Capitolo 3.

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Sei un tuffo in un mare di guai.


𝐌i guardai allo specchio per l'ennesima volta convincendomi di essere quanto meno decente.

Indossavo un vestito nero aderente che metteva in risalto le curve ma al punto giusto, arrivava fin sopra le ginocchia e dovevo ammettere che più mi guardavo più pensavo che mi cascava a pennello, non mi stava poi così male.

Avevo deciso di tenere i capelli sciolti, ondulati, sul viso un semplice eyeliner con mascara e un rossetto rosso sulle labbra.

«Sbrigati Mad! Siamo in ritardo!» urlò Dylan dal corridoio, «Arrivo!» esclamai in risposta prima di voltarmi per prendere la borsa, la giacca dal letto e lasciare la camera.

«Non è un pò troppo corto quel vestito?» domandò non appena mi vide arrivare in soggiorno, corrugai la fronte, «Assolutamente no!» risposi scuotendo la testa contrariata, «Non hai qualcos'altro da mettere?» domandò mentre si infilava la giacca continuando a guardarmi.

Lui indossava una camicia bianca e dei pantaloni neri con delle scarpe nere lucide, stava davvero bene.

«Sei pazzo se pensi che vado di là a cambiarmi!» affermai mentre mettevo il telefono dentro la borsa, «Perfetto, dovrò tenerti sottocchio tutta la sera...» affermò mentre raggiungeva l'ingresso ed apriva la porta, alzai gli occhi al cielo ed uscì.

«So badare a me stessa...» dissi mentre chiamavo l'ascensore, «Sai quanti ragazzi ti verranno dietro per colpa di questo vestito striminzito?» mi voltai spalancando la bocca, «Striminzito?» ripetei incredula, «Non ti copre nemmeno le ginocchia!» si lamentò Dylan allargando le braccia.

«Cosa volevi che indossassi? Un vestito da suora?» chiesi fissandolo, «Sarebbe stato meglio..» bofonchiò lui entrando nell'ascensore, alzai gli occhi al cielo e mi voltai verso lo specchio per darmi un'ultima controllata.

«Però sei bellissima...» sorrisi e mi voltai, «Grazie» dissi poi poggiandogli una mano sulla spalla.

«Ce ne avete messo di tempo!» esclamò Maluma allargando le braccia non appena ci vide uscire dal portone.

Era poggiato con la schiena allo sportello della sua auto.

Indossava una camicia bianca a maniche corte lasciando le braccia scoperte, mostrando così gli innumerevoli tatuaggi.

La camicia aveva i primi tre bottoni aperti che lasciavano intravedere un tatuaggio sul petto e delle collane.

Sotto dei jeans scuri e delle converse bianche.

Era dannatamente attraente.
Quasi faticavo a distogliere lo sguardo.

«Madison sei... bellissima..» disse con fare impacciato non appena mi vide, «Grazie...» mormorai arrossendo, lui sorrise mantenendo il contatto visivo.

Mi sentì quasi in imbarazzo per via del suo sguardo...

«Andiamo? Siamo già in ritardo!» esclamò Dylan salendo nell'auto dell'amico, «Rilassati, non c'è fretta!» rispose Maluma fissandolo, «Se Madison non avesse perso tutto quel tempo a truccarsi saremmo già li!» continuò mio fratello allacciando la cintura, alzai gli occhi al cielo evitando di rispondere.

MI DECLARACION » MALUMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora