Capitolo 33.

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Da soli si diventa più forti. In due un pò più felici.

«𝐒to aspettando» affermai con le braccia incrociate.

Maluma alzò gli occhi al cielo, quasi scocciato.

«Cosa vuoi che ti dica?» mi chiese poi, alzando le mani, «Magari perché cavolo hai reagito in quel modo!» affermai duramente, spalancando le braccia, «Si stava comportando da idiota!» rispose lui, «Oh, e quindi ti sei permesso di intervenire e creare un casino per niente!» affermai allargando di nuovo le braccia, «Ma non era un casino per niente!» replicò serio, corrugando la fronte.

«Tu credi? Hai solo peggiorato le cose in questo modo! Ma cosa ti passa per la testa?» lui sospirò ed alzò il viso al cielo chiudendo gli occhi, sospirando pesantemente.

«Anche se si stava comportando da idiota dovevi ignorarlo... tu sai benissimo che non ti sopporta!» continuai poi mantenendo lo sguardo su di lui che rise, «Non è colpa mia se soffre di complessi di inferiorità!» affermò poi divertito, «Non è divertente! Sai bene che i suoi sospetti sono fondati!» dissi io, «Ma lui questo non lo sa» replicò con un sorrisino.

Già, questo lui non lo sapeva.

«Comunque non avresti dovuto farlo...» affermai scuotendo la testa, «Non mi pento di quello che ho fatto Madison» affermò scrollando le spalle.

Proprio non capiva.

No capiva che stava compromettendo la mia relazione con Liam?

O forse lo capiva ma non gli importava?

«Devi smetterla, dico davvero, tutto questo non ha senso!» affermai poi, «Cosa non ha senso? Il fatto che io piaccio a te e tu a me?» domandò lui fissandomi.

Quelle parole mi colpirono in pieno.

«Non ha senso perché questa cosa non ci porterà mai da nessuna parte!» esclamai allargando le braccia, lui serrò la mascella rimanendo in silenzio.

Le mie parole sembrano ferirlo e quasi mi dispiacque.

Mi passai una mano tra i capelli e sospirai.

«Dobbiamo smetterla...» dissi poi, «Non doveva succedere tutto questo...» continuai scuotendo la testa, «E' successo però, può capitare! E non ci possiamo colpevolizzare per questo!» affermò lui fissandomi, «Ma non doveva succedere» replicai alzando lo sguardo incontrando il suo, «Cosa posso farci se mi piaci?» domandò schietto, «Ti piaccio come le altre? Sai quante volte ti ho sentito dire che ti piaceva una ragazza? Ti conosco da due mesi e posso confermare che ne hai cambiate troppe!» affermai alzando le braccia sbattendogli in faccia la verità.

Lui rimase in silenzio senza sapere che dire.

Per questo non mi fidavo di lui.

Con il tempo avevo imparato a conoscerlo e il suo concetto di "amore" era ben diverso dal mio.

Non avrebbe mai potuto darmi quello che volevo, eppure, mio malgrado, ero innamorata di lui, ma questo non l'avrebbe mai saputo.

«Le persone possono cambiare...» mi rispose con un tono freddo, quasi gelido, come se fosse ferito.

Le mie parole lo avevano colpito, lo percepivo dal suo sguardo.

C'era rimasto male, ma quello che avevo detto era la pura verità, non aveva motivo di offendersi.

«Non ti fidi di me...» affermò poi come se mi avesse letto nel pensiero, io annuì, «Capisco...» mormorò poi distogliendo lo sguardo dal mio, lo guardai in silenzio mordendomi il labbro sentendomi in colpa per quello che gli avevo detto.

MI DECLARACION » MALUMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora