nostro rapporto era stato un continuo amore/odio, forse era proprio per questo che si comportava così con me?

«Ah sei qui...» disse mia madre appena mi vide entrare in cucina, le sorrisi ed annuì ancora mezza assonnata, «Buongiorno papà!» affermai poi notando la sua presenza, lui alzò lo sguardo dal giornale e sorrise, «Buongiorno a te amore» rispose facendomi sorridere.

«I ragazzi? Dormono ancora?» domandai mentre mi versavo del caffè in una tazza, «Sono usciti a comprare dei dolci..» spiegò mia madre mentre prendeva la tovaglia dal cassetto, «Mi aiuti? I parenti saranno qui all'una» affermò uscendo dalla stanza.

«È già così tardi?» domandai sorpresa, «Si... Avresti dovuto alzarti prima..» affermò mia madre divertita, rientrando in cucina, «Ma chi viene?» domandai poi, «La zia Amelia con Oliver, la nonna Judit e il fratello di tuo padre, Joseph con la moglie e l'altro fratello Owen...» spiegò mia madre prendendo le posate, annuì restando in silenzio.

Qui a Jacksonville viveva principalmente la famiglia di mio padre, lui era nato e cresciuto qui, per questo motivo passavamo le feste in compagnia dei suoi due fratelli e la madre, ovvero mia nonna.

Eravamo abituati a passare le feste in questo modo già da anni, mia madre invece, dopo la morte dei suoi genitori non era più tornata nella sua città Natale, Brighton, per cui la zia Amelia, ovvero sua sorella, insieme al marito, aveva preso l'abitudine di venire da noi e passare le feste insieme.

MI DECLARACION » MALUMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora