Capitolo 50.

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Quando non si è disposti a pagarne il prezzo,
è meglio non toccare il cuore di nessuno.


𝐄ra a dir poco surreale la situazione in cui mi trovavo.

«Potevo andare da solo...» borbottò Maluma guardando fuori dal finestrino, «Certo, come no..» risposi fissando la strada, «Non mi serve il tuo aiuto» disse lui scocciato, «Smettila!» lo ammonì voltandomi.

Stava già uscendo fuori i il suo caratteraccio.

«E' la verità, potevo benissimo tornare a casa da solo senza il tuo aiuto..» replicò lui, «Certo e rischiare di ammazzarti! Hai ragione, potevi andare da solo!» affermai annuendo, «Esagerata...» mormorò alzando gli occhi al cielo.

«Quando la finirai di comportarti così? Quand'è che crescerai?» domandai poi, «Devo davvero risponderti?» chiese lui fissandomi, «Hai ventiquattro anni, sarebbe ora che la smettessi di comportarti così, non so quante altre volte devo dirtelo!» affermai scuotendo la testa contrariata.

Quand'è che sarebbe cambiato?

«Ti prego, non cominciare...» disse lui portandosi le mani sul viso sospirando, «Lo dico per te! Credi che mi piaccia farti da baby sitter?» domandai voltandomi verso di lui, lui rise, «Baby sitter? Ma ti prego, non ho bisogno di te» affermò poi scuotendo la testa, «Lo dici ma non lo dimostri» dissi io alzando una mano, «Cosa vuoi dire?» domandò corrugando la fronte, «Quante volte ti ho aiutato» domandai voltandomi verso di lui.

«Erano solo dei momenti no...» rispose lui, «Certo, come no!» dissi io scuotendo la testa, non si dava mai per vinto, «Questa sarà l'ultima volta, te lo assicuro!» asserì guardando fuori dal finestrino, alzai gli occhi al cielo e non risposi.

Non volevo discutere con luiz non quando era in questo stato.

Era inutile provare a farlo ragionare.

Parcheggiai l'auto davanti casa di Maluma e slacciai la cintura.

«Sei libera!» affermò aprendo lo sportello dell'auto, alzai gli occhi al cielo, «Oh no. Vengo con te!» risposi poi, «Perchè?» domandò guardandomi, «Perchè si» affermai scendendo, presi la borsa dal sedile posteriore e chiusi lo sportello.

Purtroppo, nonostante tutto, mi importava di lui.

Mi importava fin troppo.

«Dio.... Non basterà mia madre stavolta..» mormorò scocciato, alzando gli occhi al cielo, «A quanto pare no!» gli risposi guardandolo, lui infilò la chiave nella serratura ed aprì.

«Sono a casa, sano e salvo, puoi andare!» affermò poi, «Diventi davvero insopportabile quando sei in questo stato...» gli dissi fissandolo scuotendo la testa, «Non meriti il mio aiuto, non meriti niente da me!» dissi poi trattenendo le lacrime, lui rimase in silenzio, sospirando profondamente.

«Madison!» esclamò sua madre non appena mi vide, «Non ti aspettavo...» mi disse venendomi incontro per abbracciarmi, le sorrisi di rimando, «Lo so, e mi scuso per l'ora, ma ho accompagnato suo figlio....» le spiegai, la donna dopo avermi abbracciata si voltò verso Maluma.

«Che hai combinato stavolta?» gli domandò poggiando le mani sui fianchi, lui alzò gli occhi al cielo, «Assolutamente niente!» affermò poi scocciato, «Deve aver avuto un buon motivo Madison per accompagnarti a casa!» replicò lei, «Sono un pò ubriaco...» confessò lui, scrollando le spalle, la donna chiuse gli occhi e sospirò.

«Sai che se ti vede John va su tutte le furie?» domandò poi, «Credi mi importi di quello che pensi lui? Non è mio padre!» affermò Maluma prima di andarsene, sospirai e scossi il capo.

MI DECLARACION » MALUMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora